Mayer: "Adesso ci crediamo | Stiamo facendo cose incredibili" - Live Sicilia

Mayer: “Adesso ci crediamo | Stiamo facendo cose incredibili”

Il direttore sportivo della Fortitudo Agrigento, in esclusiva per LiveSicilia Sport, ha ammesso che l'andamento di questi quarti dei playoff contro Verona stanno andando ben oltre le più rosee previsioni, ma la squadra non vuole svegliarsi dal sogno.

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AGRIGENTO – Non fate suonare la sveglia, almeno non prima di sabato. La Fortitudo Agrigento, dopo aver ribaltato il fattore campo nella serie contro Verona, si è portata ad una sola vittoria dalla qualificazione alle semifinali playoff. Un risultato impensabile un anno fa, quando la squadra di coach Ciani era sì ai playoff, ma come vincitrice del torneo di A2 Silver e senza alcuna pretesa, tant’è che venne eliminata senza patemi da una Trento che oggi sogna quasi lo scudetto. Adesso invece la squadra del patron Moncada sogna il colpaccio e punta a portare a casa lo scalpo di una Tezenis favorita d’obbligo per il salto in massima serie. Un pronostico che ha iniziato a scricchiolare in gara 1 e che da lì non s’è più ripreso, grazie ad una Fortitudo capace di giocarsela alla pari. Un atteggiamento che sorprende anche chi vive l’ambiente fortitudino da dentro, come il direttore sportivo Christian Mayer, che a LiveSicilia Sport ammette di aver visto superate tutte le sue aspettative: “Ci sorprendiamo di partita in partita: in gara 1 non sapevamo come potesse andare, anche perché in casa loro in regular season non c’è stata storia. Ce la siamo giocata e alla fine forse non ci abbiamo creduto tantissimo, poi gara 2 l’abbiamo vinta e ci siamo chiesti come avrebbero reagito, e alla terza ci siamo ripetuti. In queste tre partite è sembrato che noi avessimo qualcosa in più”.

Tre sfide in cui la Fortitudo si è dimostrata superiore alla capolista. Anche gara 1, l’unico match vinto da Verona, è stata per oltre tre quarti un monologo fortitudino, prima della rimonta firmata Monroe. Una mancata vittoria che sarebbe potuta valere un clamoroso 0-3 nella serie, un pensiero che non crea pressioni nello spogliatoio di Agrigento: “C’è il rimpianto, siamo stati avanti per oltre trenta minuti e potevamo fare qualcosa di veramente incredibile. Però viviamo il tutto abbastanza serenamente, non soffriamo la pressione e siamo consapevoli di fare qualcosa di buono”. Soprattutto in difesa si è vista un’ottima Fortitudo, capace di tenere Verona a punteggi sempre più bassi nel corso delle tre sfide e di limitare anche gli americani della Tezenis: “Forse non a livello di punti – sottolinea Mayer -. I nostri, però, sono saliti di livello. Sappiamo di essere in condizione e la concentrazione è alta”.

Intanto, la città vive un momento di entusiasmo senza eguali per la sua storia sportiva. Dopo il ritorno dell’Akragas in Lega Pro, la Città dei Templi sogna un’altra promozione storica nella massima serie della pallacanestro. Un traguardo ancora troppo lontano, ma che ha permesso alla Fortitudo di aumentare il proprio bacino d’utenza e di “unirsi” ai festeggiamenti della squadra di calcio: “Agrigento è una città calciofila – ammette il dirigente fortitudino – noi dobbiamo costruirci la nostra fetta di pubblico senza cercare di rubare tifosi a nessuno. C’è sintonia nel senso che si crea entusiasmo sportivo in città, sta aumentando la voglia di sport nei tifosi agrigentini”. Una spinta importante, che però non influenza minimamente la concentrazione dei giocatori: “Viviamo questi playoff con entusiasmo e siamo felici di non vedere appagamento. Qui vogliamo gente affamata, gente che voglia migliorarsi. Con l’atteggiamento giusto è quasi impossibile che non arrivi un risultato sportivo”.

Atteggiamento positivo e scelte oculate. Da neopromossa, la Fortitudo, non ha potuto fare colpi sul mercato, eppure il d.s. Mayer ha dimostrato di sapersi muovere con astuzia. E dagli USA, al netto di tante incognite, ha portato a casa un Penny Williams ormai pronto per il salto di qualità: “Sinceramente, avendo un budget diverso, noi abbiamo deciso di puntare su un rookie. Non so se è la nostra mentalità o il nostro allenatore a farlo rendere bene, però non è mai facile puntare su una matricola, perché non sai come si ambienta”. Anche chi ha avuto difficoltà in regular season come Dudzinski sta finalmente mostrando tutto il suo valore, pur impegnato in un continuo matchup con l’MVP del campionato, Darryl Monroe: “Lo stesso vale per Dudzinski, noi sappiamo quanto si impegna e abbiamo visto la sua volontà a giocare nonostante gli infortuni. Sono felice che anche lui adesso stia avendo quel che si merita”.

Chi merita un applauso particolare, infine, è Franco Ciani. Il tecnico friulano nelle sue quattro stagioni alla guida della Fortitudo è stato protagonista di un’ascesa senza paragoni, ma ha dato soprattutto un’impronta di gioco a dir poco perfetta alla sua squadra. Un lusso per la categoria, come dimostrato ancora una volta in questi playoff, che Agrigento ha avuto la fortuna e la bravura di trovare sin dai tempi della DNB. Meriti della dirigenza che però si mischiano con una miopia ingiustificabile del basket italiano: “La pallacanestro italiana è gestita un po’ come la politica italiana…”, dichiara senza giri di parole Mayer, che sottolinea inoltre quanto abbia influito la piazza agrigentina: “In un ambiente familiare come il nostro c’è grande equilibrio, i nostri giocatori non sentono pressioni e sono liberi di dare il meglio. Qui non si punta il dito su nessuno e il coach cerca sempre di motivarli. Siamo quasi in una scuola, qui si impara a migliorarsi e mettiamo in evidenza i difetti per migliorarli. Non so se sia una ricetta vincente, però sta pagando e ha pagato a tutti i livelli fino alla A2 Gold finora”. E chissà se per Ciani e per Agrigento questo metodo non possa portare ancora ad un livello superiore. Due promozioni in tre anni, d’altronde, non si ottengono per caso.


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