Messina Denaro nelle vite degli altri: documenti e nuove FOTO

Messina Denaro nelle vite degli altri: prestanome, documenti e nuove FOTO

Ecco la carta d'identità con cui se ne andava in giro

PALERMO – Matteo Messina Denaro si è infilato nelle vite degli altri. Due prestanome li conosciamo. Il primo ad essere stato scoperto e arrestato è il geometra Andrea Bonafede, colui che ha dato la sua identità al padrino per farsi curare quando ha scoperto il tumore che lo ha portato alla morte.

Un altro alias

Ora se ne aggiunge un altro. Messina Denaro si è calato nei panni dell’architetto Massimo Gentile, arrestato nell’ultimo blitz della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. La cerchia di fedelissimi è sempre la stessa e fa capo alla famiglia del boss Leonardo Bonafede. Ogni volta si aggiunge un tassello temporale in più. Il blitz di oggi riporta indietro fino al 2007, anno in cui Messina Denaro ha comprato una moto e poi al 2014 data di acquisto di una macchina.

Ed ecco spuntare una carta d’identità taroccata su cartoncino autentico. Ci sono le generalità corrette di Gentile e la foto di un Messina Denaro più giovane rispetto a quello che il mondo ha conosciuto il giorno dell’arresto. Falsa è la residenza a Campobello di Mazara in via “T. Bono n. 54” (che non esiste nel Comune), falsa è la firma (verosimilmente apposta dal latitante), autentico è il numero del documento (corrispondente a quello rilasciato il 13 settembre 2012 a Gentile).

Ci sono due dettagli che avrebbero potuto fare sorgere dei dubbi: gli occhi verdi e la data di scadenza del 12/09/2022. Avrebbe dovuto essere 09/11/2022 e cioè coincidente con il compleanno. Lo prevede la norma già allora in vigore. Sono dettagli su cui però era davvero complicato soffermarsi.

Allo sportello in banca

Il signor Messina alias Messina Denaro nel 2014 entrò in una filiale Unicredit in corso Calatafimi a Palermo. Aveva 9 mila euro in contanti (4 banconote da 200 euro, 45 da 100, 64 da 50, 24 da 20 e 2 da 10). Gli serviva un assegno circolare, firmò un documento in cui diceva di essere un commerciante di abbigliamento. Poi andò in concessionaria, alla Nuova Cori, e comprò una Fiat 500.

Se ne andava in giro con la sua nuova macchina dopo averla assicurata di persona in un’agenzia. Pagava i bolli in tabaccheria, faceva revisionare il mezzo. Così è stato ricostruito partendo da oggi e andando a ritroso nel tempo. Il tutto mentre attorno a lui c’era uno spiegamento di forze senza precedenti per stanarlo.

Nel suo ultimo covo a Campobello di Mazara sono state ritrovate altre carte d’identità. Per ciascuna bisognerà fare lo stesso certosino lavoro di ricostruzione. Chissà dove porterà. Probabilmente all’estero dove egli stesso nell’interrogatorio ha detto di avere vissuto per un periodo, di sicuro a Palermo dove veniva spesso e non solo per comprare le macchine.


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