“Nessuno può autoassolversi” | Incendi, critiche contro il governo - Live Sicilia

“Nessuno può autoassolversi” | Incendi, critiche contro il governo

Attacchi anche dalla maggioranza. Apprendi, ex vigile del fuoco: “Troppi errori”.

PALERMO – “Nessuno può autoassolversi”. Pino Apprendi non è solo un ex deputato regionale e un componente della segreteria siciliana del Pd, è anche un vigile del fuoco. E così, ai suoi occhi la vicenda dei roghi che hanno incendiato la Sicilia ha anche un sapore diverso: “Poche volte nel corso dei miei quasi 40 anni di servizio nei vigili del fuoco – racconta – ho assistito a simili eventi catastrofici, ma è pur vero che in altri tempi non si era nelle condizioni di prevedere con gli appositi servizi meteo di sapere con anticipo l’avvicinarsi di queste temperature tropicali. In queste ore – ha aggiunto – ho sentito parole di ‘autoassoluzione’, mi dispiace, a nessuno può essere concesso”. E Apprendi punta il dito nei confronti della politica e dell’amministrazione: “In questi casi – spiega infatti – la repressione non può competere con la vastità del disastro, mi piacerebbe sapere quali organismi si sono riuniti, nei giorni che hanno preceduto gli eventi, quali provvedimenti di prevenzione sono stati adottati, quali risorse ‘aggiuntive’ sono state messe a disposizione. Non ci siamo. Se è vero, come è vero – prosegue – che il giorno prima è stata avviata la campagna antincendio, quale piano di prevenzione è stato messo in atto? Come sono state distribuite nel territorio a rischio le unità operative antincendio? Perché non si è provveduto a rinnovare la convenzione fra Regione Siciliana e Vigili del Fuoco ? Come è stato predisposto l’utilizzo dei volontari? Le forze dell’Ordine sono state avvertite che potevano verificarsi di questi eventi per mano dell’uomo?”.

Interrogativi e dubbi, in realtà condivisi anche da altri. “I piromani vanno perseguiti e puniti ma per fare i controlli sul territorio serve rivedere al più presto gli assetti organizzativi del Corpo forestale” dice ad esempio Claudio Di Marco, segretario regionale di Fp Cgil Sicilia e il responsabile del dipartimento Franco Campagna. “In queste ore di tiro al bersaglio sui forestali – dicono Di Marco e Campagna– passa assolutamente sotto silenzio il vero nodo del problema, ovvero il deficit di personale in divisa che pregiudica l’attività di prevenzione e controllo del territorio. Ci sono distaccamenti forestali chiusi per mancanza di personale o con pochissime unità in organico”. I numeri parlano chiaro: “rispetto ad un organico di personale in divisa previsto di 1500 unità, in atto sono in servizio solo in 700 e si tratta di una cifra destinata ancora a diminuire per via dei pensionamenti in corso”. A rendere ancora più drammatica la situazione, c’è “la carenza di mezzi e di risorse economiche che pregiudicano una programmazione efficace della campagna dell’antincendio boschivo”. È, quindi, anche un problema di gestione degli uomini. Come emerge anche dalle parole del capogruppo di Sicilia Futura Beppe Picciolo, tra i più vicini all’assessore al Territorio Maurizio Croce: “Chiediamo – ha detto – l’intervento dei graduati del Corpo Forestale per monitorare il territorio siciliano, seguendo anche il lavoro effettivo delle squadre antincendio e svolgendo una azione di “intelligence” sul territorio dei Parchi e delle riserve, affiancati dal personale già in dotazione ai parchi medesimi. Certamente – sottolinea il Picciolo – condivido l’analisi del presidente del parco dei Nebrodi Antoci. E’ estremamente realistica la riflessione che fenomeni mafiosi non siano estranei agli incendi a macchia di leopardo della nostra terra. Ma senza risorse ed uomini non possiamo fare la guerra ai criminali e questo deve essere chiaro al nostro Governo”.

Critiche che arrivano quindi da esponenti delle maggioranza, come Giambattista Coltraro, ex Megafono e capogruppo di Sicilia democratica: “Gli oltre 500 roghi che ieri sono divampati in gran parte della Sicilia ‘accendono’ i riflettori – ha detto – su quanto non è stato fatto in materia di prevenzione e, ad oggi, il problema va sicuramente e celermente fronteggiato come emergenza primaria. Non si può giungere impreparati – l’affondo di Coltraro – davanti ad eventi così frequenti sul nostro territorio nel periodo estivo, occorrono più risorse e più mezzi”.

E un richiamo alle responsabilità del governo arriva anche da un altro esponente di Sicilia Futura, ovvero il parlamentare regionale Nicola D’Agostino: “Sugli incendi che hanno coinvolto tanti territori della Sicilia – ha detto – va interrotto questo valzer delle ipocrisie. L’opposizione sia più responsabile nelle sue dichiarazioni, ma anche il governo Crocetta dica con chiarezza come stanno le cose e con fermezza cosa intende fare”.

E ovviamente non sono mancati gli attacchi delle opposizioni: “Una giornata da dimenticare quella di ieri in una Sicilia – hanno dichiarato i componenti del gruppo di Forza Italia all’Ars – aggredita dagli incendi, con un governo regionale che prima non è stato in grado di mettere in campo azioni preventive adeguate, quindi non è stato capace di fronteggiare responsabilmente l’emergenza. Il presidente Crocetta tenta di giustificare un così alto numero di incendi in una giornata caldissima, con temperature fino a 46 gradi, unicamente con atti dolosi, giocando quasi allo scaricabarile come se la prevenzione e la gestione dell’emergenza non fossero materia sua. Grave errore del governatore e dell’esecutivo, che confermano la loro totale inadeguatezza, è stato per di più disattendere una precedente risoluzione con la quale si chiedeva di anticipare la stagione dell’antincendio”. E con le critiche, ecco anche un esposto. Quello presentato dall’associazione Sicilia OpenGov: nella denuncia viene segnalata “la gravissima assenza dell’attività di coordinamento della protezione civile regionale che, per legge, è attribuita al Presidente della Regione. Attività che se svolta – si legge in una nota dell’associazione – avrebbe garantito proprio il coordinamento degli interventi che è mancato del tutto nella drammatica giornata del 16 giugno. Nè risulta che tale rilevante funzione sia stata delegata ad altro componente della giunta, ovviando all’inerzia” nonché “l’omessa adozione di adeguate misure di prevenzione del rischio. L’esposto prosegue poi richiedendo alle Autorità amministrative statali “l’attivazione del procedimento di rimozione del Presidente della Regione previsto sussistendo i presupposti della grave e reiterata violazione di legge (il Presidente della Regione ha omesso di coordinare gli interventi di protezione civile già alcuni giorni prima a Pantelleria)”.

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