Mette il veleno nella minestrina | Tragedia sfiorata a Palermo - Live Sicilia

Mette il veleno nella minestrina | Tragedia sfiorata a Palermo

Una donna voleva uccidere il figlio un anno e se stessa.

TROVATO L'ANTIDOTO
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PALERMO – Tragedia sfiorata a Palermo. Una donna dello Sri Lanka dopo aver litigato con il marito ha cercato di uccidere il figlio di un anno e ha tentato di togliersi la vita. La mamma ha messo nella minestrina del bambino una grossa quantità di semi di oleandro che che se presi in grosse dosi provocano la morte. La donna quando ha visto che il piccolo non dava segni di vita ha preso anche lei lo stesso medicinale.

Il bimbo è stato portato all’ospedale dei Bambini e si trova ricoverato in rianimazione. Anche la madre è ricoverata in ospedale.

I sanitari del 118, coordinati dal responsabile del centro veleni siciliano Marco Palmeri, sono riusciti a ritrovare l’antidoto nei magazzini dell’ospedale Cefalù. Una corsa contro il tempo con tanto di staffetta per salvare il bimbo di un anno. Le indagini sono condotte dalla squadra mobile. Dopo il periodo di osservazione la mamma sarà arrestata per tentato omicidio.

La ricostruzione

Il marito è andato via ieri dopo una lite molto violenta dall’abitazione in via Vincenzo Littara a Palermo. L’uomo aveva lasciato la moglie con i due figli e la suocera. Ed in preda alla disperazione che la donna ha pensato oggi di sterminare la famiglia. Ha preparato una zuppa con i semi di oleandro per lei e i suoi due figli. Lei ha dato da mangiare diversi cucchiai di minestra avvelenata al piccolo di un anno. Sembra che il figlioletto più grande non sia arrivato a mangiare nulla. La moglie ha ingerito qualche cucchiaio della zuppa. Il suo progetto è stato provvidenzialmente bloccato dall’intervento della nonna che è stata la prima a lanciare l’allarme non appena ha visto che il nipote non dava segni di vita.

 


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Commenti

    in viale mario rapisardi vi sono tantissime telecamere credo che sia dovere delle forze dell’ordine e del prefetto visionarle per risalire a chi ha messo il veleno.

    Gli amministratori di Catania non ne sanno nulla?
    Innanzitutto è sufficiente fare una passeggiata per le vie più centrali di Catania, da Viale Rapisardi a Corso Italia a Via umberto a Via Etnea per accorgersi di alcuni fenomeni molto preoccupanti.
    Io personalmente ho segnalato più volte la presenza di polveri irritanti e nocive che molti spargono davanti le loro abitazioni o i loro negozi contravvenendo sia alla normativa sanitaria di tutela della salute pubblica che al regolamento comunale per la tutela degli animali, che all’articolo 38 vieta espressamente l’uso di sostanze nocive, tossiche o anche soltanto irritanti nei punti di passaggio di uomini e animali. Del resto si tratta di polveri che vengono spostate dalvento, trascinate dall’acqua, si insinuano nelle suole della scarpee vengono portate anche a casa e anche i bambini vi sono esposti.
    Non solo. Ma ho anche segnalato la pratica incivile di molti commercianti che appena vedono transitare un cane lo allontanano a calci o inveiscono contro i proprietari per la pipì. Vorrei ricordare che il regolamento comunale, come del resto le normative nazionali di riferimento non vietano ai cani di fare la pipì o la cacca, ma li itatamente alla cacca obbligano i conduttori a raccoglierla. Ove possibile e compatibmente con lo stato fisico del conduttore stesso.
    Sempre più spesso nelle aiuole compaiono processionarie o forasacchi,estremamente pericolosi per gli animali e dovrebbe essere cura dei comuni,secondo una precisa circolare del mi istero della salut, provvedere tempestivamente sia alla prevenzione che alla bonifica. Ma niente di tutto questo accade. E spesso anzi vengono spruzzati per le strade cittadine liquidi che evidentemente contengono sostanze irritanti, considerato più d’un caso di animale che ha subito reazioni irritanti e ha dovuto far ricorso alle cure veterinarie. E tutto questo in centro. Qui di gli ammi istratori frequentano altre zone pulite e ben curate e senza segni di incivile aggressioe contro gli animali di affezione?

    La colpa è dell amministrazione comunale, non di chi mette il veleno. Non sono daccordo con questa pratica ma qualche mese fa sono stato attaccato da CINQUE cani randagi vicino Viale Rapisardi. Sono stato fortunato a trovarmi davanti la macchina!

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