PALERMO – Un consiglio di saggi, composto da due scienziati e tre ministri, per chiarire se il Muos rappresenti o meno un rischio per la salute umana. A stabilirlo è il consiglio di giustizia amministrativa nella sentenza che avrebbe dovuto mettere la parola fine alla vicenda relativa alla costruzione del sistema satellitare della marina militare statunitense.
A pronunciarsi sul Muos saranno, dunque, oltre a due scienziati di chiara fama, tre colleghi del ministro della Difesa, una delle parti in causa, che ha presentato ricorso al cga contro la sentenza del Tar di Palermo.
Un paradosso che non piace ai legali del movimento No Muos. “Vero è che il collegio sarà composto da ministri diversi rispetto alla Difesa, che ha fatto ricorso. Ma da un punto di vista sostanziale l’anomalia resta – è il pensiero dell’avvocato Sebastiano Papandrea, che con la collega Paola Ottaviano rappresenta in giudizio il movimento No Muos -. Il ministro è un organo politico, non tecnico. E anche se il cga prevede che i tre dicasteri potranno avvalersi di periti nelle operazioni di verifica, non per questo l’anomalia viene meno – continua il legale -. Resta il fatto che i ministri rispondono alla linea politica del governo, non possono essere terzi nel loro giudizio. Come se non bastasse, i giudici amministrativi hanno stabilito che il collegio decida a maggioranza. E numericamente la componente politica ha un peso maggiore rispetto a quella tecnico-scientifica. Un’ulteriore anomalia che rischia di riverberarsi sulla decisione finale. Ecco perché chiederemo che la composizione del collegio venga modificata”.
L’organo di giustizia amministrativa ha, poi, parzialmente accolto il ricorso presentato dal ministero della Difesa contro la sentenza del Tar, annullando le revoche con cui nel 2013 la Regione Siciliana aveva ritirato le autorizzazioni concesse alla costruzione del Muos rilasciate due anni prima. Una decisione che lascia “perplessi e amareggiati” i legali del movimento No Muos, secondo i quali “non appare in alcun modo condivisibile la considerazione per cui l’annullamento delle autorizzazioni, fatto dalla Regione siciliana nel marzo 2013, non sia legittima”.
Ma il Cga, come detto, ha lasciato ancora aperta la partita più importante, quella relativa ai possibili rischi per la salute dell’uomo. “Gli accertamenti tecnici e le verificazioni disposti in primo grado non offrono una risposta conclusiva e convincente”, si legge nella sentenza. Domanda alla quale, dunque, dovrà rispondere il collegio di verifica. Le conclusioni sono attese per il 16 dicembre prossimo, giorno in cui i giudici hanno fissato l’udienza. Una data difficilmente rispettabile, però, secondo il legale del movimento No Muos. “Visti i termini che sono stati assegnati dai giudici – ha affermato Papandrea -, credo che quella del 16 dicembre sarà soltanto un’udienza interlocutoria”.