Mario Francese, Messina Denaro e i giornalisti

Mario Francese, Messina Denaro e i giornalisti

L'anniversario.

Oggi si ricorda l’omicidio del giornalista Mario Francese ucciso dalla mafia il 26 gennaio del 1979. Ci saranno delle iniziative, riassunte in fondo alla pagina. Palermo e la Sicilia si soffermano su una data significativa nel suo elenco temporale e lunghissimo di vittime. Faranno lo stesso i giornalisti. Una vera memoria vive nel segno del cambiamento e del futuro. Altrimenti diventa retorica, cioè il suo contrario.

Cosa possiamo imparare, allora? Come palermitani e siciliani possiamo imparare a onorare i nostri caduti, per esempio, esprimendo legittima soddisfazione quando, grazie a un certosino lavoro investigativo, un colpo formidabile come la cattura di Matteo Messina Denaro viene messo a segno. Non si tratta di non porre o di non porsi domande, ma di non indulgere in complottismi senza dati di fatto.

Ha ricordato il professore Costantino Visconti, in una nostra intervista: “C’è una sfiducia generale nello Stato. Una forma di diffidenza atavica nei confronti delle istituzioni. Una subcultura che genera sia la mafia che una parte dell’antimafia dei sospetti”. Onorare i morti significa riconoscere che, anche grazie al loro inestimabile sacrificio, la mafia non è più onnipotente, ammesso che lo sia mai stata.

Come giornalisti, tutti noi, possiamo imparare tutto da un collega che ha indicato la strada giusta. Che ci ha insegnato, con i suoi articoli, senza mai atteggiarsi a maestro, l’essenzialità della cronaca, il coraggio, il ripudio del folclore e della ridondanza. C’è una lezione suprema nel cammino di Mario Francese: l’amore per un lavoro difficile. Ma questo mestiere si fa molto meglio quando i giornalisti sono uniti, come categoria, solidali e perciò capaci di una visione generale dei problemi sul campo. Ecco la memoria da non sporcare con la retorica o con l’indifferenza. (rp)

Le iniziative

L’Associazione siciliana della stampa e il Gruppo cronisti siciliani organizzano oggi, alle ore 9, la commemorazione di Mario Francese, cronista giudiziario del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia in viale Campania a Palermo la sera del 26 gennaio del 1979. L’omicidio di Francese ha segnato uno spartiacque nella vita pubblica e dell’informazione in Sicilia. Nelle sue inchieste c’è stata la prima intuizione sull’assalto dei corleonesi al vertice di Cosa nostra e poi contro lo Stato. Sempre oggi, nel pomeriggio alle 15, è stato organizzato un corso di formazione sul tema del diritto di cronaca e i limiti posti dalle nuove norme nella sala Orlando Sgarlata in via Francesco Crispi 286. Il tema del corso organizzato con l’Ordine dei giornalisti è “La libertà di stampa e limiti del diritto di cronaca. I rischi e i diritti dei cronisti con la nuova normativa”, come relatori Beppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa, Clelia Maltese, presidente della sezione di Palermo dell’associazione nazionale magistrati, Salvo Palazzolo, inviato di “Repubblica”, Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno per l’informazione, associazione che si occupa dei giornalisti minacciati. Coordina Roberto Leone, vicesegretario regionale Assostampa, all’inizio ci saranno i saluti del presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti Roberto Gueli. Interverrà anche il segretario regionale dell’Assostampa, Giuseppe Rizzuto.


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