Movida e ambulanti| Non è facile fare il sindaco - Live Sicilia

Movida e ambulanti| Non è facile fare il sindaco

Pippo Russo

L'ex segretario provinciale dell'Idv parla dei nodi cruciali che sta attraversando la sindacatura di Leoluca Orlando, cogliendo l'occasione per presentare la missione del Mov139, il nuovo soggetto politico creato dal sindaco di Palermo.

La lettera di Pippo Russo
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4 min di lettura

PALERMO – Sono stati e sono tanti gli interventi che leggo sulle ultime Ordinanze sindacali, quelle sugli ambulanti e sulla movida, in particolare su quest’ultima. Cerchiamo, al di là della legittima diversità d’opinione, di fare un po’ d’ordine. Mi pare che le questioni che s’incrociano, leggendo anche i commenti, siano due. Una di carattere particolare, l’Ordinanza sindacale sulla movida palermitana, l’altra, di carattere generale, il giudizio complessivo, ad un anno dall’insediamento, sulla nuova Amministrazione comunale guidata da Leoluca Orlando.

Questa città, che soffre come tante altre città del Sud una drammatica condizione economica ed occupazionale, ha vissuto per anni senza regole in moltissimi settori sensibili della vita economica e sociale. Lascio da parte per un momento, non perchè non sia importante, anzi, è la madre di tutti i guai, la soffocante azione della mafia, del pizzo, del racket e di tutte le altre forme di economia illegale ancora purtroppo presenti nella nostra città, per soffermarmi al solo abusivismo nel commercio e nelle attività di intrattenimento o alla mancata o parziale disciplina. La risposta finora è stata, giustificata dalla mancanza di lavoro, “lasciamo che si guadagnino il pane”.

Pensiamo, ragionando così, di andare lontano? Oppure, “non mortifichiamo quel poco di impresa giovanile che c’è”. Se decidiamo che sia questa la via necessaria da seguire per favorire posti di lavoro non serve nemmeno che ci sia un governo della città, decretiamo il liberi tutti e non se ne parli più. Crediamo che lo sviluppo sia determinato dal fare ognuno ciò che gli pare, lasciando sullo sfondo, ma molto sullo sfondo, l’interesse collettivo? Io non credo. Credo, piuttosto, che un’Amministrazione seria, presente e non latitante, debba assumersi l’onere di mettere attorno ad un tavolo gli interessi particolari, parlo naturalmente di quelli legittimi, e alla fine trovare una soluzione che pur comportando una qualche rinuncia da parte degli interessi di parte, tuteli e garantisca il bene comune, il bene di tutti.

È ciò che a mio parere sta facendo la Giunta comunale, per esempio nel settore del commercio ambulante e della movida. In tante città italiane ed europee ci sono regolamenti in proposito molto più stringenti. Io posso fare commercio ambulante, ma non posso trasformare le vie centrali della mia città in occupazione permanente di vaste zone di suolo pubblico con conseguente concorrenza sleale. Io posso fare impresa di intrattenimento, ma devo rispettare il sacrosanto diritto dei cittadini alla quiete pubblica. Io posso vendere per strada, ma devo evitare che la strada si riduca ad una discarica a cielo aperto. Io posso offrire ai giovani luoghi e modi di divertimento, ma contribuendo ad evitare occasioni di violazione di norme di ordine pubblico e garantendo sicurezza ai clienti, tanto più se giovani, e ai residenti.

Non posso pensare di fare economia attraverso, nei fatti, abusivismo ed illegalità più o meno gravi. Nè posso prendere a pretesto, nel criticare le ordinanze sindacali in materia, che non ci sono i controlli e che a rispettare le regole sono sempre gli stessi determinando concorrenza sleale. No, si deve dire “bene le regole, finalmente! ma pretendiamo che siano fatte rispettare da tutti e su ciò giudicheremo l’Amministrazione”. Poi ci sono tante soluzioni tecniche per assicurare divertimento e tranquillità pubblica. Quindi, l’Amministrazione in questa azione di regolamentazione va sostenuta da tutti i palermitani che hanno a cuore le sorti della civile convivenza. Per quanto riguarda il giudizio complessivo sul Sindaco, ad un anno dal suo insediamento, vorrei essere molto chiaro. Leggo commenti che mai ho letto nel passato.

Forse è il prezzo che si deve pagare quando ci sei, quando non latiti, quando stai sul posto ad amministrare. Non si tratta di dare le colpe a chi c’era, anzi a chi non c’era prima. Ma non è irrilevante cosa s’è fatto o non fatto in anni e anni, non in un piccolo borgo di provincia ma nella quinta città d’Italia. Uscire dalle secche delle emergenze, mille emergenze, richiede dei tempi ragionevoli. Ed occorre non solo il sostegno, certamente non acritico, e la cooperazione dei cittadini, ma il concorso di tutte le istituzioni, dalla Regione allo Stato. Non esiste il problema x o y, esiste il “caso Palermo”, con carenze sconvolgenti. Oggi finalmente c’è un Sindaco con grande credibilità, morale, politica ed amministrativa, nazionale ed internazionale, utile per attirare investimenti, ciò che sta accadendo, c’è un governo, c’è qualcuno che si preoccupa di risolvere i tantissimi problemi che affliggono la nostra città. Il cammino è lungo ma almeno abbiamo la certezza che si sta camminando.

Non mi pare che serva a qualcuno, a chi vive a Palermo, sparare alzo zero sull’unica speranza di riscatto e di cambiamento che abbiamo. Infine, anche il nuovo soggetto politico che vede Orlando tra i principali ispiratori, Mov139, è un modo non solo per contribuire alla nascita di uno spazio per una politica più vicina ai bisogni dei cittadini ma anche per avere una sponda politica che aiuti a governare meglio, a fare meglio il complicato mestiere di Sindaco di Palermo.


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