Moratti incontra la famiglia Zarcone - Live Sicilia

Moratti incontra la famiglia Zarcone

Il dottorando suicida a Palermo
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Incontro tra la famiglia Zarcone e il presidente dell’Inter Massimo Moratti. L’incontro è riassunto in un comunicato della famiglia: “Norman Zarcone, dottorando di ricerca che lo scorso 13 settembre si è tolto la vita lanciandosi dal settimo piano della Facoltà di Lettere di Palermo, per protesta contro le baronie universitarie e l’assenza di meritocrazia nei percorsi accademici, aveva tante passioni.

La filosofia, materia nella quale si era laureato con 110 e lode e per la quale stava svolgendo un dottorato di ricerca (terzo e ultimo anno), la musica, settore in cui aveva composto colonne sonore e, insieme al padre Claudio, giornalista, aveva scritto la canzone “Un cielo senza stelle” dedicata ai giudici Falcone e Borsellino. Poi il giornalismo: era diventato anche pubblicista e l’Ordine dei giornalisti di Sicilia intitolerà alla sua memoria una borsa di studio, come dichiarato dal Presidente Vittorio Corradino. E non ultima passione, l’Inter, quest’ultima, condivisa col suo intero nucleo familiare.

Subito dopo quel maledetto 13 settembre, in cui Norman si lasciava cadere giù nel vuoto, per gridare il suo ultimo e sordo urlo di disperazione contro il sistema, Massimo Moratti, presidente dell’Inter, aveva chiamato personalmente a casa Zarcone per esprimere il proprio cordoglio e la propria personale vicinanza. La scorsa domenica 24 ottobre il patron della squadra nerazzurra ha voluto incontrare a Milano la famiglia Zarcone. Lo ha fatto nella sede dell’Inter, facendola aprire di domenica (giornata di chiusura e di stadio) prima della partita Inter-Sampdoria: «Un incontro non di prammatica, ufficiale o di copertina – dichiara il giornalista Claudio Zarcone, padre di Norman – bensì un incontro commosso, intimo, sentito, in cui sono emerse due cose importanti. La prima: la signorilità, l’umanità e la squisitezza del Presidente Moratti (qualità ormai note che però voglio ribadire). La seconda: la volontà dello stesso Moratti di non far morire la memoria di Norman, attraverso un’iniziativa che vedrà promotori sia l’Inter che la mia famiglia nello scambio delle idee e delle proposte da portare avanti».

«Il Presidente Moratti – continua Zarcone – non vuole organizzare qualcosa di banale, mi ha detto, vuole un qualcosa che valorizzi il talento in qualche campo non necessariamente calcistico, che sia un sigillo allo stesso talento dimostrato da Norman nel suo corso di studi filosofici». A fine partita la famiglia Zarcone ha incontrato Milly Moratti, moglie di Massimo, già impegnata in attività umanitarie (con Emergency, ad esempio), la quale ha dimostrato il proprio affetto e la propria vicinanza ai genitori del giovane dottorando scomparso prematuramente. Tra le altre cose Milly Moratti è laureata in Fisica e Norman era studioso di problemi filosofici di meccanica quantistica e filosofia della scienza, quindi ha richiesto alcuni scritti e pubblicazioni di Norman per poterlo conoscere meglio dal punto di vista culturale e teoretico. Poi ha detto che il mondo del calcio dovrebbe essere anche un’agenzia educativa e in tale direzione deve andare l’Inter, quindi anche Lady Moratti ha espresso una solidarietà non formale, ma sentita, partecipata (durante un incontro privato e privo di riflettori) a Claudio e Giusy Zarcone, concordando con l’idea di fondo: la memoria di Norman non deve morire e deve anzi servire da stimolo a tanti ragazzi che si trovano in difficoltà professionale, progettuale ed esistenziale, cui viene spesso negato il diritto al talento per troppe cause che ne limitano volontà, capacità e progettualità (senza peraltro voler celebrare un improbabile elogio del suicidio da parte di nessuno: sarebbe banale pure sottolinearlo)”. Nella foto un’immagine dell’incontro

«Un progetto per Norman, quindi, sposato dall’Inter. Un progetto che è ancora in fase di discussione e confronto, ma che dovrebbe culminare in un qualcosa di preciso, concreto – conclude Zarcone –

per ricordare un giovane che ha detto di no alla vita troppo in fretta, quantunque la sua protesta fosse un estremo j’accuse».


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