Multiservizi, la Sas | dovrà assumerne altri 12 - Live Sicilia

Multiservizi, la Sas | dovrà assumerne altri 12

Il tribunale del lavoro di Palermo respinge in appello il ricorso della partecipata regionale che si opponeva al reintegro dei lavoratori. A questi la Regione dovrà pagare anche gli stipendi per il periodo in cui sono stati costretti a restare a casa.

PALERMO – La Regione deve reintegrarli. E deve anche pagare loro gli stipendi arretrati. Quelli, per intenderci, che riguardano i mesi durante i quali i lavoratori ex interinali di Multiservizi sono rimasti a casa. Licenziati, o meglio “non assunti” nei giorni del passaggio dalla vecchia società partecipata in liquidazione alla Sas, la nuova mega-società nata dalla fusione, appunto, di Multiservizi, Biosphera e Beni culturali spa.

La Regione deve assumerli. Lo ha detto anche la Corte d’appello del Tribunale del Lavoro di Palermo respingendo il ricorso avanzato da Sas e Multiservizi. Anche in secondo grado, hanno vinto ben dodici ricorrenti. Ai quali vanno restituite somme che vanno dai 20 mila ai 50 mila euro a testa. Per un lavoro che – non per colpa loro – non hanno mai svolto. La Regione perde, fa ricorso, e perde di nuovo, quasi sempre. Ostinandosi a non assorbire solo loro. I lavoratori ai quali era stato somministrato un contratto di lavoro illegittimo. Una pratica diffusa, e certamente in molti casi discutibile. Ma a quei lavoratori, diversi tribunali hanno già riconosciuto il diritto alla ri-assunzione.

La vicenda riguarda il passaggio, come detto, da Multiservizi a Sas. Un transito deciso dal piano di riordino delle società partecipate voluto dal governo di Raffaele Lombardo. I lavoratori a tempo indeterminato di Multiservizi (quasi 900), Biosphera e Beni culturali spa sono passati direttamente dalle vecchie società alla nuova, che adesso conta su un personale di oltre duemila persone.

Altri, invece, erano rimasti fuori. Frutto della procedura di “licenziamento” collettivo, scelta dal governo. In pratica, le società dichiaravano l’interruzione di attività. I lavoratori licenziati venivano “contestualmente” riassunti. Una procedura che si completa nel 2012, tra molti dubbi. Che diventano “sentenza”, man mano. Sentenze che danno ragione ai lavoratori rimasti esclusi. Ad Agrigento, come a Palermo. In primo grado e adesso anche in appello. I giudici infatti sanciscono un principio molto chiaro: la procedura di licenziamento collettivo è illegittima. E la fusione delle vecchie nelle nuove società va interpretata come un “trasferimento di ramo d’azienda”. Un iter previsto dal codice civile e che assicura la “continuità” del rapporto di lavoro appunto dalla vecchia alla nuova azienda. Altri dodici hanno quindi avuto ragione. La Sas, società interamente regionale, difesa dall’avvocato Claudio Alongi, perde ancora. E dovrà sborsare, al di là delle spese per gli incarichi legali (decine e decine) anche gli “arretrati” ai lavoratori “illegittimamente” lasciati dietro la porta della nuova società.

Una società che vive ore molto calde. Il cda è stato recentemente attraversato dalle dimissioni di alcuni componeti, tra cui l’attuale capo di gabinetto del presidente Crocetta, Gianni Silvia. E in atto sarebbe in corso un “braccio di ferro” tra il governo e il presidente della società, Di Stefano. Tensioni che, stando ai sindacati Cobas Codir e Sadirs potrebbero tradursi in un ritardo nelle erogazioni dei contratti di servizio per i lavoratori. “Appreso che, nonostante la Sas abbia esperito tutte le procedure di propria competenza in termini di trasmissione di tutti i contratti di servizio sottoscritti dalla medesima società e dai relativi enti committenti, – dichiarano i sindacati – l’assessorato all’Economia, pur in presenza di apposito stanziamento in bilancio (legge Finanziaria 2014), non ha ancora accreditato alla società le risorse sufficienti e necessarie per il pagamento dello stipendio del mese di aprile 2014”. E i sindacati hanno anche annunciato un sit-in di protesta di fronte l’assessorato all’Economia nelle giornate tra il 22 e il 24 aprile. Alla Sas, che dovrà abbracciare presto i vecchi-nuovi dipendenti, insomma, è ancora caos.


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