L'ossimoro di Messina Denaro, il 'criminale onesto' - Live Sicilia

L’ossimoro di Messina Denaro, il ‘criminale onesto’

Le affermazioni del capomafia lasciano pensare.
SEMAFORO RUSSO
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3 min di lettura

Pensavo che il premio dell’ossimoro più arguto fosse stato vinto anni fa da alcuni abusivi nell’agrigentino che protestando contro la possibile demolizione delle loro case eressero un cartello con la scritta: “Noi siamo abusivi regolari”. Chissà se l’episodio è reale o leggenda. E invece no, il re degli ossimori e delle contraddizioni più curiosi, ma considerato l’autore anche più inquietanti, pare sia Matteo Messina Denaro – in questo momento alle prese con la sua salute in fase di peggioramento a causa di un tumore al colon -, almeno leggendo il verbale del suo primo interrogatorio dinanzi al procuratore Maurizio De Lucia e all’aggiunto Paolo Guido.

Ossimori o contraddizioni plateali, attraverso cui lui forse tenta di confondere gli interlocutori – come se i nostri magistrati fossero alle prime armi nel contrasto al fenomeno mafioso – e comunque l’opinione pubblica rassicurando, al contempo, chi di dovere circa la sua ferma decisione di non pentirsi.

Sono tre le affermazioni del Messina Denaro che sanno di burlesco e, ammettiamolo, sono segno di un cervello sopraffino. La prima. “Io sono un uomo d’onore ma non sono mafioso”. Strana distinzione, perché se io vengo accusato di gravissimi reati di mafia, alcuni già giudicati in via definitiva, e voglio dichiarare la mia estraneità ai fatti contestatimi non ricorro a un ambiguo gioco linguistico, dico soltanto che sono innocente e che non conosco Cosa Nostra, ciò per cercare di convincere gli inquirenti della mia non appartenenza al sodalizio mafioso. In soldoni, non mi sognerei mai di utilizzare l’espressione “uomo d’onore”, tranne, forse, nel caso volessi mandare un messaggio.

La seconda.” mi definisco un criminale onesto”. Un ossimoro inedito per stravolgere il significato di onestà. Secondo la filosofia del Messina Denaro, che giura di non entrarci nulla con omicidi e stragi, possono convivere due termini assolutamente contrapposti, criminale e onesto. Potremo, quindi, incontrare ladri disonesti e ladri onesti, assassini disonesti e assassini onesti, corruttori e corrotti disonesti e corruttori e corrotti onesti, eccetera eccetera. Ci sarebbe da stravolgere il codice penale – mica puoi, a ugual reato, irrogare la medesima pena al delinquente disonesto e a quello onesto -, il catechismo della Chiesa cattolica, la morale, l’etica dei comportamenti, insomma bisognerebbe rivedere tutta la scala dei valori su cui si basava la società delle persone perbene prima dell’avvento del pensiero del padrino di Castelvetrano o, quantomeno, aggiornarla.

Infine ecco uno straordinario contorcimento cervellotico: “Bernardo Provenzano? Lo conosco solo dalla TV” ma gli scriveva. Spettacolare. Con il boss corleonese intratteneva una fitta corrispondenza, sentite la spiegazione, “perché quando si fa un certo tipo di vita – parole di Messina Denaro – poi arrivato ad un dato momento ci dobbiamo incontrare perché io latitante accusato di mafia lui latitante accusato di mafia dove si va… io chiedevo favori a lui se me li poteva fare e lui chiedeva favori a me se glieli potevo fare”.

Quindi, io sono uomo d’onore ma non mafioso, sono un criminale ma onesto, mi si attribuiscono omicidi e stragi che non ho commesso, né in qualità di esecutore né di mandante, e che faccio? Intrattengo una fitta corrispondenza con un boss mafioso sanguinario, latitante, che dichiaro di non conoscere. Un’ammirevole acrobazia della mente con triplo salto mortale. Di simili acrobazie è pieno il verbale dell’interrogatorio unitamente a delle sfide vere e proprie nei confronti dello Stato.

Un esempio per concludere. Messina Denaro nega qualunque tipo di contatto con soggetti delle istituzioni però avverte i pm che era in grado di individuare la collocazione delle telecamere a Campobello di Mazara, a Castelvetrano e che se non fosse stato per la sua malattia mai lo avrebbero catturato. Perché tanta tracotanza? Sicuri che non beneficiasse di protezioni? La risposta è scritta nelle cose.


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