PALERMO – Anche nel centrodestra si muove qualcosa verso il centro. A parlarne è Eleonora Lo Curto, capogruppo dell’Udc all’Ars. Per lei in Sicilia, l’esperienza della coalizione di governo siciliana dovrebbe servire alla nascita di una forza politica che vada da DiventeràBellissima all’Udc passando per Forza Italia e attraendo anche gli esponenti di Italia Viva, il nuovo di Matteo Renzi. Una “costituente”. Il leader? Nello Musumeci.
Eleonora Lo Curto, insomma, qualcosa si muove al centro?
“Rispetto al meeting dell’Udc di Fiuggi dell’anno scorso, in cui ho sperimentato molta nostalgia, quest’anno ho percepito una forte vivacità e una capacità di guardare al futuro. Oggi c’è la consapevolezza della necessità di un centro moderato. A Fiuggi si è sviluppato un dibattito su come sviluppare e creare economia grazie all’innovazione tecnologica, abbiamo parlato della prospettiva di un’Italia protagonista in questo senso. E anche la Sicilia può e deve puntare sull’innovazione tecnologica”.
Politicamente quindi pensate a un nuovo format?
“Il partito dei centristi ha il dovere di lanciare una costituente di centro, un appello per i liberi e forti. In Sicilia, se ci fosse anche il movimento del presidente della Regione e Forza Italia, potremmo essere il primo partito. Io penso che il partito dei siciliani, possa avere la capacità di incidere nei processi”.
Lei mi sta descrivendo l’attuale compagine di centrodestra, che appoggia Musumeci, no?
“Non dobbiamo aggregare i soggetti politici, dobbiamo condividere il progetto. E dobbiamo promuovere questo metodo anche nel resto dell’Italia. Il presidente Musumeci dice: “Siamo condannati a stare nel centrodestra”. Io dico che invece dobbiamo essere protagonisti di un nuovo processo di aggregazione culturale e politica che non subisca i sovranismi e che contemperi le esigenze di chi al Sud ama Salvini perché è affascinato dalla cultura dell’uomo forte. Io infatti non credo che Salvini abbia prodotto un progetto politico capace di convincere il Sud. La Lega questo consenso deve meritarlo veramente”.
Della Lega parleremo fra poco. Mi dica, c’è la possibilità che nasca una forza politica moderata come quella che lei chiede?
“Io non so se è possibile, credo che noi abbiamo il dovere anche attraverso questa costituente, di fare prevalere ciò che ci unisce. I soggetti uniti da un’alleanza attorno alla figura del presidente Musumeci, devono potere trasformare il loro stare assieme in una strategia che ci consenta di riappropriarci di uno spazio politico di cui c’è bisogno nel paese e di cui vorrebbe appropriarsi Renzi”.
Lei nel presidente Musumeci vede certamente la figura del garante dell’alleanza di governo ma immagina che possa essere anche il federatore della costituente di cui parla?
“E perché no? Lo vedo così appassionato, così moralmente radicato alla necessità ineludibile di fare questa terra bellissima nei diritti, nelle libertà e nello sviluppo economico. Musumeci ha una chiara formazione di destra. Oggi però è l’interprete più autorevole e più intransigente del bisogno che il nuovo soggetto politico dovrebbe interpretare”.
Musumeci potrebbe accettare un tale ruolo?
“Penso che questo spirito lo animi perché vedo che anima le sue azioni di governo. Credo pure che nel nuovo soggetto debba esserci anche il presidente Miccichè”.
Alle volte sembra che Miccichè strizzi l’occhio a un’altra parte politica, agli uomini che oggi potrebbero confluire dentro Italia Viva di Matteo Renzi. È sicura che fra queste due parti non ci sia un’attrazione politica?
“Io credo che debba essere Renzi a interessarsi al nostro progetto. Perché il vero progetto di centro è il nostro. Abbiamo un’idea inclusiva a tutti coloro che vogliono un paese libero dai vincoli di natura economica e un paese unito, senza diseguaglianze territoriali. Se vuole dimostrare buona volontà allora Renzi deve parlare con noi”.
Immagino, quindi, che lei pensi a qualche esponente renziano nell’Isola.
“In Sicilia ci sono amici di Renzi che noi stimiamo. C’è senza ombra di dubbio Luca Sammartino, la stessa Luisa Lantieri che è transitata alla coalizione che appoggia Musumeci. Io credo che queste persone possano arricchire un movimento ispirato alla moderazione come il nostro”.
E lei ritiene che un tale movimento, ispirato alla moderazione, possa stare con la Lega di Matteo Salvini?
“Io credo, e penso di interpretare un sentimento comune, che noi non dobbiamo tradire le nostre origini che sono anche le basi per il nostro futuro. Con Salvini occorre ragionare rispetto a ciò che ci unisce: la lotta ai trafficanti di esseri umani. Questo è senza dubbio nelle corde della nostra etica. Non santifico le Ong ma credo che non esiterei un attimo a salvare la vita di chi la rischia in mare. È complicato dire aiutiamoli a casa loro. Senza dubbio il paese che salva le vite umane non può tenersi tutte le persone che salva. Ma per fare questo bisogna essere forti in Europa”.
Cosa pensa del progetto dell’autonomia differenziata e dei possibili effetti per la Sicilia?
“La Lega legittimata dai voti delle Regioni del Sud si batte per l’autonomia delle Regioni del Nord. Il partito di Salvini deve dimostrare invece di meritare il consenso che ha riscosso nel Mezzogiorno. La questione meridionale non è mai stata tanto attuale quanto adesso. Il Sud senza adeguati sistemi di perequazione, a fronte della maggiore richiesta di autonomia differenziata, rischia di morire di fame. Non possiamo permettere che questo avvenga senza gli strumenti di cui noi abbiamo bisogno”.
E quali sono questi strumenti?
“Come dice il presidente Musumeci, ci vuole un piano Marshall per il Sud. È necessaria un’assemblea permanente delle Regioni meridionali e delle Isole perché la questione meridionale sia al centro dell’agenda politica del governo centrale”.
Lei ribadisce la lealtà dell’Udc alla coalizione del centrodestra, eppure nella maggioranza non mancano le frizioni che qualche mese fa hanno interessato anche il rapporto fra il suo partito e gli altri. Qual è lo stato di salute della maggioranza che appoggia Musumeci?
“In questi giorni c’è un momento di crisi che deve vederci uniti nell’impegno di fare quadrare i conti. In generale non v’è dubbio che ci sono frizioni nel centrodestra ma dobbiamo serrare le fila. Anche io non sono soddisfatta del fatto che la condizione in cui ci troviamo ad operare non mi permette di rendere il mio territorio protagonista dello sviluppo economico come vorrei, tutti assieme dobbiamo fare prevalere il senso di responsabilità, o domani non si salverà nessuno. Non possiamo fare prevalere gli interessi particolari. Dobbiamo sentirci protagonisti dell’azione generale di sviluppo che sta facendo il governo Musumeci”.
L’Udc sta dentro il governo regionale con un assessore che viene dal Nord, Alberto Pierobon a cui è stata affidata la competenza sull’energia, le acque e i rifiuti. Cosa pensa del lavoro che è stato fatto in questo settore?
“Rivendico con orgoglio e soddisfazione l’operato e il metodo silenzioso dell’assessore ai rifiuti Alberto Pierobon. L’Udc ha questo merito di avere fatto una scelta di valore mettendo una persona nel genere nel settore più delicato della Regione. Abbiamo una legge pronta per l’esame che mette chiarezza e fa sì che i rifiuti rimangano nel territorio che li ha prodotti. Dopo dobbiamo mettere mano al tema dell’energia, delle rinnovabili e della bonifica del territorio”.
Cosa ha pensato in occasione del coinvolgimento dell’assessore nel caso Arata?
“Hanno provato a sfruttare la sua innocenza. Dall’altra parte qualcuno che conosceva gli Arata poteva dirgli: ‘Alberto stai attento a questi tizi’”.
Qual è l’agenda per la Sicilia su cui deve concentrarsi nei prossimi mesi il governo della Regione?
“Si sta già lavorando nel senso giusto. Adesso fra le cose non più rinviabili c’è certamente la legge sui rifiuti e la legge per il governo del territorio. Infine credo che dobbiamo concentrarci sullo sviluppo dell’Agricoltura nella nostra Isola. In tal senso importante è la legge sulle zone franche montate”.