Sanità, peculato e corruzione: milioni alla 'Nemo Sud', 9 indagati NOMI -

Sanità, peculato e corruzione: milioni alla ‘Nemo Sud’, 9 indagati NOMI

Intercettazioni e interrogatori. I particolari

MESSINA – Peculato e corruzione, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip a carico di 9 indagati: disposte misure cautelari personali e reali. L’inchiesta è coordinata dal Procuratore capo Antonio D’Amato. I particolari.

L’inchiesta

Le indagini nascono nel 2019, dopo la denuncia di un medico in servizio nel Policlinico universitario di Messina, che aveva segnalato irregolarità nella gestione del centro clinico privato ‘NemoSud’. Si tratta di un polo costituito nel 2012, per la riabilitazione neurologica.

Attraverso interrogatori e intercettazioni, i carabinieri hanno verificato che, tra il 2012 e il 2021, grazie a convenzioni “vantaggiose” per il centro, “si è consentito a una clinica privata di operare in un ospedale pubblico, con costi a carico dell’erario, in assenza dell’autorizzazione e dell’accreditamento della Regione Siciliana”.

Le accuse agli ex dirigenti

Gli ex dirigenti del Policlinico avrebbero “esternalizzato arbitrariamente, in favore del centro privato, le prestazioni di neuro-riabilitazione – scrivono gli investigatori -, stornando il rimborso delle spese da parte del servizio sanitario regionale”.

In questo modo, avrebbero “distratto fondi pubblici, destinando al centro clinico Nemo Sud rilevanti somme di denaro appartenenti alla struttura pubblica”.

E ancora, il centro privato avrebbe utilizzato un codice sanitario, per le prestazioni effettuate, che prevedeva un rimborso da parte della Regione “nonostante – scrive ancora la Procura di Messina – la medesima Regione non avesse programmato quel tipo di prestazioni da parte del Policlinico”.

I nomi degli indagati

Tra gli indagati anche l’assessore Giovanna Volo, ex direttore sanitario dell’ospedale universitario, che ha replicato alle ipotesi della magistratura e il commissario dell’Asp di Catania Giuseppe Laganga, ex direttore amministrativo del Policlinico di Messina.

Indagato anche Alberto Fontana, ex presidente della fondazione Aurora onlus che gestisce la clinica Nemo Sud e Mario Melazzini, anche lui alla guida della Fondazione collegata al centro Nemo Sud, Giuseppe Pecoraro, commissario straordinario del Policlinico, Paolina Reitano, ex direttrice sanitaria del Policlinico, Marco Restuccia, direttore generale del Policlinico.

E ancora, Giuseppe Vita, medico dirigente dell’unità operativa di Neurologia del Policlinico, Michele Vullo, 68 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico.

Le misure

Giuseppe Vita, Mario Giovanni Melazzini, Alberto Fontana, Giuseppe Laganga Senzio sono destinatari della misura cautelare del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare impresa in ambito sanitario.

A tutti e nove gli indagati ciascuno pro quota, è stato disposto il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per l’importo complessivo di 11 milioni di euro, pari ai fondi pubblici distratti. L’ordinanza delle misure cautelari è stata firmata dal gip Claudia Misale.

La corruzione

A un medico del Policlinico è contestata la corruzione, si tratta di un addetto alla verifica delle attività sanitarie di NemoSud.

Il dottore avrebbe prima “sostenuto” la costituzione della clinica privata e poi “permesso l’arbitraria erogazione delle prestazioni di neuro-riabilitazione”, ricevendo, “in cambio di tale condotta, l’incarico di direttore clinico del centro privato, nonché l’assunzione di alcuni familiari” all’interno della struttura.

La Procura contesta che i familiari avrebbero ricevuto “contratti di diritto privato, in assenza di concorso pubblico e solo sulla base del gradimento dei responsabili del centro privato”.

Le misure

Per quattro indagati è stato disposto il divieto temporaneo di contrarre con la pubblica amministrazione ed esercitare impresa in ambito sanitario. Disposto anche, nei confronti di 9 indagati, il sequestro preventivo di beni del valore di 11 milioni di euro, ” pari ai fondi pubblici distratti”.


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