Maxi stipendi e nuovi dirigenti | L'Esa senza spending review - Live Sicilia

Maxi stipendi e nuovi dirigenti | L’Esa senza spending review

Il direttore generale dell'ente è Maurizio Cimino, parente del deputato Michele convertitosi da poco alla causa di Crocetta. Il suo stipendio è di poco inferiore a quello del Segretario generale. Il burocrate regge anche l'interim di cinque nuove strutture che costano 100 mila euro in più. E che presto potrebbero essere guidate da nuovi dirigenti.

PALERMO – La spending review non sta di casa all’Esa. Nell’ente di sviluppo agricolo siciliano, infatti, i costi per la dirigenza, in tempi di vacche magre, magrissime, incredibilmente aumentano. E i dirigenti e i comandati proliferano. Mentre il direttore generale guadagna quasi quanto il vertice della burocrazia regionale.

Meraviglie di un ente considerato a lungo un carrozzone inefficiente. E infarcito di un piccolo esercito di funzionari direttivi che da 13 anni attendono di essere trasformati in dirigenti. Mentre nuovi dirigenti spuntano sotto il loro naso. E rischiano di aumentare ancora un po’, tra poco.

L’ente al momento è commissariato. Al vertice c’è Francesco Calanna. Un fedelissimo del governatore, e animatore del Megafono nelle ultime competizioni elettorali. Ovviamente, appena insediato, Calanna ha scoperto l’importanza della denuncia, sollevando il tema dei terreni dell’Esa che sarebbero stati sottratti alla Regione da privati.

A operare questa azione di “rottura”, a fianco del Commissario, ecco un direttore generale che invece è strettamente legato al passato. A doppio filo. Maurizio Cimino porta un cognome non casuale. È cugino di Michele, il parlamentare regionale una volta berlusconiano (anche se lui ama ricordare persino di essere stato vicino alla Rete) e recentemente convertito alla rivoluzione di Crocetta. Ma Cimino fu individuato come dirigente generale dell’Esa dall’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo. Una nomina prestigiosa e “onerosa”. E che – stando almeno ai dati ufficiali di cui è possibile trovare traccia – è anche diventata più costosa col passare degli anni.

Il contratto del direttore generale Cimino è stato rinnovato nel giugno del 2013 – durata fino al febbario del 2016 – proprio con un decreto del commissario Calanna. Un contratto individuale dall’importo apparentemente diverso da quello passato. Se, infatti, stando al sito ufficiale dell’Esa, l’indennità di Cimino, nel 2012 ammontava a circa 110 mila euro, qualcosa cambia col nuovo contratto. A dire il vero, sul sito ufficiale dell’ente appare uno specchietto sulle retribuzioni del direttore generale che “stride” un po’ col contratto individuale (che invece è introvabile nella stessa sezione “trasparenza” del sito). Se infatti il sito ufficiale parla di un compenso complessivo e lordo di circa 95 mila euro, il contratto individuale di Cimino racconta una storia diversa. Lo stipendio è composto da due voci: il trattamento economico fondamentale e quello accessorio. Il primo tra stipendio tabellare, e varie indennità (compresa la tredicesima) ammonta a quasi 114 mila euro annui lordi. Ma a questo, come detto, si aggiunge il trattamento economico accessorio che a sua volta è composto dalla retribuzione di posizione (oltre 41 mila euro) e l’indennità di risultato che ammonta al 30 per cento della retribuzione di posizione: altri dodicimila euro.

Insomma, sfioriamo i 170 mila euro annui. Nonostante Cimino assicuri: “A me arrivano, netti, non più di 6.500 euro al mese. Il mio stipendio è pari a quello degli altri dirigenti generali”. A dire il vero, quasi al livello del capo della burocrazia siciliana, il Segretario generale Patrizia Monterosso, per il quale la Regione spende poco più di 180 mila euro annui. Mentre al direttore dell’Esa il contratto riconosce anche il rimborso per le spese di missione e anche la vettura di servizio.

Ma ovviamente i costi della dirigenza non si fermano lì. Mentre infatti un gruppo di 23 funzionari direttivi attende che qualcuno riconosca loro il diritto a essere “promossi” dirigenti, il direttore generale Cimino ha portato con sé dalla Protezione civile, dove lavorava prima dell’approdo all’Esa, giunto nel 2010, anche qualche comandato. Uno di questi Antonio Tacci, costa all’Esa altri 65-70 mila euro l’anno.

E intanto, proliferano le postazioni dirigenziali. Una delibera dell’Esa che risale alla metà del 2012 è stata resa esecutiva prima da una delibera di giunta, quindi da una decisione del Commissario straordinario. Questa prevede l’adeguamento a quanto previsto dalla legge 10 del 2000. Per farla semplice, in questo caso, l’Esa prevede l’istituzione di cinque nuove strutture intermedie. Che dovranno essere coperte da cinque dirigenti. “Ma al momento non ne abbiamo disponibili” spiega il direttore Cimino. Un vero paradosso, in un ente dove 23 persone ritengono di aver diritto alla qualifica di dirigente. Una pretesa finita anche in un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Palermo dal Movimento cinque stelle.

Dirigenti disponibili, al momento, però, all’Esa non ce n’è. Ma intanto il direttore generale ha provveduto alla “pesatura” di queste strutture. Un calcolo dal quale è stato tirata fuori anche la retribuzione di parte variabile destinata ai dirigenti. Che al momento, come detto, non esistono. E allora? Semplice: il direttore generale ha avocato a sé l’interim di queste cinque direzioni. Che costano (o costeranno) circa 19 mila euro l’anno ciascuna. A chi vanno quesi soldi? “Non a me – precisa Cimino – quegli interim non fanno che aumentare le responsabilità, senza assicurarmi un euro in più”. Se non vanno al direttore generale, però, quei soldi a qualcuno dovranno andare. A chi? “Il dirigente – lamenta qualcuno dall’Ente – sarà costretto a chiamare nuovi dirigenti dall’esterno”. All’Esa, del resto, la spending review non è di casa.


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