"Meglio precaria qui, rinuncio" - Live Sicilia

“Meglio precaria qui, rinuncio”

La storia di Angela Culmone, che ha deciso di restare in Sicilia e insegnare matematica da supplente 'precaria' in due scuole medie del palermitano, invece di trasferirsi in Emilia Romagna e firmare un contratto a tempo indeterminato.

le assunzioni nella scuola
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PALERMO – Ha deciso di restare in Sicilia e insegnare da supplente ‘precaria’ insegnante di matematica in due scuole medie del palermitano, invece, di trasferirsi in Emilia Romagna e firmare un contratto a tempo indeterminato. Almeno per quest’anno. Angela Culmone, 38 anni, due figli piccoli di 4 e 6 anni, una laurea in scienze naturali, da otto anni è precaria, ma ha le idee chiare. Intanto, resterà a Palermo. Poi si vedrà. “A mezzanotte e un minuto ho ricevuto un’email dal ministero dell’Istruzione – racconta Angela -, nella quale mi veniva comunicato che avevo ottenuto un incarico di ruolo in una scuola della provincia di Bologna, ma ho deciso di accettare le supplenze in due scuole medie della provincia di Palermo (una a San Cipirello, l’altra a San Martino delle Scale) perché si trovano a 30 minuti da casa. Ho due bimbi piccoli e in questo modo potrò prendermi cura di loro”. “Mio madre è invalida e mio marito – spiega la docente, precaria da otto anni – ha un negozio. Affidarli a lui i bambini per l’intera giornata sarebbe complicato. Andare a Bologna adesso sarebbe traumatico, così come lasciare seduta stante tutta la mia vita per ricominciare altrove. E poi al Nord è dura se puoi contare su un solo stipendio: qui almeno abbiamo una casa di proprietà e per fortuna non dobbiamo pagare mutui”.

“Sono riuscita a ottenere delle supplenze – aggiunge -. Sono ottimista spero di riuscire ad avere un’assegnazione provvisoria anche qui il prossimo anno. Se tra dodici mesi si riproporrà la medesima situazione, valuterò se trasferirmi a Bologna o meno. C’è ancora tempo anche per capire come organizzarsi”. Una decisione quasi obbligata quella di Angela: “Avrei preferito essere libera di scegliere. Invece – sottolinea – mi sono ritrovata davanti a un bivio: accettare il ruolo o restare fuori dalle graduatorie. Sono stata messa con le spalle al muro”.

(ANSA)


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