Migranti, si pensa a un presidio | Il prefetto convoca i sindaci - Live Sicilia

Migranti, si pensa a un presidio | Il prefetto convoca i sindaci

Arrivano le prime spaccature. In particolare, tra il sindaco di Castell'Umberto e quello di Sinagra.

Sui Nebrodi
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CASTELL’UMBERTO (MESSINA) – I sindaci dei Nebrodi che si sono riuniti stamani per valutare la situazione dopo l’ingresso di 50 migranti nell’hotel Canguro, in territorio di Sinagra (Me), hanno deciso di effettuare un presidio permanente davanti all’albergo in attesa di una convocazione da parte della Prefettura alla quale hanno inviato un documento. Gli amministratori fanno sapere che il presidio comincerà a breve ma non ci saranno blocchi. In serata il prefetto di Messina, Francesca Ferrandino, ha convocato i 45 sindaci dell’area dei Nebrodi “per l’esame di criticità e per i progetti connessi alla presenza di migranti”. L’incontro è in programma il 20 luglio alle 12. Dalla prefettura ribadiscono che al momento non è previsto il trasferimento dei migranti.

“Tra qualche ora – aveva annunciato il sindaco di Castell’Umberto, Vincenzo Lionetto Civa – effettueremo il presidio davanti all’hotel e lo manterremo anche nei prossimi giorni, finché i migranti non verranno spostati in una struttura migliore. Il prefetto di Messina ci ha assicurato che questo verrà fatto tra qualche giorno e noi aspettiamo fiduciosi. Ci ha anche detto però che al momento non è possibile”. “Noi non siamo razzisti – ribadisce il sindaco – rispettiamo la volontà dello Stato e siamo pronti all’accoglienza, ma vogliamo che questa avvenga seguendo la legge e favorendo le migliori condizioni per i migranti. Siamo disponibili ad accogliere i migranti direttamente senza l’aiuto delle cooperative, perché abbiamo le risorse e le competenze e vogliamo creare un dialogo costruttivo con la Prefettura per organizzare i servizi. Se poi lo Stato vuole imporre dall’alto le scelte noi diciamo che non ci stiamo, ubbidiamo ma protesteremo civilmente”.

>LE REAZIONI DELLA POLITICA

Durante la riunione, alla quale hanno preso parte 34 sindaci dei Nebrodi, è stato letto il documento consegnato dieci giorni fa al prefetto col quale si chiedeva un incontro sui problemi dell’accoglienza. “Ma non siamo stati accolti – sostiene il sindaco di Castell’Umberto. – Abbiamo quindi deciso di rimandare lo stesso documento e chiedere di nuovo di essere ricevuti perché i problemi sono sempre gli stessi”.

Ma nel fronte dei sindaci ci sarebbero le prime spaccature. “Immagino che il sindaco di Castell’Umberto, qualora abbia fatto le dichiarazioni riportate dalla stampa, abbia intenzione di proseguire il presidio. Ma non mi risulta che l’iniziativa coinvolga tutti i sindaci dei Nebrodi”. Lo dice il sindaco di Sinagra, Nino Musca. “Ho appena sentito le forze dell’ordine che non mi hanno parlato di presidi in corso nei pressi dell’hotel Canguro”, aggiunge il sindaco.”Questa mattina c’è stata un’assemblea dei sindaci dei Nebrodi – ha aggiunto il sindaco di Sinagra – nel corso della quale si è intanto ribadita l’assenza di qualunque animo razzista nei confronti dei migranti e l’intenzione di chiedere nuovamente un incontro con il Prefetto di Messina, che ancora attendiamo di vedere, per concertare insieme le migliori pratiche da mettere in atto per dare dignità all’accoglienza e sicurezza al territorio”. “Questo è quello che è stato condiviso dall’assemblea di oggi”, ha concluso il sindaco Musca.

Immediata la risposta del primo cittadino di Castell’Umberto: “È un presidio pacifico, se il termine non piace chiamatela presenza costante, serve a mantenere il livello di conflittualità alto. Io con la mia giunta e alcuni concittadini mi sto recando davanti all’hotel dove si trovano 50 migranti. Vogliamo che l’attenzione su questa vicenda non si abbassi, non faremo blocchi o barricate e non impediremo il transito o l’ingresso di cibo e altro nella struttura”. “La nostra presenza davanti all’hotel sarà continua – aggiunge il sindaco – Non siamo contro l’accoglienza dei migranti, ma queste persone vanno ospitate in strutture idonee e non in un albergo chiuso da un anno, senza corrente elettrica e non adatta alla permanenza di persone, tant’è che è stato chiuso perché tra l’altro non ci sono vie di fuga e tante altre cose”.

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