Meloni, Orban, la difesa di Dio e le strumentalizzazioni a fini elettorali - Live Sicilia

Meloni, Orban, la difesa di Dio e le strumentalizzazioni a fini elettorali

I fondamentalismi targati sono assai pericolosi
SEMAFORO RUSSO
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Bisogna ammetterlo, scrivo da credente, Dio Padre, nostro Signore Cristo Gesù e la Vergine Maria sono adesso in una botte di ferro. Immagino quanto fossero preoccupati prima della ferma presa di posizione della premier italiana Giorgia Meloni, in compagnia dell’amico ultra conservatore e ultra nazionalista Viktor Orbàn, primo ministro ungherese, sulla sacra missione di “difendere Dio”, cioè noi creature lì a difendere l’Assoluto, L’Onnipotente.

Io sapevo, invece, che dovremmo testimoniarlo con la vita e le opere, però, non sottilizziamo. Forse lo dobbiamo difendere dagli infedeli, da chi minaccia la nostra identità occidentale, europea, i nostri valori cristiani, dimenticando gli orrori che nel corso dei secoli sono stati perpetrati esattamente dai cristiani, magari autoproclamatisi guardiani della vera fede o della suprema “razza” bianca. Orrori commessi nei confronti di altre culture, etnie, religioni per portare il Vangelo di Gesù, se massacrando, colonizzando e sfruttando intere popolazioni importa poco. Culture, etnie, religioni ritenute inferiori, primitive, addirittura maligne.

Anche Cristo può dormire sonni tranquilli, mi si perdoni la profana umanizzazione, da quando la Lega ha presentato alla Camera una proposta di legge per imporre l’esposizione del Crocifisso nei luoghi pubblici della nazione e all’estero nelle nostre sedi diplomatiche. Lasciamo perdere l’aspetto tecnico-giuridico – già sviluppato in sede giurisprudenziale con una sentenza della Corte di Cassazione riguardante il Crocifisso nelle scuole che invita, nella sostanza, a prendere in merito soluzioni condivise nell’ambito degli organi collegiali – e restiamo in quello sociale e culturale: ma davvero qualcuno pensa (per ragioni propagandistiche) che basta appendere i crocifissi per affermare i valori cristiani?

Lasciamo perdere pure la questione sulla laicità dello Stato – intesa non come l’essere contro le religioni ma, al contrario, come rispetto incondizionato, costituzionalmente garantito, di ogni credo, dello stesso ateismo o agnosticismo, e mi chiedo: davvero c’è chi ritiene che un obbligo esteriore, con sanzioni pecuniarie pesanti in caso di violazioni, possa assolverci da tutti i crimini, le contraddizioni, passate e presenti, i compromessi, le basse convenienze di cui ci siamo macchiati e continuiamo a macchiarci attraverso azioni tutt’altro che evangeliche? O esentarci dalla necessaria coerenza tra ciò che affermiamo e poi pratichiamo?

Vengono richiamati i principi universali su cui poggia l’Occidente cristiano, l’Europa cristiana. Se ci vogliamo fermare all’Europa, meglio, all’Unione europea, attualmente non vediamo nulla di lontanamente umano, altro che cristiano. Dinanzi all’immensa tragedia delle migrazioni dall’Africa verso il Continente europeo, con migliaia e migliaia di morti, dinanzi all’immensa tragedia della guerra (ci sono numerose guerre, non soltanto in Ucraina) la UE sta mostrando la sua debolezza, i suoi egoismi nazionali, la sua strutturale inadeguatezza a fronteggiare problemi complessi e ineluttabili. Non è un’interlocutrice autorevole perché è divisa, perché in concreto non esiste nella forma di unica comunità culturale politica, economica e militare.

Infine, la Vergine Maria, protetta strenuamente da Matteo Salvini con i suoi rosari agitati nei comizi leghisti, lo ricordiamo perfettamente, tipo fossero delle armi mostrate agli avversari politici, con le sue “consacrazioni” dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria – fa la concorrenza al Papa – che in cambio di tanto ardore – incredibile, l’ha detto in una kermesse del Carroccio – avrebbe fatto vincere la Lega. Insomma, la Madonna con la tessera leghista in tasca. Speriamo che si fermino qui, le strumentalizzazioni della fede per ragioni elettorali, le degenerazioni religiose nel materialismo e i fondamentalismi comunque targati sono assai imprevedibili nelle conseguenze e, soprattutto, pericolosi.

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