Montante in aula: "Mai chiesto soldi a Venturi"

Montante in aula: “Mai chiesto soldi a Venturi”

L'ex numero 1 di Confindustria ascoltato al processo che lo vede imputato
CALTANISSETTA
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CALTANISSETTA – “Non ho mai chiesto soldi a Marco Venturi da dare al maggiore Orfanello della Guardia di Finanza dopo i controlli eseguiti nella sua azienda. E’ fuori da ogni logica”. Lo ha detto Antonello Montante sentito oggi in aula nel corso del processo sul cosiddetto “Sistema Montante” che si celebra in abbreviato dinanzi alla Corte d’Appello di Caltanissetta e che vede imputato oltre allo stesso ex leader di Confindustria Sicilia altre quattro persone. Il riferimento è alle dichiarazioni rese da uno dei testimoni chiave, l’imprenditore ed ex assessore regionale Marco Venturi, il quale nelle scorse udienze aveva dichiarato che Montante gli disse che avrebbe dovuto dare 2.500 euro al maggiore Ettore Orfanello.

Montante, secondo il racconto di Venturi aveva motivato la richiesta sostenendo che il maggiore – anche lui imputato nel processo – aveva chiuso un occhio sull’esito dei controlli grazie alla loro amicizia. Sempre a proposito dei suoi rapporti con la Guardia di Finanza Montante ha smentito anche altre accuse: “Il colonnello Ardizzone – ha detto – non mi ha mai chiesto l’assunzione della figlia al Cofidi, lo appresi solo dopo che fu assunta”. Montante in primo grado è stato condannato a 14 anni per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico.

L’ex leader di Confindustria Sicilia oggi è tornato in aula dopo una lunga pausa limitandosi a dire ai giornalisti: “Sto meglio ma non ancora benissimo”. Imputati nel processo d’appello, oltre a Montante, anche l’ex comandante della Guardia di Finanza ed ex capocentro della Dia Gianfranco Ardizzone, il sostituto commissario di polizia Marco De Angelis, il responsabile della sicurezza di Confindustria Diego Di Simone e il questore Andrea Grassi.

“Non sono stato io l’artefice di accessi abusivi al sistema informatico né li ho mai disposti.
Non so chi li facesse fare ma quello che ho notato è che proprio in corrispondenza di quegli accessi venivano fatte le varie denunce da parte di Alfonso Cicero. Una volta a Di Vincenzo, poi
a Iacuzzo, a Crisafulli etc. C’era proprio una correlazione temporale”. Lo ha detto Antonello Montante sentito oggi in aula
nel corso del processo sul cosiddetto “Sistema Montante” che si celebra in abbreviato, a porte chiuse, dinanzi alla Corte d’Appello di Caltanissetta e che vede imputato oltre allo stesso ex leader di Confindustria Sicilia altre quattro persone. Il
riferimento di Antonello Montante è all’ex presidente dell’Irsap Alfonso Cicero, uno dei principali accusatori dell’ex leader di Confindustria Sicilia. Montante in primo grado è stato condannato a 14 anni per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Sulle carriere fatte dagli esponenti delle forze dell’ordine, Il maggiore Ettore Orfanello, il colonnello Gianfranco Ardizzone, il colonnello Giuseppe D’Agata, il poliziotto Marco De Angelis – tutti imputati nel processo – Montante ha aggiunto: “Sono cose
con cui non avevo niente a che spartire. Non era roba che interessava Confindustria”. La prossima udienza è fissata per il 18 dicembre.


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