PALERMO – Tre su tre. Il Movimento cinque stelle non vince, ma stravince i ballottaggi nei quali era impegnato. E conquista così tre Comuni dell’Isola. E se ad Alcamo, la vittoria di Domenico Surdi era ampiamente annunciata, anche perché sfiorata già al primo turno, meno prevedibili erano i successi nel “feudo” di Alfano, a Favara con Anna Alba e Porto Empedocle con Ida Carmina, in una zona tradizionalmente a trazione democristiana e dove i pentastellati hanno battuto due candidati del Pd: Gabriella Bruccoleri (sostenuta anche da un pezzo di Ncd) e Orazio Guarraci.
E appena chiuse le urne e ufficializzati i verdetti, i Cinquestelle hanno già indirizzato il proprio sguardo altrove. Più avanti. Attraverso le parole chiarissime del leader all’Ars Giancarlo Cancelleri che ha affermato di voler “lanciare un’opa per puntare senza mezzi termini alla conquista della Regione”. Un’onda, quella grillina, che potrà contare anche sull’entusiasmo legato alla conquista della Capitale da parte di Virginia Raggi e soprattutto – è forse questo il risultato politicamente più interessante e alla vigilia per nulla scontato – di Chiara Appendino a Torino. E a fare impressione sono le percentuali che hanno portato all’elezione dei sindaci: in tutti e tre i casi sopra il 70 per cento. Tre plebisciti.
A poco più di un anno dalle elezioni regionali di Sicilia, insomma, i Cinquestelle puntano dritto verso Palazzo d’Orleans. In un momento politico ottimale, a guardar bene, che coincide con una netta flessione del Partito democratico – in Sicilia tra l’altro da anni dilianiato da guerre interne – e con le difficoltà del centrodestra a ritrovarsi unito.
Operazione riuscita a Caltagirone, a dire il vero, dove il deputato regionale (tra poco ex) Gino Ioppolo conquista la vittoria, supportato da uno schieramento del quale faceva parte – unico caso in Sicilia – il simbolo di Forza Italia. Battuto il candidato del Pd Francesco Pignataro. Ed è sempre un candidato di centrodestra – nonostante a sostenerlo fossero alcune liste civiche – a vincere il duello in un altro tra i Comuni più grandi chiamati al voto: a Vittoria, Giovani Moscato ha battuto l’ex deputato di centrosinistra ed ex assessore di Raffaele Lombardo, Francesco Aiello. In una tornata, a dire il vero, che ha assunto toni surreali con l’inchiesta che ha allungato ombre di voto di scambio anche sui due contendenti del ballottaggio.
Il Pd si “consola” con la vittoria a Canicattì di Ettore di Ventura, che sconfigge Ivan Paci sostenuto da forze politiche di area moderata di centrodestra e a Noto dove arriva la conferma per il sindaco uscente Corrado Bonfanti che sconfigge Corrado Figura, sostenuto da liste civiche.
Liste, quelle non direttamente legate ai partiti tradizionali, che vincono a Lentini, con Saverio Bosco (considerato però un candidato vicino all’area di centrosinistra) e a Giarre, dove Angelo D’Anna batte Tania Spitaleri, sostenuta da una coalizione nella quale era possibile rintracciare l’unica residua presenza del Megafono di Crocetta. Un movimento che sembra dissolversi, insieme alla legislatura entrata nella sua porzione finale. Mentre “salgono” le Cinquestelle e adesso puntano proprio alla poltrona di Crocetta. E alla conquista della Sicilia.