Migranti, la tragedia infinita | "Così ci hanno sparato" - Live Sicilia

Migranti, la tragedia infinita | “Così ci hanno sparato”

L'emergenza migranti, notizia per notizia.

La giornata
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PALERMO- E’ entrato nel porto di Catania il rimorchiatore privato italiano ‘Asso 21’ con a bordo numerosi migranti salvati mentre erano su un barcone al largo delle coste della Libia. Dopo avere concluso le operazioni di soccorso una motovedetta libica con tanto di lampeggiante e personale a bordo, che nella fase si avvicinamento avrebbe esploso dei colpi in aria a scopo intimidatorio, ha preso il barcone ormai vuoto rimorchiandolo verso terra. Sul posto è intervenuta una nave della marina militare italiana che ha monitorato il tragitto della motovedetta libica senza eseguire alcun altro tipo di intervento. Nel porto di Catania, oltre al sistema di accoglienza per i migranti, sono scattati anche i presidi di sicurezza. Sulla sparatoria in mare sono state avviate indagini da parte della polizia di Stato. La Procura distrettuale ha aperto un’inchiesta delegando gli accertamenti alla squadra mobile della Questura.

Quando stavamo per ultimare il trasbordo e sul barcone erano rimasti ancora una trentina di persone sono arrivati su una motovedetta i miliziani libici che hanno cominciato a sparare in aria. Due di noi sono finiti in mare ma per fortuna sono stati subito recuperati prima di annegare”. E’ la drammatica testimonianza di alcuni dei 265 migranti sbarcati a Catania dopo essere stati soccorsi dal rimorchiatore privato ‘Asso 21’ approdato stamane nel porto di Catania. Tra i profughi – in gran parte siriani e palestinesi, ma anche provenienti da Somalia, Sudan e Bangladesh – una sessantina di donne e circa 45 minori, la metà dei quali non accompagnati che sono stati subito assistiti dal personale dell’organizzazione Save the Children. I migranti, che hanno raccontato di essere partiti all’alba di lunedì dal porto libico di Sebrata, hanno aggiunto che subito dopo l’assalto, avvenuto nel tardo pomeriggio, la motovedetta ha preso a rimorchio il barcone facendo rotta verso le coste nordafricane.

Sono numerose le segnalazioni giunte al centralino della Questura di Palermo riguardanti la presenza di decine di extracomunitari che si sono allontanati spontaneamente dai centri presso i quali erano stati assegnati, subito dopo lo sbarco di 1169 profughi avvenuto ieri nel porto del capoluogo siciliano. Alcuni migranti sono stati bloccati dalla Polfer nella zona della stazione centrale. Un tunisino è stato accompagnato al Cie di Trapani perché non richiedente asilo e, quindi, irregolare nel territorio dello Stato. Un minore non accompagnato, sbarcato giorni addietro a Porto Empedocle, è stato rintracciato dal personale della Polizia di Stato e ricollocato in una comunità della provincia di Palermo. Circa sessanta extracomunitari, che si erano allontanati dai centri di accoglienza del palermitano, sono stati infine rintracciati a Catania. Altrettanti si sono presentati spontaneamente nelle strutture di accoglienza da dove si erano allontanati.

Un presunto scafista è stato sottoposto a fermo e due tunisini sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Agrigento. Il tunisino fermato, Jaber Kesraoui, 49 anni, è stato ritenuto responsabile di favoreggiamento dell’immigrazione avendo procurato l’ingresso illegale in Italia di un gruppo di migranti arrivati a Lampedusa (Ag). Arrestato il tunisino Walid Bali, 32 anni, che deve espiare, dopo la condanna del tribunale di Brindisi, 5 mesi e 6 giorni di reclusione e che nonostante l’espulsione è tornato in Italia. In esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Bologna, la polizia ha arrestato anche Lassaad Derouichi, tunisino di 26 anni, che deve espiare la pena residua di 11 mesi e 3 giorni di reclusione in quanto condannato per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.

Due somali, ritenuti degli scafisti, sono stati fermati nell’ambito delle indagini sullo sbarco di 415 migranti nel porto commerciale di Augusta. Il provvedimento restrittivo, che ipotizza il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è stato emesso dalla Procura di Siracusa.


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