Mancanza di trasparenza |La denuncia dell'Ugl su Sostare - Live Sicilia

Mancanza di trasparenza |La denuncia dell’Ugl su Sostare

Il sindacato chiede chiarezza da parte dei vertici dell'azienda e del Comune per conoscere lo stato di salute di una società che, fino al 2012, presentava bilanci in attivo e che oggi chiede sacrifici ai lavoratori.

l'azienda partecipata
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CATANIA – Un’operazione verità- che intendono fare con tutte le partecipate del Comune. Una radiografia, per quanto possibile, di tutto ciò che ci sarebbe di anomalo nella gestione delle società legate direttamente al Comune di Catania. È la crociata dell’Ugl cittadina che, stamattina, ha presentato alla stampa un’articolata denuncia contro Sostare riferita, nello specifico, sull’assenza di trasparenza da parte dell’azienda. E sulle conseguenze relative ai lavoratori della gestione “poco chiara” degli ultimi anni. “Oggi non siamo nelle condizioni di interloquire con le partecipate per mancanza di informazioni – spiega Giovanni Musumeci, vice segretario cittadino che racconta dell’incontro di mercoledì scorso con l’assessore alle Partecipate, Giuseppe Girlando, per chiedere lumi sulla situazione dell’azienda. “Come cittadini e come sindacato – afferma – pretendiamo trasparenza, a maggior ragione di fronte a una legge che lo impone”.

Il riferimento è al Decreto legislativo 33 del 2013 che impone alle pubbliche amministrazioni la trasparenza come strumento di lotta alla corruzione. Un obbligo al quale però, sembra che la Sostare non si sia adeguata. Anzi, non solo Sostare. “Questo non sta avvenendo per nessuna delle partecipate – continua Musumeci – con la conseguenza che non si conosce l’attività delle aziende né altro”. Il tutto, alla luce di un contratto di servizio scaduto nel 2013 e prorogato fino al dicembre 2014, “ma ancora non rinnovato – prosegue – e di fronte all’anomalia per cui si chiedono sacrificu ai lavoratori e poi si pubblica un bando per direttore generale con un emolumento importante”.

Ed è questa la vera questione sul piatto: lo stato di salute finanziaria di una società che, fino al 2012, presentava bilanci in attivo. Come evidenzia Carmelo Catalano, sindacalista e dipendente della partecipata. “La mancanza di trasparenza ci mostra delle problematiche che, se conosciute in tempo, forse, avrebbero potuto essere evitate”. Catalano parla di “molte azioni discutibili portate avanti negli anni”. “Il 2013 è stato un anno di grande cambiamento – spiega – sapevamo che l’azienda era solida economicamente. In quel periodo ha investito molto, anche nei sistemi di pagamento. Ha rivoluzionato il sistema di controllo della sosta acquistando un parco macchine. I lavoratori sono passati da trenta a trentatré ore. Evidentemente c’erano le somme per consentire questo”.

Una situazione che, però, è esplosa due anni fa. “Con il cambio di vertice al Comune e all’azienda – prosegue Catalano. Alla prima riunione utile, il nuovo presidente comunica una perdita di 600 mila euro che non riguarda solo il 2014 ma anche l’anno precedente. Eppure – prosegue – nel corso di un consiglio di amministrazione era stato dichiarato che l’aumento del monte ore per il personale avrebbe portato alla perdita di 500 mila euro l’anno e che queste somme potevano essere coperte solo con nuovi servizi”.

Di cui, però, non sembra esserci traccia. “Per tamponare la situazione – continua Catalano -hanno rivisto la riorganizzazione del lavoro, hanno eliminato le auto (noi abbiamo denunciato questo modus operandi). Abbiamo scoperto – incalza – che il monte ore creava sbilancio in termini economici cioè che ci pagavano più ore di quelle lavorate”.

Un’anomalia che, oggi, ricade sui lavoratori, cui è stato chiesto una rinuncia ad alcune ore nel mese di dicembre, da 33 a 27. Ma pare che nemmoeno questo abbia pareggiato il bilancio. “L’assessore Girlando – continua Catalano – si è impegnato a contribuire economicamente a mettere in solidità il 2014 per garantire il 2015”. Ma il problema rimane per l’anno successivo e il rischio è che, se non si pareggia il bilancio, l’azienda debba andare in liquidazione. “Se una partecipata è in perdita per tre anni consecutivi va dismessa – sottolinea Catalano – ma l’amministrazione non avrebbe interesse a dismettere per cui, se non si corre ai ripari, verranno chiesti nuovi sacrifici ai lavoratori”.

Chiedono il piano industriale, la programmazione a medio termine e di capire quali siano le intenzioni dell’amministrazione in relazione a tutte le aziende partecipate. Una prima risposta potrebbe arrivare a marzo, mese entro cui l’assessore Girlando si è impegnato a portare il piano di riordino delle partecipate in Consiglio. Una richiesta che viene anche dagli stessi consiglieri comunali – in conferenza stampa era presente un nutrito gruppo: Manlio Messina, Sebastiano Arcidiacono, Sebastiano Anastasi, Agatino Lanzafame, Giuseppe Castiglione e Salvo Tomarchio – che da tempo chiedono all’amministrazione di sapere quali progetti per efficientare le partecipate.

“Trovo strano che si possa immaginare di risanare i conti tagliando i costi dei dipendenti e del lavoro – commenta Arcidiacono. I sacrifici si chiedono solo ai lavoratori e noi rimandiamo dal dicembre 2012 il contratto di servizio. Le partecipate vanno analizzate caso per caso – prosegue – e noi consiglieri stiamo insistendo con l’assessore per capire come stanno veramente le cose. Con il bilancio preventivo l’amministrazione ha coperto le somme mancanti, ma rimane l’inefficienza”.

Ripensare a tutto il sistema, mettendo in rete i servizi offerti dalle aziende partecipate al Comune è la proposta di Lanzafame.” Si potrebbe studiare una rete per efficientare tutte le partecipate – afferma – ma l’importante è che si agisca tenendo presente tre parole chiave: programmazione, trasparenza e concertazione”.

 


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