Chiede scusa per la frase intercettata sui “morti da spalmare”, l’ex assessore regionale alla Salute della Regione Siciliana. Ruggero Razza rompe il silenzio, che durava dalle dimissioni dello scorso 30 marzo e in un’intervista a ‘La Sicilia’ parla anche dell’inchiesta sui presunti falsi nei dati Covid in cui è indagato a Palermo: “L’elemento di novità emerso – dice – è legato alla valutazione sull’incidenza dei dati sui provvedimenti di contenimento dell’epidemia. Abbiamo chiarito, ritengo, che la Sicilia non ha mai posticipato decisioni di rigore, ma le ha sempre anticipate. E questo penso possa essere oggi agevolmente ricostruito anche con una lettura di tutti gli atti”.
Sull’intercettazione-shock dice che non ha avuto “occasione, per la mia immediata decisione di dimettermi, di scusarmi e lo faccio adesso, per la velocità con cui mi sono espresso nell’utilizzare il termine ‘spalmare’ riferendomi ai dati di più giorni dei deceduti”. “Una frase infelice – spiega – il senso ovviamente era quello di considerare prevalente l’effettiva ripartizione del dato sull’indicazione del bollettino giornaliero”. Razza esprime “il sentimento di rispetto che va a tutte le vittime e ai loro familiari” e che “è pari” a quello “di stima profonda per la professionalità con cui gli operatori siciliani della sanità hanno indossato il camice e la tuta e sono scesi in trincea: gli assessori passano, loro restano”.
“Il presidente della Regione, Nello Musumeci – aggiunge – mi è stato vicino come si fa con una persona che conosci da ragazzino. Ho sofferto nel leggere una ricostruzione che ipotizzava il tradimento della sua fiducia. Ovviamente è stato facile confutare questa percezione negli atti che abbiamo depositato”. “Tra i miei errori del passato – sostiene Razza – c’è stato quello di aver dato la percezione di entrare a gamba tesa nelle vicende della politica e nei rapporti fra le forze della nostra coalizione. Difficilmente accadrà nel futuro”. E sull’ipotesi di riprendere il ruolo di assessore alla Salute dice: “Su questo mi consenta di mantenere il mio riserbo”. E cita Nietzsche: “Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato”. (ANSA).