I sussurri contano per quello che sono. Dicerie quirinalizie, idee soprattutto interessate per sponsorizzare un cavallo e azzopparne un altro. Ma – in mancanza di fatti – di sussurri si occupa la stampa, nel raccontare la corsa alla successione di Giorgio Napolitano.
E dunque, Sergio Mattarella – giudice costituzionale palermitano – rimane saldamente tra i papabili, con mezza tacca in meno. Resta la prospettiva di fondo che renderebbe possibile la sua elezione: un profilo politicamente sbiadito, unito a un ricco curriculum, garanzia di consensi trasversali intorno al nome. Ma l’appeal internazionale – nelle stanze che contano – sarebbe ritenuto inferiore, per esempio, a quello di Giuliano Amato, altro ‘papabile’ in corsa. Mattarella e Amato sarebbero anche nell’agenda di Matteo Renzi e di Pierluigi Bersani che dovrebbero incontrarsi a metà strada, per pacificare il Pd.
Tra i nomi siciliani che si fanno, tra sussurri e corridoi, spunta quello del professore Antonio Martino, sicilianissimo di Messina e cofondatore di Forza Italia. Stabili Grasso e Finocchiaro.
