Micciché: "Musumeci bis? Si può fare ma non è un obbligo" - Live Sicilia

Micciché: “Musumeci bis? Si può fare ma non è un obbligo”

Il presidente dell'Ars: "Qualcuno semina zizzania. La coalizione? Io dico che non c'è, il caso FdI all'opposizione di Draghi è enorme"
L'INTERVISTA
di
9 min di lettura

Presidente Gianfranco Micciché stiamo entrando nell’ultimo anno e mezzo di legislatura. Cosa si aspetta lei e cosa dobbiamo aspettarci noi dall’Ars in questo ultimo miglio?

“L’Ars non ha chissà che cosa da inventare. Se si vuole fare un consuntivo dal punto di vista politico questa legislatura ha segnato il record assoluto di leggi di iniziativa parlamentare. Non c’è dubbio che è stata una legislatura particolare perché negli ultimi due anni è stata molto condizionata dal covid. Il governo non faceva altro che occuparsi di cose della sanità  e non ha avuto modo di fare altre cose che si intendevano fare. Di questa enorme emergenza va tenuto conto nel valutarne l’operato. Diciamo che se oggi c’è qualcosa che mi rimprovero è non esser riusciti a portare avanti le riforme”.

Questa in effetti doveva essere una legislatura di riforme nelle intenzioni del presidente della Regione. Ne abbiamo viste poche francamente.

“È un rimprovero collettivo il mio. Continuo a essere convinto che le riforme si possano fare solo tutti insieme. E questo non sono sicuro che sia stata la volontà del governo. Che ha portato iniziative in Aula poco discusse prima. Che hanno incontrato ostacoli anche in commissione. Come nel caso della legge sui rifiuti, rimasta un anno in commissione, una commissione presieduta da una deputata esponente di punta del partito del presidente. C’erano troppe cose che non si capivano. Ancora oggi io non ho ben chiaro perché ci siamo persi così tanto sulla riforma quando probabilmente bastava concentrarsi sul piano rifiuti”.

Insomma, sul fronte delle riforme il bilancio è insufficiente?

“Sì , questa purtroppo non è stata la legislatura delle riforme. E l’Assemblea viene ricordata soltanto per le riforme che ha fatto. Quasi sempre l’Ars è stata anticipatrice di riforme nazionali, da quella urbanistica  a quella agraria alla riforma elettorale. Tutte cose fatte in momenti in cui c’era maggiore dialogo tra maggioranza  e opposizione. Ho dovuto fare una fatica non normale perché c’è sempre stato un atteggiamento, non solo da parte dell’opposizione, di guerra,di scontro”.

Anche dentro la  maggioranza.

“Ma certo, quando porti in Aula una legge che non si capisce e che non è stata discussa… Al di là del problema Covid non posso non riconoscere a Musumeci che tutti gli sforzi li ha fatti, ci sarà stata una mancanza di esperienza nel ruolo e troppe volte i suoi uomini hanno cercato di creare più zizzania che serenità. Ora c’è ancora un anno e mezzo. Comunque è stata una legislatura in cui per la prima volta i nostri concittadini ammazzati dalla mafia sono stati commemorati dentro l’Assemblea. Ricordo un intervento indimenticabile di Emanuele Macaluso che lo ha sottolineato. C’è stato un lavoro per un cambio di mentalità che forse è stato sottolineato poco”.

Come sta il centrodestra? Abbiamo registrato alcuni segnali di nervosismo. E frasi come il “pretendo rispetto” del presidente della Regione sembrano raccontare di tensioni.

“Il rispetto non te lo regala nessuno, il rispetto si conquista. Non voglio dire una cosa contro Musumeci, ma il pretendere rispetto solo chiedendolo non è abbastanza. Non c’è dubbio che l’attenzione nei confronti dei partiti è stata abbastanza blanda. Forse si sta cominciando ora ad avere un minimo di interesse peri partiti Ma ci sono fibrillazioni non da poco e posso dire che tra questi non c’è Forza Italia. Oggi la Lega e gli autonomisti stanno sicuramente soffrendo delle situazioni. Io ricordo con altri presidenti della Regione riunioni continue con i partiti, per confrontarsi, ascoltare…”.

Con Cuffaro, forse con Lombardo un po’ meno, no?

“Erano comunque continue. Oggi non tutti gli assessori hanno la capacità del confronto. È stata una legislatura difficile però, ce lo dobbiamo dire. Il presidente è stato un po’ fuorviato da situazioni che non esistevano, cose che qualcuno gli andava a raccontare creando situazioni di continuo sospetto”.

Lei in pratica parla di cattivi consiglieri: c’erano e ci sono ancora?

“Non c’è dubbio che è così. Ma capisco che il presidente Musumeci non è uno che si può interessare di tutto il sottogoverno, di tutte le leggi, non è come Cuffaro o Lombardo, interpreta il ruolo in un altro modo, è uno che delega, ma se alla luce dei risultati qualche analisi va fatta. Però va detto che abbiamo fatto un numero di leggi nettamente superiore a quello degli altri anni e non abbiamo subito un numero importante di impugnative. Abbiamo costituito questa commissione importantissima sulla verifica delle leggi, sono sicuro che sarà replicata a livello nazionale. La politica pensa le leggi e poi la burocrazia non le mette in atto, la possibilità di convocare i dirigenti e chiedere conto è importante. Faccio un esempio: abbiamo fatto una legge in cui abbiamo sospeso la richiesta del Durc. Molti istituti che si occupano di finanziamenti e prestiti ancora lo chiedono. Noi dobbiamo intervenire. Alcuni dirigenti regionali si sostituiscono alla Corte costituzionale. Non è ammissibile. Come per la legge che abbiamo approvato per comprare un farmaco che salverà un bambino. Giusto o sbagliato che sia, abbiamo deciso così. E ancora resta lettera morta”.

Pensa che Razza tornerà assessore?

“Non lo so”.

Ma è vero che a Forza Italia è stata offerta la Sanità per Falcone?

“Più o meno è così ma il nome dell’assessore, se l’assessorato va a Forza Italia, lo comunica Forza Italia. Musumeci pretende rispetto ma deve anche darne: può scegliere lui gli assessori di Forza Italia?”.

Presidente, andiamo al nocciolo della questione: Musumeci deve essere ricandidato? Lui dice che è naturale e che se gli alleati avessero avuto dubbi avrebbero già dovuto richiamare gli assessori fuori dalla giunta.

“Anche questa è una frase che non mi piace. Lui peraltro all’inizio aveva detto di non volersi ricandidare, ora ci siederemo e ne riparleremo. Io non ho niente in contrario che lui si ricandidi. Dobbiamo fare tesoro, però, dell’esperienza di questa legislatura. Alcune cose vanno regolate. Ma non sono obbligato da nessuno, sarà probabilmente una scelta che faremo di ricandidarlo ma queste frasi sono quelle cose di Musumeci che creano rapporti difficili. Io credo che si ragionerà in maniera serena per ricandidarlo ma questi sono atteggiamenti che secondo me il presidente Musumeci deve migliorare. Intendiamoci, ne ho mille su di me da migliorare, ma se mi  posso permettere in amicizia dico al presidente che questo non è un atteggiamento che paga. Le scelte si fanno insieme. Io credo, per esempio che troppi sottovalutino la non entrata della Meloni nella compagine di governo nazionale”.

In effetti, è una cosa abbastanza significativa di cui nessuno parla. Ci può essere un vecchio centrodestra che fa come se niente fosse quando a livello nazionale è spaccato a metà, una parte al governo e un partito all’opposizione?

“Ecco, quando si dice la coalizione l’abbiamo già, io dico che non l’abbiamo. Questo fatto è così enorme che non si può ignorare, Meloni non è entrata in un governo guidato da un presidente che è bravo, lo sapevamo e lo sta dimostrando. Con Conte ricordo che avevamo i vaccini per categorie, non per età, una grande minchiata…”.

Sì, però lei ha chiesto di inserire anche la vostra di categoria…

“Certo, perché era una minchiata e io dissi ma se si fa questa minchiata, la nostra categoria non può non essere inserita. Però era quella l’impostazione, abominevole, di Conte. Si è vista subito la differenza con quel governo imbarazzante. Se si occupa di giustizia un disk jockey , e di esteri uno che girava per gli spalti di uno stadio…”.

Guardi che agli Esteri c’è ancora lui.

“Ma se ci sarà un problema di politica estera c’è il presidente del Consiglio”.

Stavamo parlando del centrodestra che si è rotto a livello nazionale?

“Sì, ritengo che ci sia troppa poca attenzione verso quello che è successo col governo Draghi. Un governo che sta lavorando bene e con una coalizione molto strana. Tutti danno per scontato che Draghi vada a fare il presidente della Repubblica. Io sarei felice che facesse un altro settennato Mattarella. Sarei felice se volesse continuare. Draghi è un perfetto presidente del Consiglio e deve continuare a farlo. Se oggi con responsabilità per salvare questo Paese c‘è bisogno di un ulteriore governo di grandi intese con alla guida una persona credibile come Draghi io non credo che alle prossime elezioni avremo Salvini e Meloni candidati da una parte e Letta e Di Maio dall’altra. E allora siamo sicuri che qui in Sicilia ci possiamo consentire di fare dell’atro? Sarebbe utile? Non lo so, sono domande che mi sto facendo e non ho risposta. Gelmini e Carfagna penserebbero di andare in un prossimo governo col Pd e non con la Meloni? Io non lo so, ma se la Meloni è fuori bisogna capire che cosa si deve fare. Io sarei molto prudente a dir che la cosa della coalizione è già organizzata”.

Quindi i giochi non sono fatti?

“Non avrei nulla in contrario a ricandidare Musumeci. A condizione che vi siano delle regole diverse. Tanti dicono che io lo voglio ricandidare per rifare il presidente dell’Assmeblea. Se decidessi così mi vergognerei di aver fatto politica per tanti anni. Non mi passa per l’anticamera del cervello. Anche perché so bene che nella storia della politica chiunque fa questi ragionamenti viene inc*lato all’ultimo momento”.

In effetti succede…

“Eh, siccome nessuno mi può dire che non ho esperienza, io questo lo so. Certo, questo è un lavoro che mi piace fare e credo che la presidenza dell’Ars in questa legislatura abbia fatto sentire la sua voce. mi sono lasciato scappare la frase che vorrei continuare ma le scelte politiche non saranno condizionate minimamente da questo piacere che posso avere io”.

Come sta Berlusconi?

“L’ho sentito quattro giorni fa. E l’unico problema che aveva era di fare ritirare le dimissioni a Sallusti. Certo, ha ottantaquattro anni e ne ha passate di tutti i colori con problemi di salute di ogni tipo. In più è una persona che viene raramente lasciata serena a casa a giocare con i nipotini, ha avuto quaranta processi,  una cosa che non si  può sentire. Ora per fortuna di questo si comincia  a parlare,  ma che ci sia un Paese in cui il capo del governo e dell’opposizione viene attaccato in questa misura dalla magistratura non si è sentito mai. Lui ha avuto una forza incredibile e una capacità di reazione pazzesca. L’altro giorno l’ho fatto ridere quando gli ho detto al telefono presidente, gli vuole dire a tutti che lei per morire si deve suicidare? Perché non l’ammazza nessuno. Lunga vita al grande Silvio”.

Grande o meno, sicuramente gli auguriamo lunga vita.

“Concluderei così, ma mi faccia aggiungere che bisogna avere il coraggio della serietà. Dobbiamo capire che oggi il nostro compito è fare il bene per la nostra Sicilia. Mi può andare bene la ricandidatura di Musumeci ma non certamente perché qualcuno mi obbliga a farlo. È una scelta su cui dovremo ragionare in maniera seria, si può fare ma servono regole. Per non ripetere certe cose. Non capisco per esempio perché a inizio legislatura avevamo parlato dei termovalorizzatori e ancora non ci sono. Non capisco perché succedano queste cose.  A Napoli con Berlusconi risolvemmo il problema in sei mesi quando scoppiò l’emergenza.  Forse qui si è perso troppo tempo appresso al centro direzionale che ancora non esiste”.


Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI