L'incidente e quel pianto disperato | Questo era Luca che amava il mare - Live Sicilia

L’incidente e quel pianto disperato | Questo era Luca che amava il mare

Luca Giacoletti

Un ragazzo di vent'anni. Il dolore della famiglia. Il ricordo degli amici. Oggi i funerali.

PALERMO – Chissà perché quella signora anziana e quel ragazzo – nonna e nipote, probabilmente – che si accompagnano a Valdesi, scansando le pozzanghere della pioggia recente, rammentano dolore e speranza insieme. Forse per questo volere andare oltre, nonostante tutto, nonostante la diseguaglianza del passo giovane con il passo più vecchio. Forse per questo appoggiarsi l’uno con l’altra, l’irruenza con la saggezza, nello spezzare il respiro faticoso del cammino, condividendolo.

Luca Giacoletti, ragazzo amatissimo di appena vent’anni, è morto ieri nel mare dell’Addaura. E sempre si ripropone lo strano intreccio fra dolore e speranza, di cui quella coppia di viaggiatori compone una metafora casuale, casualmente incontrata sulla strada di un lutto che ha sconvolto Mondello e Palermo.

Il dolore di non potere più parlarsi, desiderando moltissimo farlo, con più veemenza, ora che non è possibile. La speranza che qualcosa rimarrà per dire che non è stata tutta semplice vacuità dello stare accanto. Il dolore nello scoprire che l’amore più grande è, più impotente si dimostra: non può riportare in vita ciò che ami. La speranza che lo stesso amore straziato permetta un’altra forma di rapporto, nel sapersi legati, in un modo dolce e distante che gli anni mettono a punto.

Secondo la cronaca fin qui disponibile, Luca – che raccontano a bordo di un gommone – si sarebbe immerso per disincagliare un’ancora incastrata, ma non è più riemerso e i soccorsi sono risultati vani. Luca Giacoletti era un drago, un campione del nuoto, con allori e premi nella sua bacheca. Era un ragazzo garbato, educatissimo, figlio di un padre e di una madre che l’avevano cresciuto, da grandi e indimenticabili genitori, come il fratello e le sorelle.

Giulia Noera ha scritto su Facebook: “Chi ha frequentato la piscina olimpica da agonista negli ultimi 15 anni, non può che avere un ricordo meraviglioso di questo ragazzo e di questa famiglia. Una famiglia ‘all’antica’, quattro figli e padre e madre dediti totalmente a loro. Li vedevi sul bordo vasca o negli spogliatoi, sempre dietro di loro…. non puoi non averli amati”.

Marco Pomar, anche lui, ha scritto nella sua bacheca: “Nessuno sa quanto possa durare una vita, ma non accetterò mai la morte di un ragazzo di 19 anni, di 36, di 20, di 45. E quanto dolore non misurabile, quante lacrime inutili. Non che non lo sapessi già, ma se c’è un dio lì su, dev’essere molto distratto. Addio Luca”.

Giulia e Marco, anime che praticano i fondali della sensibilità, l’avevano conosciuto Luca, lo conoscevano. E lo ricordano come un ragazzo sensibilissimo, esperto di onde e di correnti, che amava il mare, tanto da cercarlo nella bellezza di una piscina. La marea di Facebook porta alla luce un pianto sommesso e disperato. Scorrendolo, capisci che è tutto autentico, che non si tratta di una lacrima asciugata in fretta. Chi passa e manda un bacio, conosceva Luca, il nuotatore. E gli voleva bene.

Alberta ha scritto: “Ti conoscevo bene. Di te, mi ha sempre colpito la tua disponibilità e la tua bontà. E la tua solarità, il tuo sorriso e il tuo voler bene. Mi sconvolge e spaventa davvero pensare che, la vita è breve, e bisogna apprezzare davvero ogni cosa, ogni giorno, in ogni momento perché è imprevedibile: un attimo prima ci sei, e un attimo dopo non ci siamo più. Anche per le cose più stupide. Eri un ragazzo d’oro, brillante in tutto, veramente, in tutti i campi, come poche persone che ho conosciuto. Eri un campione, in tutti i sensi. E voglio ricordati così. Ciao Luchino”.

Ed è un’onda che consola, mentre ti porta via, perché, almeno, puoi sfogarti. Ma poi chi potrà tornerà alle sue correnti, alla sua traversata. Resteranno mamma, papà, un fratello, due sorelle, i parenti e gli amici con lo strazio incagliato nel cuore. Eppure, dimostreranno, ancora una volta, di meritare l’affetto ammirato che li circonda, di essere ciò che sono: persone che hanno l’amore necessario per stare insieme nel cammino verso la felicità. Anche se ci sentiamo così sfiniti e sconfitti, così abbandonati e feriti, nell’ora inconcepibile dell’addio. E non rimane altro che tenersi stretti e continuare a volersi bene, così come siamo. Soli, davanti al mare.

I funerali saranno celebrati oggi, lunedì 27 agosto, alle 11 nella chiesa Sacra Famiglia in via Ausonia.

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