CATANIA. Almeno undici reati accertati in quello che è stato accertato essere un meccanismo perfettamente oliato. In otto mesi, tra marzo e novembre dello scorso anno, il Porto di Catania era divenuto una sorta di Far West nel quale venivano rubati i semorimorchi stracolmi di generi alimentari perlopiù surgelati, poi rivenduti nel territorio etneo. Un volume d’affari che orbitava nell’ordine dei 700/800 mila euro. Alla fine, diciotto persone sono finite in manette di cui quattro ai domiciliari; altri due sono attualmente ricercati.
Il piano criminale allestito dagli arrestati si è rivelato semplice quanto efficiente. Venivano intercettati ed agganciati i ponti-radio dell’area portuale e poi si entrava nel vivo dell’azione. Venivano procurati dei trattori stradali ai quali venivano agganciati i semirimorchi appena scaricati dalle navi: avveniva tutto mentre il dipendente o responsabile della compagnia di trasporti era impegnato nella trazione di un altro rimorchio. Dopodichè, il gioco era fatto. Tra l’altro, ad agire era tutto personale autorizzato ad entrare e uscire dal Porto di Catania.
Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha condotto indagini serrate e basate principalmente su una solida attività investigativa, sino agli arresti di stamane: sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di furto, rapina, sequestro di persona, ricettazione e simulazione di reato. L’operazione è stata denominata “Waterfront”.
Questi i nomi degli arrestati: Lorenzo Giuffrida, 44 anni Pietro Nicotra, 36 anni Arturo La Ferrera, 72 anni Mario Carmelo Rapisarda, 41 anni Alfio Pietro Andriano, 37 anni Francesco Castiglione, 30 anni Rocco Ferrara, 36 anni Sebastiano Naceto, 52 anni Antonino Castorina, 52 anni Antonino Gulisano, 43 anni Domenico Calogero, 43 anni Carlo Mauri, 46 anni Francesco Scalia, 42 anni Mattia Luca Giuseppe Nunzio Pulvirenti, 45 anni, ai domiciliari Angelo Rau, 52 anni, ai domiciliari Consolato Salvatore Coppola, 46 anni, ai domiciliari Salvatore Santangelo, 52 anni, ai domiciliari.
Il procuratore aggiunto Michelangelo Patanè: “È stata un’indagine complessa e delicata, in quanto si è svolta attraverso un’articolata attività tecnica”.
Il dirigente della Mobile, Antonio Salvago: “L’indagine è scattata dopo la denuncia di alcuni camionisti che avevano lasciato parcheggiato il semi rimorchio al Porto e che non era stato rubato. Da queste sono partite attività di osservazione, di intercettazione e anche di monitoraggio satellitare. Siamo davanti anche a persone con precedenti penali e anche sentenze passate in giudicato. Insomma persone del mestiere”
