Sicilia, bagarre nella Democrazia cristiana per il rimpasto di Giunta

Nella Democrazia cristiana si apre la corsa per il rimpasto di Giunta

Il borsino dei candidati assessori

PALERMO – Nel grande gioco del rimpasto di governo c’è una partita nella partita. È quella che si è aperta all’interno della Democrazia cristiana, che al momento conta due rappresentanti nella giunta Schifani: l’assessora al Lavoro Nuccia Albano e il titolare della delega alle Autonomie locali Andrea Messina.

Il voto alle Europee

Da tempo scalpita il presidente della commissione Affari istituzionali Ignazio Abbate, ma dopo il voto per le Europee nel partito serpeggia il malcontento per il risultato venuto fuori dalle urne ragusane. Il candidato scelto dalla Dc, Massimo Dell’Utri, nella provincia iblea ha ottenuto 2.870 voti, a fronte dei 6.707 raccolti da Edy Tamajo nella stessa lista Forza Italia-Noi Moderati. Un gap che non è passato inosservato.

Fronte pro-Pace

Per questo sono in tanti a guardare ora al secondo degli alfieri cuffariani all’Ars, il capogruppo Carmelo Pace, che tuttavia ha sempre declinato l’invito a far parte della squadra di governo. La provincia di Agrigento, inoltre, è quella che ha dato l’apporto maggiore a Dell’Utri: 17.078 le preferenze espresse nella roccaforte di Cuffaro e Pace. E sempre dall’Agrigentino arriva l’unico sindaco Dc di questa tornata di Amministrative: Vito Terrana a Campobello di Licata.

Ad aggiungere sale alla vicenda anche un post Facebook criptico di Pace, che ringrazia gli elettori per l’elevato numero di preferenze ottenute “a pane e acqua” in favore di Dell’Utri nell’Agrigentino. Il capogruppo Dc poi aggiunge una frase sibillina: “Rispetto…per favore”.

Cuffaro blinda Albano e Messina

Il rimpasto non avrà tempi brevi e al momento la bilancia sembra pendere dalla parte dei due assessori in carica. Albano e Messina, infatti, hanno incassato una riconferma diretta da parte di Cuffaro, che al ‘Giornale di Sicilia’ ha anticipato “l’intenzione di confermare entrambi gli attuali” rappresentanti in Giunta. Le cose, però, potrebbero cambiare “se ci sarà una rivisitazione anche delle deleghe”.


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