PALERMO – Stavano costruendo un immobile abusivo a Ciaculli e arrivò la Forestale. Niente paura, la macchina per stoppare i controlli si mise in moto. I passaggi sono stati registrati dalle microspie e sono confluiti nell’inchiesta che ha travolto il distaccamento di Villagrazia del Corpo forestale della Regione siciliana.
Il proprietario del terreno, Piero Buscemi, destinatario di un avviso di garanzia, chiamò subito Antonino Chiazzese, dipendente dell’Amia con le amicizie giuste: “Buongiorno zio Nino veda che è salita di nuovo la Forestale, che dobbiamo fare”. Dopo avergli suggerito la linea da tenere – “non devi dirgli niente” -, Chiazzese prese il telefono e contattò Antonio Polizzi, comandante del distaccamento da ieri ai domiciliari assieme allo stesso Chiazzese: “Vedi che ci sono gli amici tuoi e sono andati a rompere la m… a quelli… là nel cantiere… gli dici che non rompono e se ne vanno”.
Il passaggio successivo fu la telefonata di Polizzi all’ispettore Antonio Sacco, pure lui sotto inchiesta: “Senti una cosa mi ha chiamato quello, Chiazzese e mi ha detto fra un quarto d’ora fatti trovare al bar quello che c’è là a Ciaculli… tra un quarto d’ora là, ciao”.
Il 25 agosto 2014 per Buscemi arrivò la convocazione dalla polizia giudiziaria per alcuni chiarimenti sul cantiere nel frattempo finito sotto sequestro. Una volta finito l’incontro Buscemi avvertì subito la moglie. Il pentolone era stato scoperchiato: “Il discorso è serio… per la Forestale che mangia… hanno le telefonate, i tabulati…”. Buscemi pagò una mazzetta da mille euro al comandante Polizzi. È stato lui stesso ad ammetterlo.
