Repubblica scrive un pezzo, un sunto dal profondo delle misture erotico-padronali (LEGGI QUI). Di che si tratta. Ecchequa, per le penne di due segugi di razza come Salvo Palazzolo e Francesco Viviano: “Le “marchette” con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Le performance sessuali nella villa di Arcore, anche con “ragazze piccole d’età, di 17-18 anni”. E nel bel mezzo del festino persino un saluto telefonico del premier alla mamma della escort. Nadia Macrì, ex cubista e ragazza immagine di Reggio Emilia, ha raccontato questo e molto altro in un lungo interrogatorio che il 26 ottobre scorso è stato convocato dai sostituti procuratori di Palermo Marcello Viola e Geri Ferrara in una caserma dei carabinieri di Bologna“.
Insomma c’è di mezzo il Signore di Arcore. Si legge: “Ho conosciuto una persona che lavora per Lele Mora. Mi fa: “Vuoi guadagnare un po’ di soldi? Ti porto dal presidente. Guadagni, ti metti in tasca… (…) C’era una festa a casa Berlusconi: “Ho visto Apicella (mamma mia! ndr). C’erano poi notai, avvocati, gente di prestigio – la descrizione della Macrì non è molto precisa sul punto – non me li ricordo i nomi”. Si giustifica con i pubblici ministeri: “A me interessava solo il presidente. Ero lì per lui. Dopo cena, gli altri se ne sono andati a casa. Le ragazze sono rimaste tutte insieme. Andavano con lui. Lui faceva: “Avanti la prossima, avanti la prossima””. Ma quella prima volta, ad Arcore, non accadde nulla fra il presidente del Consiglio e la ventisettenne cubista di Reggio Emilia”. Delusione massima del lettore ingolosito. Tiremm innanz.
Le prestazioni a Villa Certosa
Si rivedono a Villa Certosa. Nadia Macrì racconta: “Per le due prestazioni sessuali con Berlusconi ho avuto 10.000 euro in totale. I primi cinquemila, in Sardegna. Mi chiamò nel suo ufficio, per darmi una busta. Mi aveva anche prenotato l’aereo per tornare con un volo di linea”. Nadia Macrì precisa: “La trasferta in Sardegna fu due giorni prima del terremoto in Abruzzo. Noi eravamo tutte quante lì, e lui poi se ne doveva andare a vedere il terremoto”. Erano “25-30” le ospiti di Berlusconi. “Non davano molta confidenza, ognuna aveva la sua camera. Al massimo eravamo due in camera. Nelle stanze c’era anche dell’erba da fumare. Io mi sono fumata una canna di erba con loro. Le ragazze dicevano che l’erba la trasportavano tramite il jet di Berlusconi. Me lo dicevano le ragazze, quelle che erano giuste per lui, quelle che erano sempre sul jet”.
Al telefono con mammà
“Nella piscina di Villa Certosa Berlusconi parla al telefono con la mamma di Nadia Macrì. “Gli dissi: “Le posso passare mia madre?” Acconsentì. Lei quasi stava morendo d’infarto quando gli feci il nome di Berlusconi. Ma si riprese subito: “Qua stiamo morendo di fame”, disse mia madre. E lui rispose: “Signora, cosa posso fare per lei?”. E niente – commenta Nadia Macrì davanti ai magistrati – cosa gli può dire mia mamma. Mica gli può dire “sono felice che mi figlia è a dormire lì con lei””. Alla fine, la signora Macrì tornò a ripetere al presidente: “Qui stiamo morendo di fame”. E chiosò: “Ma tanto lei cosa fa?”.
Il resto nel reportage di Repubblica. Se ne deducono due aspetti. Berlusconi è sensibile alle mamme, specialmente quando muoiono di fame. L’altra già detta, ma forse giova ripeterla: in codesto reame tutte le avventure vanno a finire come in una canzone di De Andre.