"Massacrata sul letto di casa"| Così è morta la povera Angela - Live Sicilia

“Massacrata sul letto di casa”| Così è morta la povera Angela

Come i carabinieri di Trapani sono giunti ad incolpare l'ex compagno. Decisivi i rilievi del Ris

PALERMO – Massacrata sul letto di casa e il corpo fatto sparire chissà come e chissà dove. È la macabra conclusione a cui sono giunti i carabinieri di Trapani. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta della Procura e dato il via libera all’arresto di Vincenzo Caradonna. Sarebbe stato lui ad uccidere l’ex compagna, Angela Stefani nel più atroce de modi.

Gli investigatori hanno ricomposto un puzzle di indizi. Decisivo è stato il lavoro dei carabinieri del Ris di Messina all’interno dell’abitazione al civico 8 di via Giovanni Verga, a Salemi. Nel soggiorno al piano terra, dove c’era il letto matrimoniale poi fatto sparire, c’era “un considerevole numero di macchie di sangue di varie dimensioni e forme sul muro, sulle fughe del pavimento, sulla rete metallica del letto, sull’armadio, su varie suppellettili, su un tavolino di vetro”.

È il sangue di Angela. Non ci sono dubbi. Alcune tracce erano visibili ad occhio nudo, altre sono emerse utilizzando un reagente chimico, il Luminol. Qualcuno ha cercato di ripulire la scena del crimine in maniera goffa. È stata una ripulitura grossolana.

Gli esperti della scientifica di Messina hanno anche ricostruito, attraverso l’orientamento delle macchie di sangue, anche la dinamica dell’aggressione mortale. La conclusioni sono drammatiche: Angela è stata colpita con un oggetto contundente impugnato con la mano sinistra. Una raffica di colpi inferti prima in testa mentre la donna si trovava distesa sul letto, poi alle spalle una volta scesa dal lato destro del letto nel tentativo di fuggire, quindi altri due colpi mentre Angela perdeva le forze ed infine quando era ormai riversa per terra.

Perché i sospetti sono caduti su Caradonna? È l’ultima persona vista in compagnia di Angela prima della scomparsa. L’uomo, che è mancino, aveva la disponibilità esclusiva della casa. Interrogato il 18 febbraio l’ex compagno, pur avvalendosi della facoltà di non rispondere e senza che qualcuno glielo avesse chiesto, ha spiegato che era stato lui a spostare il materasso in un’altra stanza. I carabinieri del Ris lo hanno analizzato e hanno escluso che su quel materasso Caradonna avesse dormito con la compagna. Non c’era alcuna loro traccia biologica. L’uomo non ha denunciato la scomparsa di Angela. Non si è preoccupato di cercarla.

Scavando nel passato di Caradonna i carabinieri hanno ricostruito la personalità di un uomo violento. Le donne che hanno intrattenuto una relazione con lui hanno riferito di essere state picchiate selvaggiamente. Pugni, testate, addirittura frustate con dei cavi elettrici e colpi di spranga.

Agli atti dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari c’è il racconto della sorella di Caradonna. Sentita dai carabinieri scoppiò in lacrime. Temeva che il fratello avesse fatto del male ad Angela. Raccontò che il 4 gennaio 2019 corse a casa di Vincenzo Caradonna: “Ho sentito subito un forte odore di benzina e ho anche visto una pozza di liquido per terra”.

Era benzina. L’uomo arrestato oggi per omicidio avrebbe cercato di dare fuoco alla donna che un mese dopo avrebbe barbaramente assassinato.

 


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