Miccichè finisce nel misto: D'Agostino aderisce a Forza Italia all'Ars - Live Sicilia

Miccichè finisce nel misto: D’Agostino aderisce a Forza Italia all’Ars

Ecco che cosa è successo.

PALERMO – Il caso Forza Italia continua a tenere banco all’Ars. L’ultimo colpo di scena della giornata lo regala il deputato Nicola D’Agostino che annuncia l’adesione al gruppo Forza Italia all’Ars. D’Agostino si congeda con queste parole. “Personalmente sono dispiaciuto per la decadenza del gruppo di FI di cui facevo parte. Ma oggi è necessario fare chiarezza: sia dentro l’Ars che fuori dal Parlamento. Ritengo, per coerenza, di confermare la permanenza nel partito di  Forza Italia e quindi chiederò l’iscrizione al gruppo che attualmente lo rappresenta all’Ars, presieduto dal collega Pellegrino”, spiega. “Ho votato per Renato Schifani ed il mio rapporto di stima con il presidente è sempre stato eccellente. Spero di poter continuare a collaborare, per il bene della Sicilia, con un Governo guidato da un Presidente che anche sulle spinose vicende di questi giorni sta dimostrando autorevolezza e competenza” dice il deputato acese che abbandona Gianfranco Miccichè (l’ex presidente dell’Ars in mattinata ha avuto un lungo colloquio con il collega Gaetano Galvagno ma il contenuto della conversazione rimane al momento top secret). Per capire meglio la situazione bisogna fare un passo indietro.

Stamattina il gruppo di Miccichè ha ritirato della richiesta di deroga con una lettera trasmessa all’Ufficio di Presidenza che proprio oggi doveva votare per mantenere o meno il gruppo di Forza Italia con tre parlamentari, uno in meno del numero minimo previsto dal regolamento parlamentare (art.23) per la costituzione dei gruppi. Il ritiro della richiesta fa sì che Miccichè e Mancuso vadano nel gruppo misto. “Noi siamo e restiamo Forza Italia anche dal misto”, si sfoga il deputato nisseno. Ai due resta l’amaro in bocca soprattutto alla luce del parere degli uffici che avevano messo nero su bianco cioè che la deroga “si può concedere la costituzione con un numero inferiore purché i componenti siano stati eletti in almeno due circoscrizioni,”nonché rappresentino partiti o movimenti organizzati nell’intera regione e/o abbiano rappresentanza organizzata in gruppi parlamentari al Parlamento nazionale”. Requisiti che il gruppo di Miccichè aveva. Il ritiro della richiesta nascerebbe dalla consapevolezza che dalla votazione dell’ufficio di presidenza la deroga non sarebbe comunque arrivata. 


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