Miccichè fa infuriare il centrodestra: le reazioni - Live Sicilia

Miccichè e le parole che fanno infuriare il centrodestra: le reazioni

Cresce il dibattito sulle dichiarazioni del presidente dell'Ars
IL CASO
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E’ Gianfranco Miccichè numero uno di Forza Italia in Sicilia e presidente dell’Ars il protagonista del dibattito politico di oggi nel Centrodestra: le sue dichiarazioni – ‘Musumeci è un fascista, a Palermo non lo vogliamo più’ – rilasciate in una lunga intervista al quotidiano La Stampa (e da lui stesso, di buon mattino, smentite all’Italpress, ndr) hanno fatto infuriare gli alleati. E lo hanno fatto soprattutto alla vigilia del voto per la Finanziaria regionale previsto per domani in Aula, a Palazzo dei Normanni. Dalle colonne del quotidiano torinese Miccichè dice: ‘Musumeci? Mai più. Guardi…’. ‘Cinque anni fa subimmo un’imposizione. Ma a condizione che non si ricandidasse’. ‘Cinque anni a rompere la m****. Ha trasformato i nostri assessori in ascari. A me ne ha tolti tre su quattro…’. E poi, ‘Musumeci odia partiti, parlamento, stampa. ‘Di lei si occuperanno ben altri palazzi’, ha detto a un deputato dell’opposizione. D’altronde è coerente: lui è pur sempre un fascista catanese’. ‘Palermo – aggiunge – è troppo nobile e intellettuale per il fascismo’.

La reazione di Armao

Stizzita la reazione del vicepresidente della Regione Siciliana Gaetano Armao che su Facebook, parla di toni ‘incontinenti’ e di ‘punto di non ritorno’. ‘I toni incontinenti usati dal Presidente dell’Assemblea regionale – commenta Armao – nei confronti del Presidente della Regione, come già in passato nei confronti miei e di assessori, sono scomposti ed inadeguati, oltre che totalmente falsi. Ieri ne ho parlato nuovamente al Giornale di Sicilia. Forza Italia, proprio perché interpreta i valori popolari e liberali, é un partito con grande rispetto delle istituzioni ed è parte centrale di questo governo; con equilibrio e responsabilità istituzionale, ben diverse da quelle con la quali sono state condotti i contraddittori confronti per l’indicazione del candidato sindaco a Palermo, contribuirà alla proposta di governo della Sicilia del prossimi cinque anni. Per Armao: ‘È costituzionalmente inaccettabile che egli si esprima con queste volgarità dal ruolo che ricopre ed è incredibile che le forze politiche di opposizione, per bieca convenienza, non dicano una parola su questa grave frattura statutaria. Lo Statuto regionale, che ho sempre difeso da siciliano e da giurista, prima che da componente del governo, è stato tradito, calpestato con il silenzio di troppi, ma ciò non avverrà col mio. E poi su quel deputato presunta vittima di Musumeci, che ha cambiato più partiti che costumi da bagno, e che non ho mai sentito in questi anni occuparsi da parlamentare di una questione di interesse generale (e mi limito a questo), sodale di Miccichè indipendente dal partito di turno, sarebbe stato meglio tacere. Nel suo interesse. L’autorevolezza del giornalista chiamato in causa, adesso precipitosamente contestato dal bislacco intervistato che si rimangia all’Italpress le parole dal ‘sen fuggite’, rende inverosimile anche la smentita. Il Presidente dell’Assemblea é incompatibile con ruolo che svolge, l’ho detto e continuerò a dirlo in ogni sede, ma quel che accade oggi determina un punto di non ritorno’.

Scoma: “Affermazioni inaccettabili”

Di ‘gravi e inaccettabili affermazioni’ parla Francesco Scoma, deputato della “Lega-Prima l’Italia” e componente dell’Ufficio di presidenza della Camera. “Bene la smentita di Micciché – dichiara -, anche se dubito che un quotidiano serio e attendibile come ‘La Stampa’, possa riportare dichiarazioni distorte o non veritiere. È evidente che, da parte del coordinatore regionale di Forza Italia, ci sia la volontà di spaccare il centrodestra, partendo dalla Sicilia. Con dispiacere assisto ad una divisione netta all’interno di un partito in cui ho tanti amici e che considero un alleato fondamentale per le posizioni moderate che ci accomunano. Definire Matteo Salvini debole, gli esponenti di Fratelli d’Italia come fascisti, Renzi come uno scienziato ubriaco, dimostrano la poca lucidità che continua ad avere Micciché, giorno dopo giorno sono sempre più gravi e inaccettabili le sue affermazioni”. “Il Parlamento siciliano – prosegue Scoma – non può continuare a subire una tale mortificazione ed essere rappresentato da una figura così divisiva. Mi auguro che, per il bene della nostra coalizione e delle istituzioni regionali, si possano evitare tali dichiarazioni volgari, inappropriate e prive di senso. Non possiamo mettere a repentaglio l’unità regionale e soprattutto nazionale del centrodestra per dei comportamenti autodistruttivi di singoli esponenti. I fatti che avvengono in Sicilia hanno ripercussioni nazionali e non possiamo ne dobbiamo ignorare la gravità di queste affermazioni”, conclude.

L’assessore Marco Falcone: “Siamo rimasti sbalorditi”

“Stamane abbiamo letto l’intervista di Micciché, rimanendo sbalorditi. Poi, tra le reazioni sconcertate di elettori e militanti di Forza Italia, abbiamo appreso di una sua smentita che ci sembra peggiore dell’intervista stessa. Stentiamo a credere che un quotidiano autorevole possa inventarsi dal nulla interi, pesantissimi, virgolettati. Se così fosse, Miccichè dovrebbe certamente procedere per vie legali. In ogni caso, al di là di tutto, è inammissibile vedere il commissario di Forza Italia in Sicilia non solo accostato a una pioggia di insulti agli alleati, con giudizi maldestri e offensivi motivati dalla semplice appartenenza geografica alla provincia di Catania, ma addirittura scadere in un indecente turpiloquio». Lo dice Marco Falcone, assessore regionale e commissario di Forza Italia per Catania e provincia commentando l’intervista del presidente dell’Ars a La Stampa. «Purtroppo – prosegue – Miccichè appare incattivito, in preda allo squilibrio politico, circostanze che lo rendono sempre meno idoneo ai ruoli che ricopre. Ma la cosa che maggiormente colpisce è il suo maldestro tentativo di mettere in cattiva luce il presidente Berlusconi che, invece, ha sempre dimostrato garbo e rispetto verso tutti. Dal 1994 ad oggi Forza Italia ha fatto della responsabilità e della serietà la propria bandiera. Ecco perché – conclude Falcone – appare francamente imbarazzante vedere il Partito e il nostro leader Silvio Berlusconi essere trascinati in un terreno di scontri e maldicenze che non ci appartiene e che allontana l’elettorato”.

Il commento di Franco Miceli

Per i progressisti palermitani, è il candidato sindaco di Palermo Franco Miceli ad ‘approfittarne’ per sferrare l’attacco frontale agli avversari. ‘Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè – aggiunge Miceli – in una schietta intervista pubblicata oggi da La Stampa, importante quotidiano che purtroppo non arriva in Sicilia, definisce Nello Musumeci ‘un fascista catanese’ che tratta i suoi assessori come degli ‘ascari’. Condivido il giudizio di Miccichè. Osservo soltanto – prosegue Franco Miceli – che il leader siciliano di Forza Italia sta sostenendo la candidatura a sindaco di uno degli assessori di Musumeci. È palese che non lo sta facendo volentieri, ma alla fine dei conti Miccichè non ha saputo tenere il punto e ha finito per sostenere il candidato imposto da chi lui stesso giudica fascisti’.

Carmelo Miceli: “Portare Miccichè a un tavolo per rompere col centrodestra”

“Miccichè accusa Musumeci di essere fascista? Non so se il presidente dell’Ars abbia davvero smentito le dichiarazioni riportate da La Stampa, ma se non fosse così la mia coalizione dovrebbe creare le condizioni per portarlo a essere coerente con le sue affermazioni. E se fossi io a dirigere la baracca lo inviterei ad un tavolo per rompere con la peggiore destra fascista di sempre”. Lo dice il deputato del Pd Carmelo Miceli, dopo le polemiche sull’intervista a Miccichè. “Piuttosto che criticare chi dice cose vere, sarebbe auspicabile che il centrosinistra facesse di tutto, prima della presentazione delle liste, per isolare in ogni modo i sovranisti e i fascisti” conclude.


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