SIRACUSA – Tributo al promotore della Corte penale internazionale, Cherif Bassiouni, e al suo Siracusa international institute for Criminal Justice and Human Rights, da 46 anni “ponte sul Mediterraneo per lo sviluppo della cultura globale della giustizia e della tutela dei diritti umani nel mondo”. Pomeriggio siracusano per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del primo anniversario dalla scomparsa del professor Bassiouni, considerato in tutto il mondo il padre del moderno Diritto penale internazionale, fondatore a Siracusa nel 1972 del già Istituto di Scienze criminali.
Mattarella è arrivato poco prima delle 15 nella sede dell’istituto, nel rione della Giudecca, cuore di Ortigia. Ha partecipato per due ore alla cerimonia insieme con un parterre d’eccezione di giuristi che negli anni hanno avuto un rapporto con l’istituto. Tra questi l’attuale presidente onorario dell’istituto e già presidente emerito della Corte costituzionale e ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, Paola Severino, vicepresidente dell’Istituto e anch’essa ex Guardasigilli, la senatrice Emma Bonino, il professor John Vervaele, attuale presidente dell’associazione internazionale di Diritto penale. Cerimonia aperta dal presidente dell’Istituto, il procuratore generale della Corte d’Appello di Rennes, Jean-François Thony, che ha ricordato come l’istituto, che si occupa dello studio, della ricerca e della formazione nel campo della giustizia penale internazionale e comparata e dei diritti umani, abbia formato in più di 40 anni 53mila giuristi da 75mila paesi diversi. “Un luogo ponte tra Est e Ovest e porta di dialogo al centro del Mediterraneo riconosciuto con Decreto del presidente della Repubblica”.
Mattarella ha preso la parola sottolineando alcuni “tra i motivi di riconoscenza che nei confronti del professor Bassiouni abbiamo il dovere di nutrire”. “Il primo ringraziamento – ha detto il Capo dello Stato – è di aver scelto l’Italia e Siracusa come sede dell’istituto, questo rende importante il ruolo della città, e per l’Italia è un grande patrimonio. Un secondo motivo – ha proseguito – è quello della costruzione del Diritto penale internazionale, riempiendo una lacuna della cultura giuridica scientifica della comunità internazionale. Un terzo motivo è quello di aver introdotto con la sua azione, in maniera decisiva, delle regole e degli ordinamenti della comunità internazionale. In una stagione storica come quella che attraversiamo, caratterizzata da tensioni, da violenze, da difficoltà di comprendere le proporzioni di alcune vicende, dagli scontri che si realizzano in molte parti del mondo, avere alcune regole della comunità internazionale e alcuni ordinamenti per applicare queste regole, per quanto parziali e certamente insufficienti rispetto alle esigenze che vi sarebbero, costituisce un patrimonio importante, un’ancora cui la comunità internazionale può guardare e affidarsi per governare le difficoltà di questa stagione. Questo – ha concluso Mattarella – rende particolarmente attuale l’attività del professor Bassiouni. Gli siamo debitori dell’azione che ha svolto perché il mondo si dotasse di regole e istituzioni che possano farle rispettare. Questo è motivo di grande riconoscenza che anche l’Italia avverte nei suoi confronti”.
Per voce del giudice della Corte penale internazionale, Rosario Aitala, anche alcune richieste al presidente della Repubblica: “Che la Corte penale internazionale – ha detto Aitala – abbia un ruolo sempre più importante nella protezione della dignità e dei diritti umani. Perché sia sempre più efficiente e indipendente, è importante che tutti i 193 Stati della comunità internazionale ne facciano parte. Per arrivare a questo – ha concluso – è importante rilanciare il ruolo dell’istituto, anello di collegamento tra culture giuridiche e quindi costruttore di pace”. Da Giovanni Maria Flick un allarme attuale, orientamento per il futuro del Diritto penale internazionale: “La tortura – ha detto – in alcuni stati è negata formalmente e tollerata sostanzialmente. Praticata e agevolata anche all’interno di stati democratici. Non si può dare con una mano l’antidolorifico e con l’altra il dolore: superare questo attraverso l’insegnamento di Bassiouni”. Al termine della cerimonia Mattarella ha scoperto la lapide commemorativa all’esterno della sede dell’istituto, intitolando di fatto il palazzo, la ex chiesa di San Francesco di Paola, nel cuore della Giudecca, al professor Bassiouni.