Milano-Livigno in 9 ore |Altro che la Sicilia... - Live Sicilia

Milano-Livigno in 9 ore |Altro che la Sicilia…

Ad ogni curva un precipizio, ad ogni passo lo stesso identico paesaggio.

Vero è.

La Sicilia ha strade impervie e difficili.

Molte sono eredità nobilissime dei Borboni, alcune affondano le radici addirittura nelle vecchie strade francigene.

Malamente riadattate negli anni, zoppicanti e piene buche, nel loro difficile andare lasciano la schiena spezzata ma gli occhi pieni di bellezza.

Ad ogni curva una meraviglia; e in più prati lussureggianti, distese bionde e assolate e poi mare azzurrissimo e scogliere ardite.

Paesini arroccati con barocchi campanili canterini, cieli azzurri che sembrano pennellati dalla matita di un bambino e tramonti sognanti che sembrano rubati alle africane memorie.

Scomode strade, incantati paesaggi.

Ora portiamoci al Nord.

Velocità diverse, efficienza impeccabile, strade large, mezzi, Treni, aerei, elicotteri, deltaplani.

Il mito del Nord è entrato talmente tanto nella nostra cultura tristemente portata ad auto infliggersi condanne critiche che siamo convinti che basti atterrare a Milano per conoscere un mondo facile.

Ma dove e quando?

Non vi parlerò dell’aeroporto di Milano perché ho già detto di Treviso.

Non mi soffermerò sui bagni di Malpensa, sul rischio tetano, epatite A B C che una improvvisa e semplice pipì potrebbe causare.

Non inferirò neanche raccontando che i poveri avventori giunti dalla ridente Catania devono percorrere a piedi tra i 30 e 40 chilometri, noi siciliani che per antonomasia non camminiamo, per arrivare a prendere le valigie.

Mi concentrerò principalmente sul viaggio della speranza che ha avuto una durata di 9 ore.

Milano-Livigno è stato più lungo del viaggio ultraterreno di Dante con la differenza che Dante incontrava personaggi diversi, conversava, cadeva come corpo morto cade e si rialzava.

Noi no.

Nove ore di trazzere di montagna. Ad ogni curva un precipizio, ad ogni passo lo stesso identico paesaggio.

Ma ciò che ho amato di più del viaggio è stato l’autista.

Perché se è tutto da vedere che l’Italia viaggia a due velocità sui trasporti è certissimo che l’Italia viaggia a due velocità sui cervelli.

Per 9 ore l’autista ha sostenuto che mancasse sempre un’ora all’arrivo. E giunti a destinazione, quando esausti ci siamo trascinati fuori dal trasfer, con questo accento che sta a mezzo fra l’uomo delle nevi e RobertoMaroni ha avuto l’ardire di dire “Avevo ragione, mancava un’ora”

In effetti mi chiedo:

Ci sarà o no un motivo se il Dio sole scelse di far pascolare il suo gregge in Sicilia?

Ai nordici l’ardua sentenza.

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