ROMA – “Cristina Gallo ci ha lasciati. È stata una mamma tenerissima, una moglie esemplare, un’insegnante innamorata. È stata una combattente irriducibile. Non il caso e neppure la fatalità hanno deviato il corso della sua esistenza: Cristina è diventata simbolo, suo malgrado, di uno di quei casi che si definiscono di malasanità. Pur essendo provata dalla sofferenza, non si è mai arresa. Ha combattuto la malattia e insieme una battaglia per cercare verità e giustizia. Ha combattuto soprattutto per aiutare gli altri”. Lo scrive sui canali social il Vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè.
“Sono stato al suo fianco e sono stato orgogliosamente il suo “moschettiere”, come mi ha ripetuto tante volte”, prosegue l’esponente di FI. “Oggi piango la morte di un’amica e di una implacabile guerriera dolcissima. Abbraccio Giorgio che con il suo amore è stato con i figli la vera àncora di Cristina. Per consegnare a tutti un briciolo della straordinaria persona che era – aggiunge ancora Mulè -, riporto un messaggio che ho ricevuto da Cristina quando era già consapevole che il suo destino era segnato: “purtroppo… se io avessi avuto il referto del mio banale fibroma subito non avrei avuto metastasi, non sarei stata al quarto stadio, con il rischio di morire… tuttavia il bene che ne verrà mi dà sollievo e spero ci sia anche giustizia. Speriamo tutto questo possa servire a cambiare le cose per i nostri figli e per chi non ha voce”. Addio, Cristina. Il tuo “moschettiere” – conclude – continuerà insieme a te la battaglia. Implacabile, stanne certa”.
Faraone: “Ha combattuto contro l’indifferenza”
“Stanotte se n’è andata dopo una lunga battaglia, e dopo una storia che non avrebbe dovuto mai diventare un ‘caso di malasanità’. Maria Cristina Gallo non ha combattuto solo contro un tumore raro e feroce. Ha combattuto contro l’indifferenza, contro i ritardi, contro quel rimpallo di responsabilità che troppo spesso uccide più della malattia stessa”. Lo scrive sui social Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva, a proposito della scomparsa della professoressa di Mazara del Vallo che denunciò i ritardi nella consegna dei referti istologici da parte dell’Asp di Trapani.
“Per mesi ha atteso un referto istologico, otto mesi. E in quei mesi non ha smesso di parlare, di denunciare. Diceva: ‘Non mi faccio sopraffare dalla rabbia, perché è un sentimento distruttivo. Voglio promuovere il bene, dare senso a tutto questo male’. Maria Cristina non chiedeva vendetta, chiedeva giustizia. Oggi la salutiamo con dolore, ma anche con gratitudine. Perché nella sua voce, ferma e lucida fino alla fine, c’è il grido di tanti malati che non hanno voce. E sta a noi far sì che quel grido non resti inascoltato. Ciao Maria Cristina. La tua battaglia continua”, conclude.
Calenda: “Storia che ti fa vergognare di essere italiano”
Quella di Cristina Gallo – morta oggi a Mazara del Vallo – è “una storia che ti fa vergognare di essere italiano. Nella Sicilia di Schifani dove di sanità si discute solo per spartirsi le nomine, muore una signora che ha ricevuto l’istologico otto mesi dopo averlo fatto. Non è un caso isolato. Più di 3000 referti sono “spariti”. Commissariamo la sanità subito, Meloni. Non agire è una violazione dei diritti costituzionali dei siciliani”. Lo scrive in una nota il leader di Azione, Carlo Calenda.
Musolino: “Tragedia annunciata, Schifani si dimetta”
“Esprimo le mie più sincere e sentite condoglianze alla famiglia della professoressa Maria Cristina Gallo per la sua prematura scomparsa. Un evento tragico dovuto a quella mala sanità che a Trapani ha determinato i ritardi ingiustificabili nella diffusione dei risultati dei referti istologici e che, secondo studi recenti, determina una nettamente ridotta aspettativa di vita al Sud Italia rispetto al Nord. Della professoressa Gallo ricorderemo soprattutto il coraggio con cui la sua denuncia ha consentito di scoperchiare il caso della gestione dei referti all’Asp di Trapani, portata avanti con pacatezza e determinazione, pur nella consapevolezza che la sua malattia, a causa di ben 8 mesi di ritardo nella consegna del referto, aveva già intrapreso un decorso difficilmente reversibile”.
Lo dichiara la senatrice di Italia Viva, Dafne Musolino.
“Il tema della sanità è per noi di Italia Viva centrale – prosegue la senatrice – e ci battiamo contro questo sistema di nomine, di scambi di poltrone e di manager privi di capacità gestionali, scelti solo per virtù di agganci politici. Il caso dell’Asp di Trapani è talmente eclatante che merita una ferma e decisa presa di posizione da parte di tutta la politica regionale. Insistiamo, pertanto, più che mai nel chiedere le dimissioni del presidente della Regione Renato Schifani, in quanto primo responsabile di questa situazione, sia per le nomine eseguite, sia per aver omesso di agire tempestivamente per la sostituzione del manager, in un balletto di presunte inchieste e procedimenti disciplinari che alla fine non hanno portato a nulla, se non alle dimissioni del dirigente senza che venisse sottoposto ad alcun procedimento”.
“La nostra battaglia per la sanità siciliana non è politica, ma è volta alla tutela della vita dei siciliani – conclude Musolino –. Perché quando la sanità diventa, come in Sicilia, appannaggio di nomine politiche scevre dal merito e dalle competenze, e che non prevedono mai un’assunzione di responsabilità da parte di chi sbaglia, le conseguenze le pagano sempre i cittadini. E sono conseguenze troppo spesso irreversibili, come nel caso della povera professoressa Maria Cristina Gallo e di tutti gli altri cittadini della provincia di Trapani, tra cui 300 pazienti oncologici, che hanno atteso il proprio referto per oltre otto mesi, scoprendo la loro patologia quando l’esito era ormai gravemente viziato da questa inutile e imperdonabile attesa”.
Morfino: “Rabbia e tristezza”
“È veramente triste apprendere che Mazara del Vallo è venuta a mancare Maria Cristina Gallo, 56 anni, la professoressa che aveva trovato la forza di denunciare pubblicamente un’ingiustizia profonda: il ritardo di otto lunghi mesi nella consegna degli esami istologici dopo una biopsia, mentre lottava contro una grave malattia”, lo dichiara Daniela Morfino, deputata del M5S.
“Da quella denuncia nacque un’inchiesta della Procura di Trapani, ancora aperta, che coinvolge dieci medici. Ma oggi, più di ogni altra cosa, resta il dolore per la perdita di una donna che ha trasformato la propria sofferenza in un gesto di coraggio e responsabilità civile. La sua storia suscita tristezza e rabbia, non deve essere dimenticata. Deve restare come un monito, come una voce che chiede a chi ha il dovere di garantire il diritto alla salute di non voltarsi mai dall’altra parte. Perché nessuno debba più pagare con la vita il prezzo dell’indifferenza o della negligenza”.
Carmina: “Caso Gallo non è isolato”
“Il caso di Maria Cristina Gallo non è purtroppo isolato, in Sicilia, dove ai ritardi diagnostici si aggiunge la scandalosa carenza di tecnologie salvavita. Per fare solo un esempio, ad Agrigento, quarta provincia della Sicilia per numero di abitanti, c’è un solo acceleratore lineare, vecchio e insufficiente per una popolazione di 450mila persone, visto che gli standard europei ne prevedono almeno uno ogni 250mila abitanti”, lo dice in una nota Ida Carmina, deputata del Movimento 5 Stelle.
“I malati oncologici – ha aggiunto – sono quindi costretti ad attendere anche quattro mesi prima di iniziare le cure. Nel frattempo, però, la malattia avanza, diventa irreversibile e spesso letale. Ho già avuto modo di denunciare al ministro Schillaci, interrogandolo in Aula alla Camera nel question time del 19 marzo scorso, questa situazione indegna di un Paese civile, nella quale le risorse per l’acquisto dei macchinari necessari erano previste nel Pnrr, eppure la spesa è ferma al palo. Ho chiesto conto delle scelte nella pianificazione regionale e nazionale, visto che ci sono province con meno abitanti che dispongono di più macchinari”.
Antoni: “Grande dolore, lotteremo per una sanità senza liste d’attesa”
“Grande dolore per la scomparsa della professoressa Maria Cristina Gallo che aveva denunciato i ritardi nella consegna degli esami istologici dei pazienti oncologici all’Asp di Trapani. Non sapremo mai se Maria Cristina si sarebbe salvata se quegli esami fossero arrivati prima, ma è doveroso accertare se il suo sia stato un vergognoso caso di malasanità. A tutti i suoi familiari va la nostra vicinanza e solidarietà. Il Movimento 5 Stelle continuerà a lottare per una sanità senza liste d’attesa e contro i tagli che sono fra le cause di questi disservizi. Giù le mani dalla sanità pubblica”, così Giuseppe Antoci, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, in una nota.
Oddo (Psi): onorati di aver combattuto al suo fianco
La nota di Nino Oddo del Psi. Cristina Gallo ci ha lasciati. E’ stata il simbolo dello scandalo della sanità a Trapani. La prima che uscendo allo scoperto ha denunciato le criminali manchevolezze di cui si sono macchiati vari soggetti, dal reparto in questione, ai dirigenti dell’Asp, ai vertici dell’assessorato. Poi, si è visto che lei purtroppo era solo la punta dell’iceberg”.
“Il Psi è onorato di essere stato in prima linea in questi mesi di denuncia, mentre colpevolmente in tanti, troppi, cercavano di ridimensionare la vicenda. Non tutto è stato inutile. Oggi l’esito delle biopsie viene fornito in tempi accettabili, i vertici dell’Asp sono cambiati con un nuovo dg, dello stesso colore politico del precedente, ma di ben altro livello professionale. E’ in corso un’inchiesta giudiziaria per accertare ulteriori responsabilità. Il centrodestra che governa la Sicilia non ha avuto il pudore e la dignità di intervenire sull’assessorato alla sanità, dove insistono responsabilità oggettive e soggettive. Le opposizioni, sui media e con una grande manifestazione a Palermo hanno fatto la loro parte, chi più e chi meno, va detto. Ora abbiamo il dovere nei confronti della memoria di Cristina Gallo di continuare a tenere alta l’attenzione, e non solo a Trapani. I socialisti lo faranno”.

