Morire a 20 anni. E’ un destino crudele e assurdo quello che ha travolto un ragazzo in una piovosa notte palermitana. Filippo Gattuso, questo il suo nome, guidava la sua Peugeot 106 quando si è schiantato contro un’ambulanza parcheggiata sulla corsia di emergenza della A29. Filippo è morto e oggi la sua bacheca Facebook è colma di messaggi d’amore lasciati da amici e parenti. Facebook, social network spesso demonizzato, diventa un moderno epitaffio per esprimere amore ad un ragazzo che viene ora chiamato angelo custode. Si esprime anche dolore, incredulità e rabbia verso questo destino spietato che ha strappato all’amore dei propri cari un piccolo uomo con una vita davanti. Riportiamo due messaggi letti in bacheca, senza la minima volontà di intrusione, con lo scopo di commemorare colui che dalle parole di chi lo amava ci appare come un ragazzo “speciale”. Dolcissimo il messaggio della fidanzata che parla ancora al suo amore: “Amore mio sono d nuovo qui a scriverti..ti ho visto d nuovo..amore anche in questa circostanza sei bellissimo..sei il mio angelo.. hai detto che eri solo mio.. ora sono certa che manterrai la promessa..amore ovunque tu sia stammi vicina..TI AMO..SEI LA MIA VITA”. Ancora il messaggio di un amico strazia il cuore: “Filooooooooooooooo ciaooooooooooooo belloooooo…ti lascio quest’ultimo messaggio e ti auguro un buon viaggio verso un altro luogo…vola liberoo con le tue grandii aliii e guardarci dall’alto…guardaci crescere come saresti dovuto crescere anche tu. Addio amico mio, addio compagno di squadra, addio fratello acquisito…ciaooooooooooooooo ti voglio beneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee”.
“Probabilmente causa dello scontro è stata la pioggia”. Questo quanto ha dichiarato a caldo Giovanni Messina, comandante provinciale della sezione della Polizia Stradale di Palermo. In ogni caso le dinamiche sono ancora da
accertare. Nella portineria dell’abitazione del ragazzo si respira, come è normale, un’aria triste e affranta. Il silenzio lascia spazio alla pioggia scrosciante che si infrange sull’asfalto. I pochi conoscenti assiepati davanti il portone per
tirare qualche nervosa boccata di fumo, sono attoniti: “Non sappiamo ancora nulla, gli amici stretti sono sopra, con i parenti”. Non saliamo per rispetto di un dolore troppo grande per essere spiegato a parole. Dentro la portineria
il piccolo tavolo con il registro delle firme fa da testimone dell’affetto per Filippo.
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