Neonato morto in ambulanza |La versione del Gravina - Live Sicilia

Neonato morto in ambulanza |La versione del Gravina

La procura della Repubblica di Caltagirone ha aperto un’inchiesta sulla morte di un neonato nato prematuramente, al sesto mese e mezzo di gestazione, nell’ambulanza che trasportava la madre dall’ospedale Gravina di Caltagirone al “Santo Bambino” di Catania.

CATANIA – Una vita appesa ad un filo. Una manciata di minuti che segnano il confine tra l’inizio e la fine. Una madre al sesto mese di gestazione, la corsa d’urgenza in ospedale, un parto approntato a bordo di un’ambulanza durante il tragitto che separa Caltagirone dal capoluogo etneo. Settanta chilometri da percorrere. Troppi, forse, quando c’è in gioco la vita di un bambino.

Francesco Paolo Giordano, procuratore della Repubblica di Caltagirone, ha aperto un’inchiesta sul decesso, accaduto ieri, di un neonato nato prematuro, esattamente al sesto mese e mezzo di gravidanza, sull’abitacolo di un’ambulanza che stava trasportando la madre dall’ospedale “Gravina” di Caltagirone al “Santo Bambino” di Catania. Per far fronte al caso, il nosocomio calatino, al quale si era rivolta la gestante avrebbe, difatti, chiesto la disponibilità di un posto in una Unità Operativa di Terapia Intensiva neonatale. Disponibilità che sarebbe stata accolta, dopo due ore dalla richiesta, dal “Santo Bambino appunto.

“La paziente – risponde a Live Sicilia Catania l’ufficio stampa del Gravina – è stata monitorata e le procedure del caso attivate e rispettate. Si tratta di un parto abortivo tardivo”. Dall’ospedale arrivano ulteriori precisazioni sul ricovero. “La signora – specifica l’ufficio stampa – era ricoverata da noi, nel reparto di Ostetricia e Chirurgia, prima di essere stata trasportata con l’ambulanza al Santo Bambino di Catania”.

Sembrerebbe che la donna si trovasse alla 27esima settimana e che, inoltre, ma la notizia non è ancora stata accertata, fosse attualmente sottoposta ad un trattamento con un farmaco teso ad agire sui ricettori dell’utero mantenendolo, per quanto possibile, rilassato. In altre parole, si tratta di un trattamento indicato a breve termine della minaccia di parto pretermine. Una terapia controindicata prima della ventesima settimana di gravidanza, oltre che in casi delicati quali emorragie vaginali, malattie cardiache, ipertensione polmonare, ipertiroidismo, diabete mellito, distacco placentare e morte intrauterina del feto. Che sia un caso di malasanità o no sarà l’inchiesta della Procura di Caltagirone ad accertarlo.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI