PALERMO – Incassa l’approvazione del Consiglio comunale il piano triennale delle opere pubbliche, passo intermedio, dopo il rendiconto del 2016, per dare il via libera al bilancio di previsione del 2017. Ad approvare quello che i consiglieri d’opposizione chiamano “il libro dei sogni” una maggioranza unita che dopo una tesissima seduta è riuscita a portare ad immediata attuazione la programmazione proposta dalla giunta nelle scorse settimane.
Il piano approvato oggi è composto da quasi settecento interventi che dovrebbero essere messi in opera da qui a tre anni: 33 previsti nel 2017, 334 nel 2018 e 296 nel 2019, per un ammontare complessivo di più di 4 miliardi di euro. Un investimento per il 2017 che ammonta a poco più di 72milioni di euro, più di un miliardo di euro per il 2018 e 2 miliardi per il 2019. Cifre da capogiro che dovrebbero portare alla creazione, tra gli altri, di un nuovo forno crematorio al cimitero dei Rotoli, la costruzione del nuovo cimitero nella zona di Ciaculli, lavori di ripristino del fondale del porto della Bandita e la creazione della tribuna coperta della piscina comunale. “Ma il cuore del piano triennale – ha assicurato l’assessore alla Rigenerazione urbanistica Emilio Arcuri, presente a tutte le sedute di Consiglio di questa settimana – sono gli importanti interventi volti alla rigenerazione urbana”. Sono centinaia infatti i lavori di manutenzione e messa in sicurezza previsti nelle scuole comunali distribuite sul territorio, i lavori sulle fognature per lo smaltimento delle acque bianche e nere della zone periferiche della città, lavori di messa in sicurezza di natura idrogeologica, ad esempio su monte Pellegrino e monte Gallo. E ancora interventi mirati per il percorso di recupero del centro storico e per il ripristino e manutenzione di ponti, sottopassi e cavalcavia della circonvallazione cittadina.
Un’approvazione che arrivata dopo una settimana di sedute di Consiglio serrate e costellate da momenti di tensione: i più critici i gruppi consiliari del Movimento 5 stelle e quello di Forza Italia: “Ogni volta è la stessa storia, come un film classico a Natale – ha detto il consigliere di Forza Italia Andrea Mineo – Opere poco concrete che non guardano al bene del tessuto sociale ed economico della città”. A sala delle Lapidi i grillini hanno sottolineato le falle procedurali della documentazione fornita ai consiglieri: la mancanza di alcuni documenti come la relazione a corredo del piano triennale e specifiche maggiormente dettagliate delle numerose opere. Un esempio su tutti, sottolineato più volte dalla consigliera Giulia Argiroffi, è “un intervento nll’area della ex Fiera del Mediterraneo – ha detto la consigliera in aula e lo ha riportato sulla sua pagina Facebook -. Di una stessa opera esisterebbero due progetti: uno commissionato dall’Area Attività Produttive (in fase di realizzazione) e uno dell’Area Infrastrutture (3milioni di euro inseriti nel piano di cui 160mila da impegnare entro dicembre 2017). Alle Attività Produttive non conoscono il progetto delle Infrastrutture e alle Infrastrutture non conoscono il progetto delle Attività Produttive”. Inoltre di questo progetto non esisterebbe l’approvazione del progetto esecutivo. Insomma, per le opposizioni il piano tecnicamente “fa acqua da tutte le parti – ha detto il forzista Giulio Tantillo – senza considerare che è un piano lontano dai cittadini e dalla realtà. Una programmazione che dimentica completamente la viabilità, le periferie e tutti quegli aspetti pratici a cui la gente presta attenzione. Per l’approvazione di questo piano, da ora in poi, speriamo si applichi un nuovo metodo di lavoro – ha sottolineato Tantillo – una procedura che consenta l’analisi di un semplice piano annuale alla volta. Inoltre come membro della commissione Urbanistica pretenderò che gli uffici competenti relazionino ciclicamente sullo stato di avanzamento dei lavori”. Per la portavoce cittadina dei Verdi Nadia Spallitta: “Il programma triennale delle opere pubbliche è lo specchio di una città immobile. Si registra la totale assenza di propensione all’investimento e si privilegiano in modo totale le spese correnti. Inoltre – ha aggiunto Spallitta – buona parte delle opere inserite nell’attuale piano non essendo state realizzate, vengono reiterate, nel corso del tempo. Ad esempio, si parla del recupero del baglio Mercadante da circa 20 anni. Ed ancora, la piazza principale dello Zen versa in una condizione di inaccettabile degrado da quasi 40 anni. Si parla degli stessi parcheggi, delle stesse scuole, degli stessi impianti, stessi restauri, delle stesse tipologie di interventi”.
Soddisfazione, invece, fra i banchi della maggioranza: “L’approvazione di questo piano triennale è un passaggio fondamentale – ha detto Dario Chinnici, capogruppo del Pd – Una spesa di 750 milioni di euro che produrrà risultati concreti. Tra questi il raddoppio del ponte Corleone, la creazione del sottopasso Perpignano, la messa in sicurezza della circonvallazione e dei sovrappassi pedonali, senza dimenticare la creazione di nuovi parcheggi. Non si tratta solo di interventi di ordinaria manutenzione – ha sottolineato Chinnici – ma della realizzazione concreta di un’idea di viabilità, sostenibilità energetica, mobilità sostenibile”. Entusiasta anche anche l’ex assessore alla Mobilità, oggi consigliere di Sinistra comune, Giusto Catania: “Nei prossimi tre anni a Palermo ci sarà un investimento di oltre 550 milioni di euro che garantirà l’ampliamento del sistema tram, la green way, l’illuminazione dei monumenti riconosciuti patrimonio dell’umanità, un piano di manutenzione degli edifici e delle scuole, interventi per la messa in sicurezza dell’assetto idrogeologico del territorio. La visione politica che ispira il piano triennale delle opere pubbliche, produce una radicale trasformazione di Palermo e rappresenta la realizzazione di un sogno straordinario: una città più vivibile, più ecologica, più sicura”.

