Rosario Faraone, papà di Davide, era un uomo gentile. La notizia della sua scomparsa, stanotte, getta nel dolore e nello sconforto quanti l’hanno conosciuto e quanti gli hanno voluto bene. Era un uomo del lavoro, della militanza e degli ideali giusti. Senza asprezze che non fossero necessarie. Sempre con un bel sorriso che non era il simbolo della condiscendenza, ma il caposaldo delle relazioni umane.
Erano accoglienti Rosario e Rita che componevano e non hanno mai smesso di comporre una famiglia gagliarda e affettuosa, con Davide e Gianluca. Abitavano una bella casa luminosa che rappresentava il prolungamento della sezione del Pds e poi dei Ds in via Maltese, a San Lorenzo. Si parlava di politica, di calcio, delle cose della vita leggere, non solo di quelle impegnative. Si stilavano improbabili giornalini politici da distribuire nelle feste dell’Unità. Era un’altra famiglia allargata.
Rosario stava male da qualche mese, a quanto sappiamo, ha combattuto coraggiosamente, come suo solito. La sua scomparsa, a 68 anni, lascia un vuoto e non è un modo di dire. Quel sorriso mancherà a tutti. Quel sorriso se ne va con l’affetto di tutti.
“Alla fine il giorno in cui avrei dovuto cercare nel suo armadio il vestito scuro, la camicia bianca e la cravatta rossa è arrivato – ha scritto Davide Faraone -. Ci ha lasciati soffrendo ma senza un lamento. Ci ha insegnato come si affronta una malattia e come si muore. L’ultimo insegnamento della sua vita straordinaria, vissuta accanto alla donna che ha conosciuto che erano bambini ed ha sempre amato, ai suoi fratelli, i figli ed i nipoti. E vissuto accanto a tutti voi che lo avete conosciuto e che potrete esprimere un giudizio sulla persona che è stata. Io sono suo figlio, troppo di parte. Posso soltanto dirvi che non riuscirò mai ad essere come lui. Papà sarà sempre il punto di riferimento inarrivabile, l’esempio da seguire. Sono riuscito a dirglielo soltanto qualche giorno prima che se ne andasse. Rosario Faraone detto Saro, come Sara, mia figlia, la nipote che ha amato molto più di se stesso e che è riuscito a vedere qualche giorno prima di lasciarci, “è il giorno più bello della mia vita” mi ha detto. Adesso indossa il vestito scuro, la camicia bianca e la cravatta rossa, è sereno”.