I sei morti alla playa, Salvi: |“Chiesta l’estradizione all’Egitto” - Live Sicilia

I sei morti alla playa, Salvi: |“Chiesta l’estradizione all’Egitto”

In totale sono tre le estradizioni chieste dalla Procura all'Egitto. Gli altri due sarebbero i responsabili della strage del sei settembre scorso. Le vittime furono più di 500. (Nella foto i sei migranti morti il 10 agosto 2013) IL VIDEO

Inchiodato il trafficante di uomini
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Il procuratore Salvi durante la conferenza stampa

CATANIA – Sono tre le estradizioni chieste all’Egitto dalla Procura di Catania per i vertici dell’organizzazione criminale dedica al traffico di esseri umani. Uno sarebbe il responsabile della traversata conclusasi in tragedia il 10 agosto dello scorso anno con la morte di sei migranti, avvenuta durante lo sbarco sul litorale della Playa di Catania. Agli altri due sarebbe imputata la strage del 6 settembre scorso. Le vittime furono più di 250.

Il capo dell’ufficio inquirente di piazza Verga Giovanni Salvi oggi in conferenza stampa: “Le procure di Catania, Siracusa e Ragusa sono state investite da un flusso che prima non conoscevano. Il cambio delle rotte – continua – è testimoniato dall’aumento significativo delle persone che fuggono dal Paese di Assad. Il gruppo di lavoro – afferma Salvi – è nato dall’esigenza di punire i trafficanti, e non solo gli scafisti. Si è cercato di proporre un “modello operativo”, che consentisse la soluzione dei problemi di giurisdizione penale nazionale e delineasse i possibili interventi di contrasto alle organizzazioni che gestiscono il traffico di esseri umani”. Le linee di indirizzo della Procura di Catania, preparate in collaborazione con quella di Siracusa e Ragusa, sono state recepite dalla Direzione Nazionale Antimafia e dalla Cassazione.

Importante il ruolo nel contrasto all’immigrazione clandestina svolto dalla Marina Militare, soprattutto nella raccolta degli elementi probatori come i filmati che hanno immortalato le varie fasi del traffico, con il traino delle imbarcazioni sovraccariche di migranti. Grazie a questi documenti, infatti, è stato possibile intervenire sequestrando i natanti. A bordo delle nave, sede del comando operativo, vi è un nucleo investigativo della Polizia di Stato, che inizia già in alto mare tutte le procedure per l’identificazione dei migranti e cerca di raccogliere anche informazioni per risalire all’identità dei trafficanti. Alla possibilità di sequestro delle cosiddette “navi madre” si aggiunge la repressione dell’organizzazione criminale. “Noi vogliamo colpire i trafficanti, non solo gli scafisti – aggiunge il Procuratore Salvi – abbiamo portato a giudizio 191 persone per il reato associativo, di queste abbiamo ottenuto già 109 condanne in primo grado”.

I reparti mobili della Polizia del distretto hanno ricostruito la rete dei contatti e il supporto logistico locale fino a rintracciare il “capo” dell’organizzazione. Nelle valutazioni di inquirenti e investigatori l’organizzazione criminale avrebbe goduto di una relativa “libertà di manovra” in acque internazionali.

I numeri. Erano 582 i siriani nel 2012, sono diventati 11307 nel 2013, fino a raggiungere il numero di 40595 quest’anno. Anche i Palestinesi, che negli anni passati erano assenti dalle statistiche, adesso sono 5832. Un incremento generale cha ha visto l’epilogo nelle tristi cronache del naufragio del 10 agosto che ha restituito alla spiaggia di Catania 6 migranti morti, e l’affondamento volontario del barcone al largo delle coste egiziane.

 


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