Il sequestro al ristorante Sailem |Natale Giunta al contrattacco - Live Sicilia

Il sequestro al ristorante Sailem |Natale Giunta al contrattacco

Lo chef Natale Giunta

Il noto chef socio della Srl che gestisce il ristorante al Castello a mare di Palermo punta il dito contro la Capitaneria: "Non ha la competenza per i controlli". Il gambero sequestrato? "Era fresco e congelato a bordo. Un procedimento indispensabile per garantire i clienti. Siano noi a chiedere un'inchiesta".

ESPOSTO IN PROCURA
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PALERMO – Natale Giunta passa al contrattacco. Ha presentato un duro esposto in Procura. Punta il dito contro la Capitaneria di porto che nei giorni scorsi ha sequestrato del pesce nel ristorante Castello a mare gestito dalla Sailem srl di cui il noto chef è socio.

L’ipotesi al vaglio degli investigatori è la tentata frode in commercio: nel ristorante sarebbero stati serviti gamberi congelati senza che venisse specificato nel menù con l’apposito asterisco. Il legale rappresentante della Sailem, Giuseppe Casabona, è stato deferito all’autorità giudiziaria. Una contestazione che ha provocato la reazione stizzita dei diretti interessati: “Il prodotto è stato acquistato fresco e congelato a bordo”.

Un sistema di conservazione ritenuto indispensabile per garantire il consumatore. “Tutto il gamberone pescato a Mazara del Vallo – spiegano gli avvocati Stefano Santoro e Stefania De Bellis, che hanno presentato l’esposto per conto di Giunta – viene congelato a bordo, e non surgelato si badi bene, per mantenere le proprietà organolettiche del pesce fresco. Il gamberone non può non essere sottoposto al congelamento a bordo per poterlo poi servire in tavola ai clienti. Accade per tutto il prodotto che mangiamo nei ristoranti o compriamo nelle pescherie. Ecco perché siamo noi a sollecitare l’inchiesta. Si faccia chiarezza, se solo ci saranno ancora le condizioni per farlo”.

Il riferimento dei legali è alla parte dell’esposto in cui vanno giù duro contro la Capitaneria di porto: “Nell’eseguire la perquisizione culminata con il sequestro – scrivono – la Capitaneria ha omesso di informare l’amministratore Casabona della facoltà di contattare un proprio difensore di fiducia per farlo assistere alle operazioni”. Il sequestro sarebbe avvenuto “senza adottare le misure tecniche dirette ad assicurare la conservazione degli alimenti per impedirne la loro alterazione”. I legali hanno chiesto che un loro consulente, un esperto del dipartimento della Pesca di Trapani dove viene catturato il pregiato gamberone, possa esaminare il prodotto sequestrato per confermare che “il pesce era congelato a bordo e non surgelato. I militari hanno proceduto al sequestro senza alcuna cautela conservativa”.

Gli avvocati Santoro e De Bellis sostengono che gli uomini della Capitaneria avrebbero dovuto contattare “il servizio veterinario dell’Asp o il Nucleo anti sofisticazione dei carabinieri, unici soggetti titolati all’espletamento delle operazioni, in quanto in possesso delle competenze attribuite dal ministero della Salute e dotati delle attrezzature necessarie alla conservazione di detti alimenti al fine di garantire le eventuali analisi di laboratorio”.

La querelle sulle competenze ad eseguire i controlli era esplosa il giorno dei sequestri avvenuti al Sailem e in altri ristoranti di Palermo e provincia. I veterinari dell’Azienda sanitaria, infatti, hanno cancellato tutti i verbali elevati nei giorni scorsi, perché secondo l’Asp, la Capitaneria non avrebbe alcuna competenza. Pronta era stata la replica della Capitaneria: “Il complesso normativo che disciplina la materia della pesca e dei controlli attribuisce al Corpo delle Capitanerie il controllo sull’intera filiera, dalla cattura, alla somministrazione”.

Sarà il Ministero a decidere. Intanto Natale Giunta ritiene di essere stato vittima di un danno patrimoniale e di immagine provocato dalla notizia trapelata “ancora prima che il sequestro venisse convalidato dall’autorità giudiziaria”. E così ha preso carta e penna e ha scritto al procuratore della Repubblica per chiedere che venga valutato il comportamento degli uomini della Capitaneria perché “l’ipotesi di tentata frode in commercio è priva di qualsivoglia elemento che evidenzi che i gamberoni, la cui salubrità non è messa in discussione, sarebbero stati venduti agli utenti propinandoli come freschi senza specificare che si trattava di prodotti congelati”.

“Il prodotto ittico è stato acquistato fresco e congelato a bordo – ribadiscono i legali -. Una procedura stabilita dalla legge che, come tutti sanno o dovrebbero sapere, va rispetatta se si vuole garantire il cliente ed annullare il rischio di infezioni. Prima di servire il pesce crudo lo stesso deve essere congelato per 24 ore a meno 20 gradi”.

 


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