Miccichè e il caso Asp di Palermo | Chi sceglie i manager della Sanità? - Live Sicilia

Miccichè e il caso Asp di Palermo | Chi sceglie i manager della Sanità?

“Ho chiesto consiglio per il nuovo direttore generale”. Ma c’è un concorso in atto.

PALERMO – Viva la sincerità. Ma adesso qualcosa non torna. E un dubbio, necessariamente, si insinua: chi sceglie i manager della Sanità siciliana? Dubbio che salta fuori dalle parole del presidente dell’Ars e commissario in Sicilia di Forza Italia, Gianfranco Miccichè. Durante la trasmissione televisiva “Casa Minutella”, infatti, il politico azzurro ha candidamente ammesso: “Dobbiamo nominare il direttore generale dell’Asp di Palermo, ho chiesto a Milano di suggerirmi qualche nome, ho anche parlato con uno di loro”. Un manager che avrebbe rifiutato una volta venuto a conoscenza dello stipendio. Viva la sincerità. Peccato, però, che la scelta dei direttori generali delle 18 aziende sanitarie e ospedaliere, debba avvenire per concorso pubblico. Un concorso bandito sulla Gazzetta ufficiale di venerdì 2 marzo. Una nomina che dovrebbe passare dall’esame dei curriculum e dai colloqui portati avanti da una commissione “mista”.

Che succede, quindi? Qualcosa, infatti, non torna. “Dico quello che penso, e lo dico” ha ‘attaccato’ ieri Miccichè. Ed è entrato nel merito della questione: “Dobbiamo nominare il manager della Asp 6 di Palermo. Serve – ha detto davanti alle telecamere – qualcuno che gestisca un fatturato di un miliardo e 700 milioni di euro. Ho guardato l’albo dei siciliani, tutta bravissima gente, tutta gente capace. Ma per quel fatturato ci vorrebbe Marchionne. Ho avuto un po’ di preoccupazione ad accettare o dare suggerimenti su chi potrebbe gestire l’Asp di Palermo in maniera seria. Ho chiamato Milano e mi sono fatto suggerire qualcuno. Chi ho chiamato? Da Gianni Letta a Roma a Fedele Confalonieri a Milano. Ho chiesto: avete conoscenza di qualcuno che è in grado, all’interno dell’albo nazionale?”.

E già così, la procedura sarebbe un po’ anomala. E va oltre la vicenda dell’Asp di Palermo, attualmente guidata da Antonio Candela, ma estende il dubbio a tutte le Aziende sanitarie e agli ospedali di Sicilia. A cosa si deve, insomma, il “filtro” preventivo della politica su una operazione a evidenza pubblica? A che servono i suggerimenti, se la valutazione dovrà essere compiuta da una commissione “tecnica”? Anche qualora il “sondaggio” si fosse limitato a un invito a prendere parte alla selezione, perché quel passo? Ma Miccichè va oltre: “Mi è stato suggerito – rivela – uno, anzi due, anzi tre nomi. Ma quando ho chiamato il primo e abbiamo parlato per un’ora e mezzo, alla fine mi ha chiesto: le condizioni quali sono? Gli ho detto quanto avrebbe guadagnato in Sicilia, mi ha sorriso e mi ha detto: ‘Non perdiamo tempo’”. Il dubbio è legittimo, a questo punto: cosa sarebbe successo se le condizioni economiche fossero state di gradimento al misterioso manager “segnalato”?

Un problema, a guardar bene gli atti. Quelli, come detto, che sono stati tradotti in un concorso pubblico apparso in Gurs poco più di due mesi fa. “Avviso pubblico di selezione per il conferimento di incarichi di direttore generale presso le Aziende egli enti del servizio sanitario della Regione siciliana” il titolo del bando che non lascia, questo sì, molti dubbi. Un Avviso che entra nel dettaglio delle operazioni di selezione, a partire dal Decreto legislativo che “detta” i principi base: “Le Regioni nominano direttori generali esclusivamente gli iscritti all’elenco nazionale … A tal fine la Regione rende noto, con apposito avviso pubblico, pubblicato nel sito internet istituzionale della Regione, l’incarico che intende attribuire, ai fini della manifestazione di interesse da parte dei soggetti iscritti nell’elenco nazionale”. Ed è appunto l’Avviso del 2 marzo. “La valutazione dei candidati per titoli e colloquio – prosegue il bando – è effettuata da una Commissione regionale, nominata dal Presidente della Regione, secondo modalità e criteri definiti dalle Regioni, anche tenendo conto di eventuali provvedimenti di accertamento della violazione degli obblighi in materia di trasparenza. La Commissione, – si precisa – composta da esperti, indicati da qualificate istituzioni scientifiche indipendenti che non si trovino in situazioni di conflitto di interessi, di cui uno designato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, e uno dalla Regione, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, propone al Presidente della Regione una rosa di candidati, nell’ambito dei quali viene scelto quello che presenta requisiti maggiormente coerenti con le caratteristiche dell’incarico da attribuire”.

Insomma, devono essere i “tecnici” a fornire una rosa alla giunta che poi, solo in quel momento, potrà fornire la propria indicazione discrezionale. Una scelta, quindi, che arriverebbe alla fine di un complesso procedimento di selezione per titoli e colloqui. Ma i colloqui, come ha ammesso Micciché, sono già partiti. In quel filo diretto che collega la Sicilia a Milano. Cioè la Sanità alla politica.


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