CATANIA – Si chiama Mario Schilirò, 60 anni, e ormai da diversi anni suona con Zucchero, tanto da restare l’unico elemento della vecchia band, ora composta da 13 musicisti e 3 coriste, di cui 11 cubani. Mario è originario di Maletto, il paese più alto della provincia di Catania. I suoi genitori, alla fine degli anni 30, emigrarono verso Roma, in cerca di lavoro, in quei tempi a Maletto l’unica fonte di reddito era l’agricoltura, e la famiglia Schilirò, scontenta del basso tenore di vita che c’era allora nei piccoli centri agricoli, andò verso la capitale dove in poco tempo trovarono lavoro e sistemazione.
Mario è nato a Roma nel 1953, e da piccolo inizia come tanti altri a strimpellare una chitarra. Poi entra al Conservatorio di Santa Cecilia, per imparare il contrabbasso, ma poi continua a suonare la chitarra in varie band, portando avanti diversi progetti. Poi l’incontro con Toto Torquati, che lo porta a suonare con grandi artisti italiani, tra cui Cocciante, Baglioni, Patty Pravo, Barbarossa, Rettore, e soprattutto Antonello Venditti, con cui collabora alla registrazione di diversi album.
Poi, nel 1994, effettua un provino per Zucchero che cercava musicisti per la sua band. Passa il provino e da allora entra stabilmente a suonare con Zucchero, e con grandi musicisti che duettano con lui, tra cui Pavarotti, B.B. King, Eric Clapton, Paul Young, Noà. Da allora è un punto fermo delle band di Zucchero, ma le sue origini sono sempre “Sicule”. Incontriamo Mario in uno dei pochi momenti liberi lasciati dal tour mondiale di Zucchero.
Musica latino americana, ma origini Siciliane, che ricordi ha della Sicilia?
I ricordi di un bambino che in estate veniva in Sicilia, in ferie, e ricordo ancora i giochi tra bambini, che a quei tempi non erano computer e play station, ma molti giochi in strada, fatti con nulla.
Torna spesso a Maletto?
No, purtroppo il tipo di lavoro che faccio mi porta spesso in giro per il mondo, ed è difficile tornare nei luoghi dell’infanzia. Da piccolo mi portavano i miei che avevano tutti i parenti lì, ma ormai a me è rimasto solo qualche amico e pochi parenti, è però sempre un emozione per me tornare in Sicilia, una terra a cui sono particolarmente legato dalle origini e anche dai miei trascorsi d’infanzia.
Come inizia la sua carriera?
Inizia suonando in varie band, nei garages e nei vari locali in cui allora si suonava rigorosamente “Live”, poi l’incontro con Toto Torquati che mi ha spalancato le porte per lavorare con grandi artisti. Infine nel 1994 l’inconto con Zucchero e l’avvio di una collaborazione ormai ventennale.
La sua chitarra abituale?
E’ una Fender Stratocaster, uno strumento ormai divenuto un cult per i chitarristi, ho un modello del 63′ , anche altri modelli e anche due modelli della Gibson, altra marca leggendaria per le chitarre.
Che progetti ha per il futuro?
Fino alla fine dell’anno sarò nel World Tour di Zucchero, poi vedremo, spero a breve di potere incidere alcuni miei brani con la chitarra che ho pronti da anni. Ho una band che suona con me da diversi anni, e ogni tanto ci dilettiamo in giro. Poi spero di poter trascorrere un periodo di vacanze in Sicilia, nella terra dei miei genitori.
Cosa vorrebbe dire ai tanti giovani che vogliono intraprendere la carriera di musicista?
Di studiare, solo studiando seriamente ed applicandosi possono venire fuori buoni risultati. E poi ascoltare ottima musica che aiuta a raffinare l’orecchio. Purtroppo il mondo della musica è un mondo in cui in pochi riescono veramente a sfondare, molti partono ma pochi arrivano, ma non bisogna mai disperare, e continuare a studiare ed ad impegnarsi per migliorare sempre.