Non più cori di giubilo per la Santuzza, stamattina in Cattedrale, ma grida e lacrime di rabbia. Tornano a farsi sentire gli ex interinali della Multiservizi spa. Dopo aver occupato il terzo piano di palazzo dei Normanni e gli uffici dell’assessorato all’economia, oggi hanno deciso di manifestare le loro preoccupazioni addirittura all’interno della Cattedrale di Palermo. Questa volta però la pazienza sembra essere finita. Una ventina di lavoratori si sono presentati in chiesa con bottiglie piene di benzina, minacciando di darsi fuoco se non fossero riusciti a parlare con l’assessore all’economia Gaetano Armao o con lo stesso presidente delle Regione Raffaele Lombardo.
“Vogliamo parlare con qualcuno che abbia il potere di sbloccare la situazione in via definitiva – afferma Angelo D’Anna, uno degli ex interinali presenti in cattedrale – Basta promesse inutili. Avremmo dovuto avere entro il 12 luglio la lista degli ex interinali che sarebbero stati assunti in prima istanza nella nuova società consortile Sas spa. E invece niente. Hanno nominato i dirigenti, poi si sono dati alla macchia. Oggi si deve risolvere la questione se no facciamo scoppiare una tragedia”. “Ci dicono che la soluzione sarà trovata a giorni, a breve. Ci dicono di aspettare, continuano a rimandare tutto – incalza Gaetano Tarantino, ex interinale della Multiservizi – Non capisco perché almeno Lombardo non interviene”. E prima di scoppiare in lacrime Tarantino aggiunge “Siamo costretti a fare questo. Sa che significa avere una moglie e due figli a casa che ti aspettano, mentre sei qui con della benzina e un accendino che minacci di darti fuoco?”
“Noi non chiediamo l’elemosina – grida Maria Carmela Scannaliato, un’altra ex interinale – Noi vogliamo solo godere del diritto al lavoro. Noi vogliamo solo lavorare. I voti sono finiti. Sono bravissimi a venire da te a chiederti il voto, ma sono altrettanto bravi a sparire poi quando tu hai bisogno dell’aiuto di un politico”.
Nel corso della mattinata, dopo molteplici tentativi da parte del personale della cattedrale, compreso l’intervento di padre Sarullo, alla fine un gruppo di manifestanti, nel frattempo “disarmati” dagli agenti della Digos, sono stati ricevuti dal segretario del cardinale di Palermo Paolo Romeo, che ha assicurato di tentare di parlare con il presidente della Regione o con l’assessore all’economia. In ogni caso, gli ex interinali sono ancora lì e minacciano di non muoversi fino a quando non avranno delle risposte precise sul loro futuro lavorativo. “Non torneremo a casa, vogliamo risposte, basta promesse. Sono sicuri di averci tolto tutta la benzina?”, minacciano.
E la questione degli ex interinali della Multiservizi quasi certamente verrà affrontata nella prossima giunta di governo, prevista con ogni probabilità già per domani. Intanto, nella giunta di venerdì scorso, è stata approvata la nuova proroga per le convenzioni tra Multiservizi, Bioshpera e gli enti beneficiari dei servizi (Asp, Enti parco). Il contratto è prolungato fino al 31 luglio. C’è il tempo, quindi, per sistemare gli ultimi dettagli di una vicenda spinosa e tesa. Che a dire il vero si sarebbe dovuta chiudere già lo scorso 12 luglio. Ma si è arenata ancora una volta.
Per gli interinali, in realtà, la soluzione sembrava vicina. Dopo le sentenze dei tribunali di Palermo e Agrigento che riconoscevano a questi lavoratori il diritto all’assunzione, non sono mancati gli ostacoli per il riconoscimento del diritto al “travaso” di questi dipendenti nella nascente Servizi ausiliari Sicilia (dove dovranno fondersi Multiservizi, Biosphera e Beni culturali spa). La soluzione per gli interinali, dicevamo, era stata trovata nell’assunzione con la formula del part-time. Man mano che i lavoratori della Sas andranno in pensione, questi contratti potranno essere convertiti in formule più stabili. I contenziosi in atto tra questi lavoratori e la Regione sono ben 208, molti di più dei 129 inizialmente indicati.
Nel frattempo, altre ombre si sono alzate sulle società partecipare. Il decreto Monti sui tagli alla politica, prevede infatti, lo scioglimento di tutte le attuali società partecipate. “Il futuro dei lavoratori delle partecipate regionali – ha detto Caludio Barone, segretario regionale della Uil – continua ad essere a rischio. Dopo la sigla dell’accordo per il transito dei lavoratori di questo bacino alla Sas sembrava, infatti, definito il percorso che avrebbe dato tranquillità a 2.300 dipendenti. Ma il recentissimo decreto Monti sulle partecipate rischia, però, di destabilizzare questo percorso. Ecco perché chiediamo un incontro urgente al Governo regionale. Questo decreto – ha aggiunto Barone – sta creando enormi problemi in tutto il Paese e rischia si provocare decine di migliaia di licenziamenti e nuove assunzioni creando il caos per via di una malintesa interpretazione delle norme sulla concorrenza. Chiediamo, quindi, che la Regione siciliana decida gli interventi opportuni e che si coordini con le altre Amministrazioni regionali e nazionali”.