Messina Denaro, due ore nel box con una donna: una pistola con 50 colpi - Live Sicilia

Messina Denaro, due ore nel box con una donna: una pistola con 50 colpi

I retroscena delle perquisizioni a Mazara del Vallo

PALERMO – Mazara del Vallo è un altro luogo chiave della latitanza di Matteo Messina Denaro. Si sentiva protetto e sicuro nella cittadina in provincia di Trapani.

Dal box di un complesso residenziale parte un nuovo fronte investigativo. Il giorno che i carabinieri del Ros lo hanno arrestato davanti alla clinica “La Maddalena” di Palermo, Matteo Messina Denaro aveva un cellulare. Gli investigatori hanno iniziato a mappare ex post tutti i suoi spostamenti.

Il 31 ottobre 2022 il suo telefonino è stato localizzato in via Castelvetrano a Mazara del Vallo. Una strada dove spesso faceva tappa anche Lorena Lanceri, vivandiera del padrino condannata per concorso esterno in associazione mafiosa. La procura di Palermo ha recuperato le immagini di una telecamera di sicurezza.

Si vedeva giungere alle 16:30 la Giulietta di Messina Denaro, sostare per venti minuti in attesa dell’arrivo della Fiat 500 di Lanceri. Poi hanno ripreso la marcia insieme in direzione del civico 45 C di via Castelvetrano dove ieri i poliziotti dello Sco e i carabinieri del Ros si sono presentati con un ordine di perquisizione firmato dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.

Messina Denaro Denaro e Lanceri sono rimasti nel residence per circa due ore. I due avevano un rapporto di grande complicità e intimità tanto da suscitare la gelosia della maestra Laura Bonafede, storica amante di Matteo Messina Denaro, che della Lanceri si serviva come tramite per comunicare con il capomafia. Gelosia ma anche segreti dunque, le cui tracce potrebbero essere contenute nei documenti trovati nel box.

Il giorno dell’arresto, nella Giulietta del capomafia di Castelvetrano, è stata trovata una chiave che apre il cancello di accesso ai garage del residence. Un’altra chiave la possedeva Lancieri.

Non è tutto, perché nel complesso ci sono altri due garage di proprietà di due persone (una è il fermato, Giuseppe Di Giorgi) a cui si accede con altrettante chiavi trovate a casa di Rosalia Messina Denaro, sorella del latitante e suo altre ego mafioso, e di Andrea Bonafede, l’operaio del Comune di Campobello di Mazara che ha accompagnato il padrino nei giorni in cui si è operato per il tumore all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo. Tutto torna, dunque.

Di Giorgi è stato fermato perché è stato trovato in possesso di una pistola, una Walther perfettamente funzionante e con 50 proiettili, il cui possesso non era mai stato denunciato. Era nella cabina armadio della camera da letto, nascosta tra i vestiti. Agli investigatori l’uomo, che è incensurato, ha raccontato di aver trovato la pistola per strada e di averla portata a casa. Una versione bollata come inverosimile.

E adesso le indagini si concentrano su una serie di soggetti che avrebbero favorito Messina Denaro nei suoi passaggi a Mazara del Vallo.


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