PALERMO – Un costo del personale praticamente raddoppiato nel giro di un anno, senza che nessuno al Comune sappia spiegarsi il perché. Migliaia e migliaia di euro di bollette per luce e acqua pagate per anni da Palazzo delle Aquile, anziché dai concessionari. E una dirigente che ammette candidamente di non saper cosa rispondere.
I mercati generali di Palermo, ovvero quello ittico e quello ortofrutticolo, sono ormai una continua sorpresa: bagni non a norma, minacce di chiusura da parte delle autorità sanitarie e dei vigili del fuoco, cooperative abusive che per trent’anni hanno operato indisturbate, presunte infiltrazioni criminali. Situazioni così allarmanti che, oltre all’intervento della magistratura, hanno spinto il Comune a un giro di vite con l’installazione di telecamere ma soprattutto a un turn over totale dei dipendenti dell’ittico deputati a vigilanza e guardiania, oltre all’identificazione di chi entra e chi esce.
Nelle ultime settimane i mezzi d’informazione hanno anche riportato il caso della neo dirigente Alfonsa Arena, nominata il 27 gennaio e che ha già chiesto di potersene andare, dopo aver chiesto di chiudere i mercati ed essere stata oggetto di un procedimento disciplinare da parte dell’amministrazione, oltre che di intimidazioni. Una situazione a dir poco caotica.
Ma la novità sta in alcuni dati contenuti nella risposta della Arena all’atto ispettivo promosso dal capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo, che chiedeva appunto numi sui mercati e il loro funzionamento. Gli uffici infatti mettono nero su bianco alcune anomalie: i costi dell’ortofrutticolo, per esempio, dal 2012 al 2013, ovvero con il cambio di amministrazione e l’arrivo della capoarea Maria Mandalà, calano drasticamente da quasi 249mila euro a 137.496, dove per costi si intendono le utenze, l’acquisto di beni o la Gesip. Un calo improvviso dovuto anche al fatto che il Comune ha deciso di installare i contatori negli stand per non pagare più, al posto di altri, la corrente elettrica o l’acqua. Insomma un risparmio di 111mila euro solo nel 2013. Le spese nel 2010 ammontavano a 275mila euro e gli introiti erano pari a zero, con un passivo di 13mila euro. Nel 2011 il Comune ha speso 256mila euro in servizi e nel 2012 248mila. Insomma, volendo far di conto, gli introiti, cioè la differenza tra lo speso e l’incassato, nel 2012 ammontavano ad appena 2.140 euro e nel 2011 a 3.757. Nel 2013 il cambio di passo, con il Comune che ha dato un taglio alle bollette pagate al posto di altri e che ha fatto così lievitare gli introiti.
All’ittico le cose non vanno meglio. Se nel 2010 il Comune ha speso 10.048 euro in più di quanto ha incassato, nel 2013 con la Mandalà il Comune ha diminuito i costi dei servizi che sono passati dai 128mila euro del 2012 a 84mila e contestualmente gli introiti sono quasi raddoppiati (da 35mila a quasi 70mila). Nel 2010, solo per utenze e beni, il Comune spendeva all’ittico quasi 170mila euro andando in rosso, nel 2011 139mila euro. Gli introiti sono stati di 13mila euro nel 2011, di 35mila nel 2012 e il boom nel 2013.
Capitolo a parte meritano le spese del personale. Se all’ortofrutticolo nel triennio 2010-2012 la spesa si è mantenuta sul mezzo milione, all’ittico dal 2011 al 2012 è raddoppiata: da 354.243 euro alla bellezza di 704.476. Un’enormità di cui nessuno, in via Ugo La Malfa, riesce a spiegarsi il motivo. E dire che oggi risultano in servizio tra i due mercati appena 40 dipendenti tra amministrativi, uscieri e pulizieri con l’ortofrutticolo aperto solo 12 ore al giorno.
“E’ una vicenda di cui dovrà interessarsi la commissione Trasparenza e garanzia che ha il ruolo istituzionale per farlo – commenta Tantillo – dalle risposte alla mia interrogazione non si riesce a giustificare il costo del personale, non è possibile un’esplosione del genere, così come appare inverosimile che le spese sostenute dal Comune siano dimezzate. Vuol dire che qualcosa non funzionava prima, che qualcuno non ha controllato: mi congratulo con chi in questo ultimo anno ha saputo riportare la situazione alla normalità. Ma c’è ancora molto da fare per i mercati, la commissione potrà avere un importante spunto dalla mia interrogazione”.
Ma, come detto, la Arena il 4 marzo scrive che dal suo insediamento (27 gennaio) non è riuscita a venire a capo di alcune questioni poste dal consigliere. Una risposta che appare incredibile visto che parliamo di uffici comunali, ma che la dice lunga su quanto accade ai mercati generali di Palermo.