Orrore e morte a Misilmeri | Radiografia di un delitto di mafia - Live Sicilia

Orrore e morte a Misilmeri | Radiografia di un delitto di mafia

Uno dei fotogrammi delle videointercettazioni ritrae l'arrivo al bar di Pasquale Merendino arrestato oggi per l'omicidio di Massimiliano Milazzo

Nei filmati di due telecamere sono rimasti impressi i volti dei protagonisti della macabra vicenda di fine giugno di due anni fa. Tutto inizia in un bar del paese in provincia di Palermo. È lì che Massimiliano Milazzo avrebbe incontrato i suoi carnefici.

PALERMO – Una sequenza di immagini ricostruisce il pomeriggio di morte a Misilmeri. Nei filmati di due telecamere sono rimasti impressi i volti dei protagonisti della macabra vicenda di fine giugno di due anni fa. Massimiliano Milazzo al bar “283” di via Roma avrebbe accettato l’invito di Pasquale Merendino a spostarsi in luogo appartato. Sapeva, dicono gli investigatori, di non potersi rifiutare perché di fronte aveva un personaggio che nel rione San Giuseppe può fare la voce grossa. Carabinieri e pubblici ministeri sono certi che la tappa al bar fu la prima del percorso che avrebbe condotto Massimiliano Milazzo incontro alla morte. Per l’omicidio da alcune ore si trovano in carcere Pasquale Merendino e il suo presunto complice, Giuseppe Correnti.

Ecco la ricostruzione passaggio dopo passaggio. Alle 17.30 Correnti è seduto sulla ringhiera davanti al locale di via Roma. Suo sarebbe stato il compito di controllare gli spostamenti di Milazzo. Alla 19.38 arriva Pasquale Merendino. I due discutono brevemente. Probabilmente Merendino vuole sapere se Milazzo si trova dentro il bar. La risposta è affermativa. Ed, infatti, alle le 19.43, Milazzo esce dal bar. I carabinieri della compagnia di Misilmeri annotano un comportamento insolito. La vittima percorre alcuni metri a piedi, fino a raggiungere la Fiat Uno a bordo della quale c’è Merendino. Quest’ultimo, secondo gli investigatori, avrebbe cercato di non farsi riprendere dalla telecamera del bar.

All’interno del locale c’è anche Francesco Merendino, nipote di Pasquale e figlio di Pietro, mafioso di Misilmeri che sta scontando una condanna ai domiciliari. Fa dei gesti rivolgendosi agli amici che sono affacciati al balcone dell’abitazione di fronte. Mima il taglio delle mani. e sussurra delle parole. Frasi che rimanderebbero tutte alla macabra mutilazione subita da Massimiliano Milazzo: prima di bruciare il corpo gli hanno tagliato le mani.

Merendino non sa, però, che c’è un’altra telecamera a riprendere altre immagini decisive per le indagini. È piazzata davanti ad un distributore benzina lungo la strada provinciale che conduce a Bolognetta. Alle 19.47 si vede transitare una Fiat Uno. A bordo ci sono Merendino e Milazzo. Poco prima la stessa telecamera ha filmato il passaggio di una Fiat panda. Alla guida c’è Correnti. Alle 20.30 la macchina con a bordo Correnti rientra a Misilmeri. Due minuti dopo tocca alla Fiat Uno di Merendino fare lo stesso percorso. Carabinieri e magistrati non hanno dubbi: il piano di morte è stato portato a termine. Massimiliano Milazzo è stato picchiato, poi gli hanno tagliato le mani e infine il suo corpo è stato bruciato. Gli arresti di oggi non chiudono le indagini. Le scene riprese dalle due telecamere sono piene di volti. Gente che, con tutta probabilità, era al corrente di ciò che stava accadendo in contrada Risalajme.


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