PALERMO – “La partita di Palermo è una partita nazionale”. La linea del Pd che Francesco Boccia ha rilanciato a Palermo sulla falsariga del “modello Manfredi” ha fatto storcere il naso a qualcuno. Uno su tutti l’assessore Giusto Catania che su Live Sicilia ha esposto più di una perplessità e non ha lesinato critiche ai dem. Il deputato del Pd Carmelo Miceli non ci sta e richiama l’alleato al senso di responsabilità. “In ballo c’è anche il futuro della Regione e del Paese: irresponsabile fingere di non capirlo”, dice. E rilancia la linea dem.
Onorevole, il modello Manfredi lanciato da Boccia per le amministrative di Palermo sembra avere fatto storcere il naso a qualcuno. Se lo aspettava?
Io spero non faccia storcere il naso a Franco Miceli, l’unica persona di cui mi importa. La persona a cui ci siamo rivolti per farsi garante di un percorso che parta da Palermo e che arrivi fino alle politiche come è accaduto a Napoli. Manfredi ha accettato questo ruolo, cioè rappresentare un campo largo che convincesse chiunque non fosse disponibile a stare con i sovranisti: creare un nuovo modello per Napoli che avesse nel governo centrale un interlocutore per superare la sua crisi.
L’assessore Catania dice espressamente che non esiste l’idea di ricalcare il modello Napoli.
Giusto Catania non capisco quale partita stia giocando o quale voglia giocare. Per noi certe dichiarazioni sembrano quelle di una certa sinistra che pensa alla partita solo ed esclusivamente come una questione interna. Spero che Giusto Catania abbia capito che non si vince se Franco Miceli riesce ad essere il candidato della coalizione, ma se diventa il sindaco di Palermo.
Miceli, da dove nasce la necessità di allargare il campo?
Le dichiarazioni di Giusto Catania sono figlie di dinamiche personali. E’ stato nel corso di questa consiliatura, a torto o a ragione, uno degli elementi di precarietà della giunta Orlando. Ora non votando il bilancio, ora creando una frizione all’interno della maggioranza. Adesso deve capire che queste vicende personali non possono ricadere su una persona come Miceli. Catania non può immaginare di consumare per il tramite di Franco Miceli vendette contro quelli che definisce voltagabbana. Dovrebbe comprendere che questa è un’epoca nuova. Un’epoca nella quale a Miceli non possono essere messi lacci e lacciuoli che derivano dall’esperienza Orlando e spero che capisca che su Miceli si sta riponendo la responsabilità di determinare, e non esagero, il futuro del Paese. Solo un irresponsabile può fingere di non capire che dalle amministrative di Palermo dipendono le regionali e le politiche del 2023.
Il Pd vuole giocare un ruolo di primo piano e ha chiesto anche a voi deputati di scendere in campo a Palermo. Lei che farà?
Rivendico la paternità di avere fatto io la proposta in assemblea. Chi mi conosce sa che sono abbastanza folle da averlo già fatto in passato. A Carini eravamo perdenti da vent’anni e da segretario provinciale in una fase di impasse entrai in sezione e dissi “siamo tutti candidati”. Ecco, credo che la migliore cosa da fare sia stare con Miceli e metterci tutti la faccia, stare tutti in prima linea se serve con le candidature in lista. Non parlo di una lista poi debba essere fatta con il bilancino, questa è la partita della vita.