“Il centro sociale Laboratorio Zeta è un vero e proprio baluardo della difesa dei diritti civili dei migranti e delle realtà sociali a rischio, non soltanto per il sottobosco underground palermitano ma anche per l’amministrazione, rappresentando, in mancanza di adeguate politiche di accoglienza da parte del Comune, l’unico spazio di accoglienza laico della città”. Lo dice il consigliere comunale di Un’Altra Storia, Antonella Monastra, in merito all’ordinanza di sgombero dei locali di via Boito. “Dal 2001 i ragazzi di Lab Z – aggiunge – hanno tracciato un percorso di democrazia partecipata e un esempio di recupero di spazio pubblico in stato di abbandono. Nonostante le ripetute minacce di sfratto e sgombero, da un anno andava avanti una trattativa col Comune, forse il più importante referente di Lab Zeta fra l’altro, per scongiurarne il pericolo. Tuttavia, nonostante il riconoscimento da parte delle istituzioni del valore delle attività svolte da Lab zeta, siamo arrivati a questa drammatica situazione”. ” Dobbiamo mobilitarci per quanto sta accadendo in queste ore di sospensione della democrazia – prosegue Monastra – in una città che subisce impotente lo sgombero allo Zen di famiglie colpevoli di non avere mezzi economici per garantirsi un tetto sulla testa e per la preziosa e insostituibile esperienza di Lab Zeta che sta per essere buttata alle ortiche”.
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