“Questo fermo fa crescere la tensione nella marineria siciliana ed in quella di Mazara del Vallo in particolare. Mi auguro che la vicenda venga chiarita al più presto e le barche possano tornare al lavoro senza alcuna preoccupazione per i marittimi imbarcati sugli stessi natanti. Attendiamo gli sviluppi e siamo convinti che le nostre autorità diplomatiche faranno di tutto perché venga restituita serenità alle famiglie dei pescatori fermati ed a tutta la marineria”. Lo dichiara il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi, dopo che tre pescherecci di Mazara del Vallo sono stati sequestrati ieri a 40 miglia dalla costa libica da una motovedetta del Paese nordafricano. I pescherecci – il ‘Boccia’, l”Antonino Sirratò ed il ‘Maestrale’ – sono stati dirottati nel porto di Bengasi. Della vicenda si sta occupando l’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi.
“Sparati colpi in aria”
“Non è vero che non sono stati sparati colpi di arma da fuoco. Per fermare i tre pescherecci mazaresi i libici che li hanno affiancati hanno sparato in aria”. Lo dice Piero Asaro, armatore del peschereccio ‘Antonino Sirrato’ sequestrato ieri pomeriggio insieme con i pescherecci ‘Boccia’, di cui è armatore Maurizio Giacalone e ‘Maestrale’, i cui armatori sono i fratelli Vito e Giuseppe Margiotta. Asaro ha appreso delle fasi del sequestrato dal comandante del suo peschereccio, Francesco Di Giovanni, che è riuscito a sentire intorno alle 23 di ieri, circa un’ora prima che i natanti giungessero nel porto di Bengasi dove si trovano attualmente. “Ho saputo – racconta Asaro – che i pescherecci mazaresi si trovavano a 42 miglia dalla costa libica quando, intorno alle 18, sono stati affiancati da un motoscafo con a bordo cinque libici vestiti in borghese. Per intimare i nostri marittimi a fermarsi i libici hanno sparato in aria alcuni colpi di arma da fuoco. Successivamente in due, armati, sono saliti a bordo del ‘Boccia’, altri due, anche loro armati, a bordo del ‘Maestrale’, mentre il motoscafo, con il quinto uomo, si è affiancato all”Antonino Sirratò. Al momento non sappiamo in che modo metterci in contatto con l’equipaggio”. “L’unico contatto che abbiamo – conclude – è con il console Guido De Santis che abbiamo sentito stamani e che ieri sera era al porto di Bengasi quando lì sono arrivati i tre pescherecci mazaresi i cui equipaggi, ci è stato riferito, sono rimasti a bordo. Il console ci ha detto di stare tranquilli, ma le modalità del sequestro non ci lasciano affatto tranquilli”.
La Farnesina segue il caso
Su istruzioni del ministro degli Esteri Giulio Terzi, l’ambasciata d’Italia a Tripoli e il consolato generale a Bengasi stanno seguendo sin dalle prime fasi la vicenda dei tre motopescherecci italiani posti in stato di fermo dalle autorità libiche la scorsa notte. Il console generale a Bengasi, Guido de Sanctis – si apprende – si è immediatamente attivato per una rapida soluzione del caso, e ha già svolto una visita delle tre imbarcazioni, constatando la buona salute degli equipaggi, con i quali si mantiene in costante contatto offrendo rassicurazioni sull’attivo interessamento della Farnesina. Il ministro Terzi ha chiesto al nostro Ambasciatore a Tripoli, Giuseppe Buccino, di effettuare interventi presso le autorità libiche, auspicando che si arrivi al più presto ad una positiva conclusione della vicenda.