L'ultimo saluto a Fifo e Rani | I funerali dei fratellini Messina - Live Sicilia

L’ultimo saluto a Fifo e Rani | I funerali dei fratellini Messina

La folla ai funerali (Foto Antonio Macauda)

In città negozi e uffici chiusi per lutto cittadino. In migliaia davanti al maxischermo. FOTO

MORTI NEL ROGO
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MESSINA – Messina trattiene il fiato ed esprime tutto il proprio dolore nel giorno del ricordo di Fifi e Nanna (o Rani, come era chiamato il piccolo Raniero), i due fratellini di 13 e 10 anni tragicamente scomparsi venerdì mattina nel rogo che ha colpito la città intera.

La cappella dell’istituto Sant’Ignazio, dove si svolti i funerali, non è bastata per contenere tutti coloro che hanno voluto esprimere la propria vicinanza alla famiglia Messina, a mamma e papà Chiara e Gianmaria e agli altri due fratellini, Tancredi e Federico.

Per questo sono stati allestiti due maxischermi nei cortili laterali nell’Istituto Ignatianum, la seconda casa della famiglia Messina, che ha ospitato Francesco Filippo e Raniero. Presenti i genitori e i compagnetti di scuola, anche quelli della classe della terza media del “Verona Trento”, che quel tragico venerdì mattina avrebbero dovuto sostenere gli esami insieme a Francesco Filippo. Un tripudio di magliette con le scritte “Fifo” e “Rani”, di palloncini e fiori bianchi. Presenti anche le istituzioni cittadine, il sindaco Renato Accorinti e il Comandante della Polizia Municipale, Calogero Ferlisi, ma anche i volontari della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e di numerosi istituti scolastici cittadini.

Due grandi palloncini blu e rossi a forma di cuore che si incrociano, a simboleggiare l’abbraccio tra i due fratellini immortalato nella foto messa tra le due bare bianche davanti l’altare. Attorno a quelle bare c’era anche chi ha preferito seguire la cerimonia sull’altro maxischermo, posizionato a piazza Duomo.

La cerimonia è stata celebrata dall’Arcivescovo di Messina, Monsignor Giovanni Accolla: “Un dolore atroce, incolmabile, un sacrificio che ha unito tutta la città”.

L’arcivescovo si sofferma sul gesto di Francesco, che ormai salvo è tornato indietro per salvare suo fratello Raniero, rimasto intrappolato in mezzo alle fiamme e al fumo risultato fatale per entrambi: “Questo gesto ci deve ricordare quanto la nostra vita non dipenda da noi, dall’economia o dalla politica, ma solo ed esclusivamente dal Signore. Dio si è servito di un piccolo eroe dal cuore immensamente grande, tornato indietro per salvare suo fratello, che incurante del pericolo ha mostrato quel coraggio che spesso manca a noi che ci riteniamo adulti. Ecco questo il grande insegnamento che ci ha dato Francesco, che ha affrontato la morte nel tentativo di dare la vita “.

Da venerdì mattina Messina è una città in apnea, sospesa tra il dolore e l’incredulità per una tragedia immane e senza senso. Tutto si è fermato, le beghe elettorali sono passate in secondo piano, mentre il Teatro e l’Università hanno interrotto le attività. Oggi è stato proclamato il lutto cittadino, domenica scorsa la processione di Sant’Antonio, che si è tenuta in modo morigerato, ha voluto fare un passaggio davanti la casa di via dei Mille della famiglia Messina.

Una via dove Gianmaria e Chiara gestiscono due attività commerciali. Una via che da venerdì mattina ha il cuore lacerato, come una città intera.

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